“Noi abbiamo un mandato elettorale, e ora non stiamo facendo altro che realizzare ciò che abbiamo inserito nel programma per cui siamo stati eletti. Procederemo nella direzione del riordinamento della macchina amministrativa, razionalizzando le spese, garantendo trasparenza nei servizi, soprattutto quelli delicati legati all’assegnazione delle case, e segnando definitivamente un percorso di discontinuità con la gestione passata”.
Sono queste le parole dell’assessore all’Organizzazione e Gestione del Personale Pasquale Magro, che in questo momento di tensione tra dipendenti dell’ente e amministrazione, ha fatto il punto sulla situazione spiegando le ragioni che hanno portato alla riorganizzazione dei servizi e degli uffici che ha messo in agitazione lavoratori e sindacati, i quali congiuntamente hanno già inviato due missive alle autorità comunali e ai dirigenti ponendo all’attenzione più problematiche.
La riorganizzazione degli uffici e il caso “politiche per la casa”.
Ogni giunta eletta sulla base di un programma, una volta insediata si avvale di dirigenti di fiducia per ricoprire quei ruoli fondamentali affinché le linee di mandato si tramutino in percorsi politici concreti. Per tanto che ci sia una riorganizzazione delle aree di lavoro è cosa più che naturale: “Dietro a questo però vi è un’analisi che ho condotto sul funzionamento della struttura comunale così com’era -ha spiegato Magro, con alle spalle esperienze sindacali- e sono arrivato alla conclusione che per garantire servizi trasparenti ed efficaci ai cittadini, fosse necessario individuare nuove aree di competenza specifiche facenti capo ad altrettanti dirigenti, con i quali è stato approcciato un percorso condiviso per delineare una nuova macrostruttura che tiene conto delle loro competenze”.
Le risposte della Dottoressa Fazio e la voce del sindacato:
E proprio sui termini “macrostruttura” e “macro organizzazione” si gioca la questione dello spostamento dei lavoratori dell’ Ufficio Politiche per la Casa, da Via Petrarca a Via Levi, di concerto ovviamente con tutto il servizio, come già spiegato (qui). A tale proposito una lunga lettera dei lavoratori denunciava in modo particolare il non coinvolgimento degli stessi nel processo riorganizzativo, e le modalità con cui questo cambiamento sia stato comunicato. Stando a quanto risposto dal Segretario Generale Dottoressa Fazio, il cambio di sede per l’ufficio in questione rientrerebbe in un processo di macro organizzazione della struttura, che non incide e non modifica i dettagli del rapporto di lavoro: nessun cambio di mansioni, nessuna nuova responsabilità, nessuna variazione su sanzioni disciplinari o simili. Per tanto, trattandosi semplicemente di un cambio di sede, non era necessaria nessuna comunicazione preventiva ai dipendenti, né tanto meno l’invio di un ordine di servizio. “E’ stato richiesto l’invio di un ordine di servizio poiché qui le modalità usate per comunciare lo spostamento sono state inusuali -hanno spiegato dai sindacati– la riorganizzazione viene formalizzata con una delibera ovviamente, ma questa è un atto politico che non serve ai lavoratori, ai quali invece interessa che ci sia una determina, ovvero un atto di gestione tecnica che predisponga quando e come ci si dovrà spostare, determina che qui manca“.
Per Sindaco e Assessore, un’ esigenza di trasparenza nell’assegnazione delle case:
Sia l’Assessore Magro che il Primo Cittadino Rocchi, sono ritornati sul perché di questo spostamento così discusso, ed entrambi hanno rintracciato un dato alla base di questa scelta: “Non vi erano garanzie di tutela per i cittadini che realmente necessitavano di una casa; non vi erano regole precise nei criteri di assegnazione” hanno piegato. “La situazione trovata nell’Ufficio Politiche per la Casa era complessa -ha spiegato Rocchi– non venivano protocollati alcuni documenti, i procedimenti non erano a mio avviso cristallini e nelle liste di attesa per l’assegnazione del case, vi era una marea di gente che non possedeva nemmeno i requisiti per richiedere un alloggio. Quindi, è vero che mantenere un’unica sede in Via Petrarca sarebbe stato più comodo per i cittadini, ma a loro serve di più che ci sia garanzia di correttezza e trasparenza in un processo di assegnazione dei punteggi in graduatoria, che sino ad oggi era piuttosto a maglie larghe, e che non si creino inutili aspettative sulla base di conoscenze personali. Ora le situazioni specifiche verranno trattate con delicatezza dai servizi sociali, e le documentazioni relative verranno inviate in Via Levi, dove l’assegnazione degli alloggi avverrà rigorosamente su criteri tecnici, e da tecnici sarà eseguita, senza coinvolgimenti di sorta”.
