Dopo che nei giorni scorsi il Consigliere Claudio Gargantini aveva pubblicato sul suo profilo Facebook e sul suo blog una lettera indirizzata al Sindaco e agli Assessori Rosci e Zacchetti, denunciando carenza di servizi igienici utilizzabili nella palestra di Via Don Milani visti i lavori di riqualificazione, ieri 2 ottobre è arrivata la risposta del primo cittadino Eugenio Comincini. Ma andiamo con ordine.
Nella lettera, Gargantini lamentava essenzialmente due questioni: in primo luogo veniva sottolineato come le tempistiche per i lavori fossero sbagliate, visto che programmandoli nel periodo estivo avrebbero sicuramente riportato meno disagi. In secondo luogo si poneva l’accento sull’assenza, sempre a causa dei lavori, di servizi igienici per gli studenti e gli atleti che ogni giorno usufruiscono degli spazi della palestra, e in particolare si chiedeva come mai non fossero stati installati dei bagni chimici per sopperire alla mancanza di quelli in ristrutturazione. “È una situazione problematica – ha aggiunto Gargantini – Io come genitore di ragazzi che frequentano la palestra posso dire di aver vissuto questo disagio. Molte associazioni sportive che utilizzano gli spazi della palestra si sono trovate in difficoltà, visto anche lo scarso preavviso ricevuto dall’Amministrazione comunale.”
La risposta del Sindaco però, ha espresso tutta la sua contrarietà rispetto ai contenuti della lettera. “La reputo una polemica sterile quella avanzata dal Consigliere Gargantini – ha dichiarato Comincini – I lavori per la riqualificazione della palestra erano annunciati da tempo e da Lunedì i bagni della palestra saranno agibili. Oltretutto i servizi igienici dell’auditorium sono attaccati alla palestra, mi sembrava sottinteso che potessero essere usati vista l’inagibilità di quelli in ristrutturazione. Posso assicurare che le Associazioni che usufruiscono della palestra sono state tutte avvisate per tempo e infatti nessuna è venuta a lamentarsi per questo tipo di problema; mi pare strano che siano andate a lamentarsi da Gargantini e non siano venute da me.”
MATTEO OCCHIPINTI