Manca ormai pochissimo. Il 31 ottobre, data delle premiazioni del concorso nazionale di scrittura Liberi di Scrivere, è alle porte e i componenti della commissione giudicante hanno terminato il loro lavoro. I nomi dei tre vincitori sono nel cassetto chiusi a chiave, così come quelli degli altri racconti che verranno pubblicati nel volumetto conclusivo.
GIUDICI SEVERI ED ESIGENTI PER QUESTA EDIZIONE
Va detta subito una cosa, a testimonianza del valore della giuria e della serietà del concorso, le valutazioni di questa edizione sono state piuttosto esigenti e non è stato facile incontrare il gusto di tutti i giudici, che sembrano aver rilevato un leggero calo nella qualità più finemente letteraria degli scritti, almeno rispetto ai racconti ricevuti due anni fa in occasione di quel tema così particolare come quello della violenza di genere. Forse in quel caso le penne intingevano più a fondo nell’animo, mentre in questo caso il tema centrale legato al cibo, consentiva di restare anche più in superficie.
“Confrontando i racconti letti con quelli di altri concorsi dove ho giudicato, questi restano comunque di un livello più alto” ha commentato il giudice Elisabetta Bucciarelli, scrittrice. Più severi i due giudici storici del concorso, entrambi fini frequentatori delle lettere sebben con percorsi differenti, Mauro Raimondi, scrittore e professore, e Alberto Figliolia, giornalista, scrittore e poeta: “Il dato quantitativo è assolutamente rilevante, e per questo il concorso è davvero un successo con un’edizione da record -hanno sottolineato- ma alcuni racconti sono risultati poco curati formalmente, magari con spunti interessanti rispetto all idee, ma questo è pur sempre un concorso letterario e non si può giudicare solo l’argomentazione. Comunque abbiamo trovato alcune eccellenze senza dubbio”. E queste eccellenze sono balzate ai primi tre posti della classifica, trovando l’accordo unanime di tutti e gli otto i giudici.
Sempre in merito alle aspettative della giuria, anche per lo scrittore Lello Gurrado c’è un’idea disattesa compensata da una piacevole sorpresa: “In generale mi è sembrato di ritrovare temi molto ricorrenti, piuttosto comuni, poco fuori dagli schemi. Ci sono state molte autobiografie, però poco rappresentative di una condizione universale, mentre devo dire che ho trovato delle belle prove e sforzi meritevoli che mi hanno colpito laddove si è provato ad utilizzare un contesto storico come sfondo delle vicende”.
IL CIBO: MENO RACCONTI GIOIOSI E TANTA SOFFERENZA
“Sono sorpreso dalla cupezza dei racconti letti -ha commentato il Presidente di Giuria Valerio Massimo Visintin, Critico Gastronomico del Corriere della Sera– mi sarei aspettato qualcosa di più gioioso legato al cibo, di più conviviale, mentre sono state tante le storie di dolore, persino di malattia”. Meno sorprese a proposito le donne della giuria, Elisabetta Bucciarelli, Cristina Borgonovo e Paola Di Andrea del Settore Cultura di Città Metropolitana e Anna Perina, docente di Lettere e componente del gruppo di lettura incrociARTI: “Ci aspettavamo racconti di patologie legate al cibo, è significativo questo perché conferma la capacità della scrittura di tirar fuori temi forti“, hanno spiegato le giurate concordi, “Credo tra l’altro che proprio il disagio alimentare si presti a veicolare una scrittura più piatta, più asettica, magari più infantile -ha aggiunto Bucciarelli- mentre con la violenza di genere c’era una letteratura più rabbiosa e violenta”.
ALTRI TEMI
In un momento in cui il cibo, al di là di EXPO’, è catalizzatore di attenzione in televisione, nei manuali, nei libri così come al cinema, le declinazioni che di esse ne hanno dato i partecipanti sono diverse. Oltre al disagio alimentare sono comparsi anche temi come la povertà, l’omosessualità, ricette interne al racconto, menzioni di numerosi piatti stranieri, tantissimi temi legati al ricordo e al passato, con qualche punta nella letteratura horror, pochissimo fantasy e forse un caso di cibo umanizzato protagonista della vicenda. Ma un dato è stato tra i più ricorrenti e gettonati: la nonna, figura presente in tantissimi dei pezzi inviati dai partecipanti, che unita al dato malinconico,ci fa ritornare al quel “confort food” di cui avevamo parlato questa estate (qui).
QUALCHE DATO SUL CONCORSO
Per riassumere in dati e snocciolare qualche curiosità, vi diciamo che i racconti pervenuti sono 173 ma i partecipanti 174 perchè uno è stato composto a due mani. E’ per questo che nella conta degli autori, risultano 87 donne e 87 uomini, una parità perfetta rarissima. Per un età media dei partecipanti di 45 anni, ne ha 18 l’autrice più giovane, una ragazza albanese residente a Garlasco (PV), mentre è di Bologna lo scrittore più anziano con i suoi 78 anni. I cinque carugatesi sono sicuramente i partecipanti che hanno fatto meno strada, mentre viene dalla provincia di Reggio Calabria (Bova Marina) la donna il cui racconto ha viaggiato più a lungo per finire in biblioteca a Carugate. Lombardia, Piemonte e Toscana sono risultate le regioni più ispirate, rispettivamente con 112, 11 e 11 racconti, mentre ricordiamo la presenza di uno scritto del Canton Ticino in Svizzera.
Appuntamento dunque al 31 ottobre alle ore 17.00 presso l’ Auditorium del Centro Socio Culturale Atrion di Via San Francesco 2 a Carugate, dove verranno premiati i vincitori di questa edizioni di Liberi di Scrivere, compreso il vincitore del premio popolare assegnato attraverso la votazione online sul nostro quotidiano (vota qui).