Ha girato il mondo, dove ha portato la su arte tessendo rapporti d’i lavoro e amicizia. Ci sono luoghi del pianeta, da New York a Parigi, dal Tennesee alla Germania, alla Svizzera, al Belgio e molti altri, che custodiscono un segno del suo passaggio artistico. Ma l’ultimo saluto a Max Squillace, artista, scultore di grande caratura, è avvenuto ieri a Brugherio, alle 15.00 in una Piazza Giovanni XXIII gremita di affetto nei volti delle persone che sono accorse a ricordarlo.
Scomparso lo scorso 9 settembre a 69 anni, Squillace ha ricevuto così un ultimo lungo abbraccio in un luogo particolare della città, che custodisce uno dei due principali monumenti da lui realizzati negli anni, il “Monumento alla Pace” apprezzato sin dalla sua installazione e ancora oggi capace di emozionare. L’altra opera brugherese è il “Monumento al Donatore di Sangue“.
“Un grande artista che ha segnato la storia della nostra città non solo per i monumenti e le opere, ma anche per la storia di una comunità d’arte che ha caratterizzato la vita culturale. Un artista apprezzato in tutto il mondo, al quale oggi va il nostro pensiero riconoscente”.Così il Sindaco Marco Troiano ricorda un altro passo fondamentale che legava Squillace a Brugherio, la fondazione in collaborazione con altri brugheresi e appoggiato dall’allora sindaco Ettore Giltri e dall’assessore Luciano Rossi, dell’ Accademia dell’Arte in Villa Sormani, di cui poi restò Presidente per diverso tempo.
Le mostre insieme a Giò Pomodoro (tra gli altri), i lavori alla RAI, l’ Art54 di New York, e molte altre illustri opere e partecipazioni, non hanno mai minato la semplicità e la riservatezza di Max Squillace, che ha varcato i confini internazionali continuando però ad avere attenzione per il territorio del milanese che lo aveva ormai adottato sin dal 1963. Oltre a Brugherio infatti, Carugate, Ornago, Melzo e Trezzano ospitano opere di questo scultore davvero tra i più affermati nel suo campo, che nella scorsa primavera aveva tenuto un’esposizione personale alla Art Gallery di Brera.
“Ci ha lasciato un artista di grande spessore, una persona che ha sempre dato tutto se stesso alla sua attività e lo si legge nelle sue opere, nella capacità di trasmettere attraverso la dura materia bronzea la dolcezza dei sentimenti. Ciao Massimo, che la terra ti sia lieve, ciao amico”. Questo di A. M. è uno dei tantissimi commenti apparsi su Facebook dopo la notizia della morte dell’amatissimo artista. E ancora G.M. scrive: “Lui, la sua amicizia, i suoi pensieri e le sue opere ci sono stati di riferimento fin dai tempi della comunità d’Arte. Riposi in Pace”.
A distanza di oltre 200 anni, Foscolo pare aver ancora ragione dunque: quando un’artista lascia così tanto segno del suo passaggio, il suo ricordo resterà vivo più che mai e indelebile, per questa “celeste corrispondenza d’amorosi sensi” che i brugheresi hanno già dimostrato di provare, stringendosi ieri ancora una volta attorno a Max Squillace, e alla sua famiglia.