MARTESANA
REDDITO AUTONOMIA: ANCHE COLOGNO TRA I COMUNI CHE CHIEDONO IL CONFRONTO ALLA REGIONE

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Regione Lombardia ha avviato la sperimentazione “Reddito di autonomia” dopo l’approvazione nell’ottobre scorso, di un pacchetto di misure per i cittadini lombardi in condizione di difficoltà. Sono state individuate cinque azioni a favore di famiglie con redditi bassi, di persone fragili (anziani e disabili) e di disoccupati che hanno finito la cassaintegrazione o la mobilità.

Tre di questi interventi riguardano le famiglie (Zero Ticket Sanitario, Bonus Bebe’ e Bonus Affitti), una gli anziani e i disabili (Assegno di Autonomia) e una i disoccupati (Progetto di Inserimento Lavorativo – PIL). Lo stanziamento è di 50 milioni di euro per questi ultimi tre mesi del 2015, arrivando a 200 milioni nel 2016. Risorse che potranno essere ulteriormente incrementate se nella legge di stabilità saranno previste maggiori risorse per la Regione Lombardia.

Ma alcuni assessori alle Politiche Sociali hanno sentito il bisogno di mettere nero su bianco il proprio pensiero. E’ il caso di Gianfranco Cerioli di Cologno, unico assessore della giunta di centro destra, che con i suoi colleghi di Sesto, Cinisello, Cormano, Cusano e Bresso, di centro sinistra, ha sottoscritto un documento comune: “Regione Lombardia ha istituito il reddito di autonomia, un intervento economico indirizzato ai cittadini e articolato in più misure -si legge nel documento firmato dagli assessori-  Nelle ultime settimane stiamo assistendo a un battage pubblicitario molto intenso ma che, a nostro avviso, rischia di disorientare i cittadini e creare in loro un’aspettativa che Regione Lombardia, stante il presente stanziamento, non sarà in grado di soddisfare. Come amministratori locali, con delega alle politiche sociali, e quindi quotidianamente in prima linea per risposte ai cittadini più fragili, non possiamo esimerci dal sottolineare le contraddizioni e le debolezze che questa misura e la sua attuazione comportano”.

Una delle criticità evidenziate è rappresentata, secondo questi assessori, dallo scarto tra l’aspettativa generata e la capacità di rispondervi. Essi sostengono infatti, che i cittadini dei loro comuni ne beneficeranno in quota davvero minima, e a causa dei tempi stretti di adesione, alcuni potrebbero non fare in tempo ad accedervi, vista la complessità nel sbrigare le pratiche relative all’ ISEE: “I destinatari reali saranno solo un migliaio di cittadini, tra anziani e disabili. Mille in tutta la Lombardia, che significa per i nostri comuni una ben esigua quantità di persone” prosegue la dichiarazione congiunta.

Potrebbe dunque essere questa, un’iniziativa valida, ma che proposta in questi termini rischia di essere vana, o comunque vanificata dalle modalità. Ciò detto però, gli Assessori alle Politiche Sociali dei comuni interessati, concludono con una sorta di richiesta-compromesso: “I nostri Comuni aderiranno in ogni caso alla misura, ma chiediamo comunque a Regione Lombardia di far precedere iniziative come il bando sul reddito di autonomia da un confronto con le realtà locali, comunali e di ambito, finalizzato a un’analisi e ad una condivisione profonde delle future azioni di welfare”.

FRANCA ANDREONI