LIBERI DI SCRIVERE
INCONTRO CON VALERIO VISINTIN, CRITICO GASTRONOMICO DEL “CORRIERE DELLA SERA”

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Il termine per la presentazione degli scritti è scaduto ormai da giorni, e ora la palla passa alla giuria del 5° Concorso Nazionale di Scrittura Liberi Di Scrivere. Un’edizione quella del 2015, che batte i record toccando quota 173 racconti pervenuti, con autori provenienti da 16 regioni d’Italia, e l’ingresso di un racconto proveniente dalla Svizzera.

A guidare il lavoro dei giurati c’è Valerio M.Visintin, critico gastronomico del Corriere Della Sera, che nella foto di copertina vedete nella “versione per il pubblico”, ovvero quella che ne copre le sembianze, di modo che il suo lavoro da “Anton Ego” sia preservato. Visintin cura il blog del Corriere Mangiare a Milano ma le sue recensioni non sono le classiche fredde cronistorie di una piacevole o disdicevole cenetta, con voto finale e tanti saluti. I suoi post vanno al di là, raccontando uno spaccato della società, il contesto del cibo, le storie legate alla tavola, facendosi largo tra alcune note poetiche ed evocative, come quando scrisse “Quel che voglio davvero nella vita è fare il sommelier dei sorrisi femminili”. Insomma, Visintin è il presidente di giuria ideale per un concorso letterario dove si chiede agli autori di scrivere e romanzare il cibo, il mangiare, il bere, gli uomini e le donne.

Ma cosa si aspetta da questa risma di 173 racconti ?
“Mhmm… Mi piacerebbe davvero sorprendermi, ritrovare il cibo in ogni strana dimensione, quella negativa, quella dell’eccesso magari, o comunque incipit che partano dalla tavola –ha raccontato- però, se sto a vedere la tendenza degli ultimi anni anche dei cosiddetti food blogger, spesso e volentieri si scrive di cibo per raccontarne la preparazione, la cerimonia del cucinare, il dettaglio del come si fa piuttosto del come si mangia.” Trovare una visione insolita del cibo è un’esigenza comprensibile in un uomo che ha fatto degli alimenti e del cibo l’oggetto del mestiere, quasi perdendone il senso del ricordo legato a contesti più conviviali che lavorativi.

E lui, allora, come ne avrebbe parlato del cibo se fosse stato un partecipante ?
Mi sarei allontanato dall’oggetto della trattazione, avrei scelto un punto di vista strano, non immediato, intimo, per sorprendere prima di tutto me stesso, perché chi scrive deve sorprendere prima di tutto sé, per poi colpire gli altri”. E il legame tra cibo e storie è dato di fatto che non si può negare, soprattutto nel caso di Visintin, figlio d’arte di un padre anche lui giornalista al Corriere, che quando morì nel 1990 lasciò incompiuto un pezzo sulla ristorazione per la rivista “Bar Giornale”, che Valerio si prese il coraggio di terminare di suo pugno, chiudendo così il lavoro di suo padre, e aprendo a se stesso una nuova strada.

Il racconto, il cibo, le storie, sono cose che hanno accomunato tutti i 174 partecipanti (un racconto è scritto in coppia) al concorso di quest’anno, vero clamoroso successo che il critico spiega così: Mangiare è forse il fatto più evocativo nella vita di una persona, addirittura sin da prima della nascita già ci nutriamo. Non tutti potremmo intrattenerci parlando di astrofisica nucleare, ma sicuramente sul cibo ognuno di noi ha storie, racconti e aneddoti da spendere. Tutti lo viviamo, e in tempo di crisi spesso torna ad essere il momento centrale, spesso rifugio per antonomasia. Un tempo i programmi televisivi di cucina non erano una passerella per Chef, ma scoperta del nostro paese attraverso le pietanze, e penso a Mario Soldati, oppure ad Ave Ninchi e Luigi Granelli e alle loro narrazioni sul cibo come elemento centrale, o ancora ricordo il libro di Marotta l’Oro Di Napoli, e quel pezzo dove descrive il ragù.” 

A scambiarci quattro chiacchiere ci si rende conto di come Valerio M.Visintin, cresciuto con Jules Verne prima e con i testi dei cantautori italiani poi, non possa che essere giudice perfetto di questo concorso nazionale declinato sul cibo e la scrittura, ingredienti che danno gusto al suo lavoro e sapore alle sue recensioni.