Il Raviggiolo conquista la Filanda e i palati dei primi cernuschesi che lo hanno assaggiato.
Il “Raviggiolo di Cernusco sul Naviglio” creato dallo chef Giancarlo Morelli, su proposta dell’Amministrazione Comunale, si basa su di una suggestione storica rinvenuta in un testo dell’umanista milanese Ortensio Lando, del 1548, intitolato “Catalogo degli inventori delle cose che si mangiano e delle bevande ch’oggidi s’usano”. Nell’opera, alla curiosa figura di una contadina chiamata Libista e originaria di Cernuschio, si attribuisce l’invenzione del raviolo.
“Siamo partiti da un osso di dinosauro e stiamo cercando di ricostruire come poteva essere questo animale” è la similitudine usata dallo chef Morelli, durante la presentazione alla Filanda dello scorso sabato 16 gennaio, per rappresentare il lavoro che si intende portare avanti da qui in futuro. Nel primo pomeriggio infatti si è svolto l’incontro con i ristoratori e le associazioni interessate a proporre il Raviggiolo sul territorio, per farlo diventare un brand, un marchio spendibile nella realtà di tutti i giorni.
La ricetta sviluppata dallo chef prevede farina di grano saraceno, lumache e moltissime erbe spontanee che sono ancora oggi trovabili nel nostro territorio come per esempio la salvia, il tarassaco e la cicoria. Durante la presentazione ufficiale però (la prima presentazione ad onor del vero si era svolta in Ottobre ad Expo) si è voluta presentare una visione estesa e strategica del progetto, con l’ausilio di ospiti di altissimo livello come il titolare di Altopalato Toni Sarcina e l’architetto Paolo Albano. “Quello che vorrei trasmettere oggi – ha dichiarato l’Assessore al Commercio e Attività Produttive, Ermanno Zacchetti – è che non siamo qui a parlare di un “raviolone”. Stiamo lavorando per trasformare questa suggestione in una piattaforma creativa e concreta di sviluppo potenziale di un territorio, non solo nel campo del food. Ad esempio una start-up locale si è candidata per produrre il Raviggiolo in forma di gioiello utilizzando la tecnologia della stampa in 3D”.
Mentre i “grandi” ascoltavano e conoscevano la storia del Raviggiolo, i più piccoli si sono dati da fare: durante “Raviggiolo for kids” infatti educatori e staff dello chef hanno accompagnato una ventina di bambini in un laboratorio di cucina, dove han potuto creare il loro Raveggiolo. Piatto forte del pomeriggio (e questo è proprio il caso di dirlo) è stata la degustazione. Nonostante i 100 posti ufficialmente messi a disposizione, in tanti sono riusciti ad assaggiare il Raviggiolo cucinato dallo staff dello chef nelle cucine del vicino Bluè.
Per ora il Raviggiolo è una grande scommessa, un progetto a cui l’amministrazione comunale ha dimostrato di credere molto e che finalmente ha iniziato a mostrarsi alla città. Non ci resta che vedere come i cernuschesi, eredi della Libista contadina da Cernuschio, lo accoglieranno.
MATTEO OCCHIPINTI