Informatizzazione del servizio. Magro: “disponibile al dialogo con chi non strumentalizza”
Ecco dunque una soluzione per snellire le procedure e assicurare la trasparenza: l’informatizzazione, la possibilità futura di accedere ad una piattaforma online per essere inseriti in graduatoria; un form da compilare con i propri dati anagrafici e reddituali, di modo che sia impedito il proseguo della registrazione a chi non possiede i requisiti per l’assegnazione. “Era scritto nel nostro programma -ha concluso Rocchi– più trasparenza nella politica di assegnazione delle case”. Sulla stessa strada si incammina l’assessore Magro, che apre ad un dialogo con i dipendenti: “Che ai lavoratori possa non piacere una scelta di questo tipo ci può stare, non sempre si è concordi su tutto -ha spiegato- ma di sicuro non è una decisione presa contro i dipendenti, ma a favore dei cittadini, e allo stesso modo l’ Architetto Perego non è così sprovveduta da mettere in piedi un disservizio. C’è chi strumentalizza a priori la nostra impostazione, ma io non sono per il chiudersi in trincee ma per il dialogo aperto, verso il quale sono estremamente disponibile”.
Il premio di produttività
Era il primo punto della lettera inviata dai sindacati all’amministrazione e ai dirigenti, e chiedeva che venissero formalizzate le risorse economiche da destinare ai dipendenti come premio produttività per gli obiettivi lavorativi raggiunti. Premettendo che anche a Cologno i dipendenti lavorano sotto organico, con un rapporto percentuale tra lavoratori e popolazione drasticamente inferiore a quello previsto dalla legge, riesce facile capire come pochi debbano svolgere il lavoro che spetterebbe a molti, garantendo però lo stesso livello qualitativo nei servizi offerti pur in carenza di personale. E’ qui che arriva la richiesta di sapere sin da ora, per cosa e per quanto i lavoratori dovranno lavorare, sulla base di quali incentivi alla produttività e per quali obbiettivi.
Anche in questo caso, la risposta della Dottoressa Fazio non ha probabilmente entusiasmato i dipendenti. In ciò che il Segretario Generale scrive, è spiegato come spetta all’ Ente stabilire l’entità delle somme da destinare come incentivo di produzione, e che questo avviene prima deliberando l’esistenza di un fondo dedicato e poi deliberandone la sua destinazione sulla base di precisi obiettivi. Tutto ciò però è compito del Comune, e la somma individuata dai sindacati sulla base di un accordo con la precedente Giunta Soldano, 180.000 euro, è solo ipotizzata al momento, poiché non ancora inserita dall’attuale amministrazione nell’atto ufficiale che sancisce la costituzione del fondo di produttività. “Questo però non può essere comunicato né tanto meno deciso a fine anno, dopo che i lavoratori hanno lavorato per il raggiungimento di determinati obiettivi sulla base di accordi già presi” hanno spiegato dal sindacato.
Un dialogo difficile
Al momento pare dunque che il dialogo tra amministrazione e delegazione trattante di parte pubblica da un alto, con sindacati e lavoratori dall’altro, sia piuttosto complesso, e se la disponibilità dell’assessore Magro è a 360° e sia anche stata riconosciuta da parte di alcuni sindacati, il rappresentante della CISL Rosario Arcoraci spiega: “Auspico davvero che il buonsenso prevalga e che ci sia un confronto diretto attorno ad un tavolo, non attraverso scambio di mail, perché se ci si barrica e si gioca a chi molla per primo, non funziona. La Dottoressa Fazio deve darci elementi per ritenerla un interlocutore credibile, nonostante all’interno di un mandato di giunta piuttosto decisionista e poco incline al confronto”.