“Se un giocatore durante una partita, tira una gomitata nell’occhio ad un suo compagno di squadra, l’allenatore non può far altro che levarlo”
. Eugenio Comincini sintetizza così il suo pensiero, e meglio non avrebbe potuto spiegare ciò che sta alla base della decisione di “mettere fuori rosa” Maurizio Rosci, dopo nove anni di gioco di squadra che pare essere venuto meno.
LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO
La metaforica gomitata in questione si tradurrebbe in un atteggiamento scorretto dell’ex assessore durante una riunione del 18 gennaio al centro sportivo, nella quale Rosci davanti al gestore del centro e alle associazioni interessate, avrebbe esposto progetti e priorità su cui il suo assessorato stava lavorando da oltre un mese, senza che sindaco o assessore allo Sport Ermanno Zacchetti anch’egli presente al tavolo di discussione, ne sapessero nulla, dando un’idea di mancanza di comunicazione e di debolezza nella giunta. “Una cosa per me estremamente grave, che mi ha amareggiato e colpito -ha spiegato Comincini– non è questo il modo di operare di una squadra. Non condividere l’importanza degli interventi con gli assessori che hanno in mano le rispettive partite, è di una scorrettezza enorme, perché mina il lavoro di gruppo alla base di questa maggioranza”.
Chiaro anche il Vicesindaco Marchetti, che dopo aver rimarcato la tenuta assolutamente salda della giunta in questo momento, ha affermato: “Va ribadito che il ruolo di un assessore in pubblico, è espressione della giunta tutta, e mettere in difficoltà o in cattiva luce un collega, non è né un bel passaggio né un modo per continuare a lavorare in serenità“.
Breve il commento dell’assessore allo Sport Ermanno Zacchetti a riguardo: “Ho riportato la discussione nella sede più opportuna, la giunta -ha spiegato- senza mai farne una questione personale o mettendo i colleghi davanti ad una scelta. I fatti partono da un rapporto personale incrinato ma toccano le stesse modalità di lavoro e di rispetto di tutta la maggioranza e del partito. Ormai mancava la condivisione del lavoro, in una direzione invece settaria”. E il rapporto tra assessorato allo Sport e quello ai Lavori Pubblici, pare si fosse già incrinato quando Maurizio Rosci, nella definizione del piano delle opere pubbliche del 2015, non aveva inserito una serie di interventi strutturali per il centro sportivo, richiesti dall’assessore Zacchetti e discussi già con la maggioranza settimane prima.
L’ADDIO DI ROSCI ERA NELL’ARIA
Due episodi che non sono stati certo la causa del terremoto che ha scosso Villa Greppi. Ascoltando il sindaco e la giunta schierata al suo fianco, è parso chiaro come l’uscita di scena di Maurizio Rosci fosse nell’aria, tanto che tra i corridoi del comune si vociferava già di giorni contati, e lo stesso ex assessore pare avesse ironizzato su scatoloni pronti da tempo per un trasloco.
Un assessore che stava procedendo in solitaria, che aveva portato a casa grandi risultati senza riconoscere però l’importanza del lavoro globale di tutta l’amministrazione, ma convinto di aver fatto da solo e di poter continuare a fare da solo. Questa in sintesi l’immagine di Maurizio Rosci emersa dalle parole del sindaco durante la conferenza stampa di ieri 28 gennaio, e anche per questo, gli episodi raccontati sono sembrati la classica goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo di malumori.
“C’è stato un cambiamento nelle modalità di lavoro di Maurizio Rosci, che ho riscontrato negli ultimi tempi. E’ importante ciò che si realizza, ma è essenziale il modo in cui lo si realizza -ha aggiunto Comincini- E come diceva Don Milani, muoversi da soli é individualismo, muoversi insieme per risolvere i problemi é fare politica” e ha poi concluso: “Mi prendo la responsabilità di aver pensato nel 2014 che le cose fossero ancora gestibili. Ho fatto un errore non prendendo scelte radicali anzi tempo“.
ASS. ZECCHINI: “NON E’ DIVERGENZA POLITICA. PRENDIAMO ATTO DELLA SCELTA DEL SINDACO”
Sembrano passati anni luce da quando, sulla scorta di una grande fiducia, Maurizio Rosci aveva ricevuto ulteriori incarichi proprio dal primo cittadino, e c’è da chiedersi se le tensioni non fossero aumentate con l’ingresso nell’anno che precederà le elezioni amministrative 2017, cosa questa che viene però esclusa sia dal sindaco che dalla giunta.
“Se fosse stata una scelta anche lontanamente politica, non saremmo qui -ha spiegato l’assessore Rita Zecchini– Qui non c’è in campo una divergenza politica, ma il venir meno di un rapporto di fiducia tra il sindaco e un suo assessore. Ho fatto di tutto per cercare di capire se fosse una soluzione sanabile, proprio in nome di un percorso che ci ha visti condividere principi ed obiettivi. Alla fine questa mancanza di fiducia ha portato ad una scelta precisa del sindaco, e ne abbiamo preso atto“.
IL PD
Ora resta un Partito Democratico da osservare mentre si avvierà ad un anno importante in ottica elettorale, con una profonda lacerazione tra due dei suoi uomini più rappresentativi. “Abbiamo parlato con Maurizio Rosci dopo la fine della sua carica, ma non siamo entrati nel dettaglio di nulla, è stata solo una telefonata di ringraziamento per il gran lavoro fatto negli anni, e di vicinanza umana per un’amicizia che dura da tempo -ha spiegato il Segretario Daniele Mandrini– Ho invitato l’ex assessore a discuterne in direttivo se lo ritiene opportuno, esponendo le sue ragioni e la sua versione dei fatti, ma non so se lo farà”.
IL FUTURO
Diversi gli scenari che si possono aprire per il futuro, con un nuovo nome da inserire “in rosa”, per continuare un gioco di squadra che sarà determinante per l’ultimo anno e mezzo di mandato e forse anche per il proseguo. Le deleghe dell’ex assessore Rosci potrebbero anche essere in parte ridistribuite tra gli assessori e il sindaco, lasciando meno incarichi al nuovo entrato di cui ancora non si ha un identikit preciso, ma tutto è ancora in divenire.