VIMODRONE
AMMINISTRAZIONE SUL PIEDE DI GUERRA PER IL CANTIERE DI VIA CADORNA: “LA REGIONE CI HA COMPLETAMENTE ABBANDONATI. ORA BASTA”

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Delusi e abbandonati

. E’ così che il sindaco Antonio Brescianini riassume lo stato d’animo di un’amministrazione che si sente amareggiata e lasciata sola da Regione Lombardia e da Aler, soggetti protagonisti di un bando di edilizia residenziale in autocostruzione partito nel 2008 come innovativo ed ambizioso, di cui dopo otto anni resta solamente un cantiere pericolante in Via Cadorna, degradato e fatiscente, che seppellisce sotto le erbacce cresciute nel tempo, le speranze di ben sedici famiglie, la maggior parte delle quali resta ancora in situazioni provvisorie.

Ecco allora il grido del primo cittadino, che dopo un incontro a luglio con la Regione, prima responsabile del progetto, senza però alcun risultato, il 16 dicembre ha inviato una missiva al Presidente Maroni e all’Assessore Fabrizio Sala, delegato per la Casa e Housing Sociale, sollecitando una presa in carico del problema in tempi brevissimi. Dal palazzo del governo lombardo però, ancora una volta nessuna risposta.

Ora, dopo un intervento d’urgenza per rimediare al crollo di parte della recinzione di cantiere, l’amministrazione ha cambiato rotta, dapprima con un’ulteriore lettera di sollecito, e ora con la chiara intenzione di intraprendere ogni via: “Adesso basta, questo è un grido di allarme verso chi ci ha completamente lasciato soli e senza risposte da dare a famiglie che ancora aspettano di poter progettare il loro futuro nella nostra città, famiglie che avevano investito sogni in questo percorso -ha spiegato BrescianiniA questo punto voglio che i miei cittadini possano andare avanti con i loro progetti di vita, e non mi spaventa nessuna strada, sia quella di andare dal Prefetto, sia quella di manifestare fin sotto il palazzo della Regione”.

CANTIERECADONRA02IL PROGETTO E IL FALLIMENTO
Era iniziato tutto nel 2008 con la partecipazione dell’ente ad un bando lanciato dalla Regione che prevedeva la realizzazione, attraverso l’espediente dell’ autocostruzione, di 16 villette a schiera in Via Cadorna. In sostanza, i sedici futuri inquilini selezionati con un bando aperto dal comune, riducevano i costi operativi contribuendo alla realizzazione delle loro future abitazioni con lavori manuali nel cantiere, cantiere aperto su un terreno comunale sul quale Aler vantava un diritto di superficie, e inizialmente posto sotto il controllo della società Alisei, gestore individuato dalla Regione.

Stando al crono programma, già nel 2012 le famiglie avrebbero dovuto varcare la soglia della loro nuova casa, ma una serie di fallimenti ha determinato la situazione di stallo e degrado denunciato oggi. Dapprima fallì la società incaricata dalla Regione, Alisei, e successivamente, Aler che aveva proseguito il progetto rintracciando nella società Finseco un altro gestore per il cantiere, entrò in una fase di dissesto economico enorme e non riuscì a pagare l’impresa, che per tanto abbandonò il cantiere e ritirò l’attrezzatura, lasciando i lavori nello stato in cui si trovano ora.

LA SITUAZIONE ATTUALE
“E arriviamo ai giorni nostri -ha spiegato l’assessore alle Politiche sociali, Luigi VerderioSiamo davanti ad un muro di gomma per CANTIERECADORNA03quanto riguarda la Regione. Nessuno ci ha negato la volontà di intervenire, ma in sostanza non è mai stato fatto nulla e nemmeno ci è stato detto di riprenderci il nostro terreno e farne ciò che vogliamo. Ora chiediamo ad Aler di riprendere in mano integralmente il cantiere, e controllarne staticità, sicurezza e igiene, e che la Regione ci dica chiaramente cosa ha intenzione di fare e con quali finanziamenti”.  Per ultimare l’opera servirebbero 1.300.000 euro circa, per il completamento del tetto: “Un’inezia per un governo regionale che sta facendo investimenti milionari in tutta la Lombardia” ha aggiunto il sindaco Brescianini, che ora è alle prese con le prime convinte osservazioni dei condòmini limitrofi al cantiere, che in più colloquio con l’assessore Verderio, hanno sottolineato la percezione di pericolo e insicurezza dell’area.

E oltre a loro ci sono poi le famiglie che avrebbero dovuto entrare in queste 16  villette a schiera di 80 metri quadri. “Alcuni di loro sono usciti dalla lista perché hanno fatto scelte diverse vista la situazione e viste nuove disponibilità economiche -ha spiegato Verderio precisando che quelle case non erano state concepite come alloggi per persone indigenti- altre invece sono uscite dalla lista perché, al contrario, hanno visto peggiorare la propria posizione e ora sono in attesa di un alloggio popolare. E poi ci sono tutte quelle che ancora aspettano la loro casa, e vivono ancora in situazioni provvisorie. E’ dunque un disagio, in un contesto di emergenza abitativa che nella nostra città presenta già una situazione precaria, con quasi 200 persone in lista per un alloggio”.

Sul tavolo di Roberto Maroni dunque, è arrivata quella che probabilmente sarà l’ultima richiesta formale di intervento urgente per risolvere il grave problema relativo al cantiere di autocostruzione sperimentale”, come scriveva Brescianini in data 28 gennaio, perché ora l’ammisnitraizone cambia marcia. Sono preoccupato, ma determinato -ha concluso il sindaco- Non si può più tenere fermo un terreno in questo modo, con un cantiere abbandonato insicuro che cade a pezzi. Dobbiamo far qualcosa”.

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