Durante la seconda guerra mondiale sono state numerosissime le opere d’arte portate via dall’Italia, in gran parte dai nazisti. Mentre più di 1600 di queste sono ancora “prigioniere di guerra”, alcune di anno in anno vengono recuperate e riportate nel paese natale. Un esempio è la “Dormitio virginis” di Andrea Di Bortolo, rubata il 20 luglio del 1944 dalla villa del collezionista Frederick Mason Perkins di Lastra a Signa, in provincia di Firenze.
Quest’opera trecentesca, che parrebbe aver viaggiato dall’Europa al Canada e poi in Inghilterra in una serie di vicissitudini fra furti e aste, sarà al centro di un pomeriggio di approfondimento dal titolo “I cacciatori dell’arte perduta”. Durante questo incontro, che si terrà giovedì 18 febbraio alle ore 18.00 al “Maio” (Museo dell’Arte In Ostaggio) di Cassina de’ Pecchi, interverrà il Capitano Francesco Provenza, responsabile per la Lombardia del Nucleo Speciale dei Carabinieri, e Comandante dell’Arma di Monza per la Tutela del Patrimonio Culturale.
La tempera su tavola su cui verterà questo incontro, riportata in Italia nel 2014 e destinata ai frati della Basilica di Assisi secondo le volontà testamentarie dell’originario possessore, è solo una delle opere al centro dell’attività culturale del “Maio” di Cassina, inaugurato meno di un anno fa presso il Torrione della Cascina Casale. Il museo nasce dall’idea del giornalista e scrittore Salvatore Giannella proprio con l’obiettivo di sollecitare memorie e azioni volte a riportare in Patria le opere trafugate nel periodo di guerra. L’incontro, promosso dall’Assessorato alla Cultura, permetterà dunque di conoscere attentamente l’opera di Andrea Di Bortolo, addentrandosi anche nella scoperta del mondo dell’ “arte in ostaggio”.