Sorpresa e commozione.
Oscilla tra questi due stati d’animo Antonio Brescianini, il sindaco di Vimodrone appena rientrato dal viaggio americano per commemorare i 1200 prigionieri di guerra italiani, tra cui suo padre Luigi, che lavorarono nel campo di Letterkenny a Chambersburg in Pennsylvania tra il “43 e il “45.
Sorpresa, per l’accoglienza accorata e minuziosa degli americani, che con la Camera di Commercio di Chambersburg in primis, e il suo Presidente Dave Sciamanna, hanno fortemente voluto celebrare quel ricordo a 70 anni dal rimpatrio dei soldati italiani. Commozione, per aver dato finalmente un aspetto concreto a quei luoghi conosciuti solo attraverso le parole del padre, attraverso quei ricordi ripetuti con fervore sino agli ultimi giorni di vita. “Una forte emozione davvero, non pensavo così tanto –ha raccontato il Sindaco- guardavo quei lunghi magazzini, la chiesa, il campo, e mi immaginavo dove fossero tutti gli altri luoghi di cui mio padre raccontava, le baracche, l’anfiteatro e cose così”.
Nella piccola cappella del campo costruita con materiali di riuso dalle sapienti mani dei soldati italiani 70 anni fa, lo scorso 24 ottobre c’erano davvero le massime autorità a rendere onore ai figli e nipoti di quegli italiani prigionieri di guerra. Per citarne alcune, basta ricordare che dal Congresso degli Stati Uniti è arrivato l’ Onorevole Parlamentare Bill Shuster, cui si sono aggiunte le presenze di rilievo del Commissario della Contea di Frankling David Keller, il Council President di Chambersburg Allen Coffman, il Colonnello dell’Ambasciata Italiana Rodolfo Sganga e il Luogotenente Colonnello Trenton, comandante della Letterkenny Munitions Center, ovvero quella che è la base eretta dove sorgeva il campo, e che pare ospitare al suo interno, tra i vari armamenti, anche i famosi Patriots.
La cerimonia religiosa celebrata dal Reverendo Rodriguez, ha portato più di un momento di grande commozione, che per qualcuno è sfociata in lacrime sulle note di quella musica che fu composta dal prigioniero Garbagnati per l’inaugurazione della cappella nel 1945, e che la scorsa domenica è stata riproposta con il Consigliere Regionale lombardo Carlo Borghetti all’organo, e il nipote del prigioniero Trevisan, Fabio, alla voce. L’icona della Madonna della tenerezza, è stata solo uno dei doni portati dagli eredi dei soldati del 321 battaglione ISU, cui altri ne sono seguiti, donati dal Sindaco Brescianini a nome di oltre 40 comuni italiani, tra cui una targa con raffigurato il volto del prigioniero veronese di Mozzecane, che negli anni di prigionia fece da sacrista alla piccola cappellina.
L’intervento del Sindaco in chiesa è stato tra i più applauditi e coinvolgenti, ma il momento più alto ed emozionante è stato l’abbraccio tra gli italiani figli e nipoti dei prigionieri, e i figli e nipoti americani di quei soldati italiani rimasti in America a costruirsi famiglia. Un abbraccio fisico e virtuale che ha lanciato un ponte di unione su 70anni di storia, che resta indelebile nel ricordo ma anche nell’esposizione permanente interna alla cappella di Letterkenny, che racchiude cimeli e foto, dediche e frasi di quei giorni al campo.
A Milano l’evento verrà replicato il 13 di Novembre, con un convegno nella sala delle colonne del Palazzo dei Giuriconsulti, cui seguirà l’inaugurazione della mostra allestita nella sala cerimonie del corpo mussale del Cimitero Monumentale di Milano.