BRUGHERIO
E’ POLEMICA SULL’UTILIZZO DI STRUTTURE PRIVATE PER GLI ASILI NIDO. MA LA GIUNTA SPIEGA

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Tiene banco in questi giorni in città la questione degli asili nido, e la diatriba sulla scelta dell’amministrazione di ridurre il numero di sezioni per una certa fascia di utenza, ricorrendo ad alcune strutture private di supporto convenzionate, cosa che ha destato l’attenzione dei sindacati, subito scesi in campo.

LA DELIBERA E LE RAGIONI
Tutto ha inizio con una delibera della giunta di Brugherio del 25 giugno, nella quale si è scelto di aprire per l’anno 2015-2016 un’unica sezione del nido dedicata alla fascia di età dei “piccoli”, e di farlo presso la struttura comunale del nido Munari di Via Nazario Sauro, al posto che al nido Andersen, usufruendo poi della convenzione con le corrispettive strutture private accreditate con il Comune, per l’acquisto di 8 posti per altrettanti bambini che resterebbero fuori dalla classe allestita al Munari, e si è deliberato in conclusione, di rinviare qualsiasi scelta per i prossimi anni sulle base delle richieste di ammissione che arriveranno in futuro dalle famiglie interessate.

Sono proprio queste richieste che hanno portato alla scelta dell’amministrazione,  giunta a formulare questa proposta a fronte di una diminuzione netta del numero delle domande d’iscrizione: 55 bambini in totale residenti a brugherio, contro i 69 dell’anno precedente tra piccoli, medi e grandi, sia a tempo parziale che pieno. Nello specifico, per la sezione piccoli oggetto della discussione, le richieste sono state 20 per posti a tempo pieno sezione piccoli, e 4 a tempo parziale sezione piccoli.

Si poneva dunque il che fare, e l’amministrazione di Brugherio ha trovato la soluzione attingendo agli spazi del nido Scarabocchio dell’ Edilnord, con il quale si era giunti al rinnovo della concessione stipulata.

In un comunicato stampa apparso anche sulle pagine Facebook del comune, si legge:  “Sulla base del calo delle domande e dei posti convenzionati da occupare, i numeri per aprire due sezioni dei piccoli erano molto bassi” Il comunicato spiega anche come per il futuro vige l’incertezza, in quanto la nuova riforma scolastica potrebbe far passare gli asili nido sotto competenza dello stato per quanto riguarda l’assunzione del personale: “Per questi motivi abbiamo ipotizzato una sola sezione dei nidi al Munari e di acquistare posti nei nidi privati convenzionati col Comune, con i quali da anni si lavora insieme a livello di ambito di servizio sociale”. 

LA REAZIONE DEL SINDACATO
Immediata la voce del sindacato, con il Segretario Ggenerale di FP CGIL Monza e Brianza Walter Palvarini, che chiede come prima cosa un incontro urgente e dice: “Non siamo d’accordo con la chiusura di una sezione del nido Anderson e dello spostamento dell’utenza nei nidi privati. Ci troviamo a fare i conti con la riduzione dei costi senza poter discutere di questo servizio. Siamo di fronte ad un fatto compiuto non c’è stata possibilità di avere informazioni, di avanzare eventuali proposte, di avere garanzie per i prossimi anni”.

LA POSIZIONE DELL’AMMINISTRAZIONE
Nella sua risposta l’amministrazione  ha messo subito in chiaro che la scelta non è stata fatta per risparmiare soldi e neppure sarà reiterata in futuro.

“Si parte sempre dal numero delle domande di iscrizione, dalle eventuali novità contenute nella legge della “buona scuola” e dai vincoli dei comuni per la spesa del personale“. Questa è la tesi della Giunta, che sempre nel comunicato spiega come per l’apertura della sezione dei piccoli al nido Andersen, il comune avrebbe dovuto assumere del personale a tempo determinato, cosa impossibile a causa di un vincolo di legge che impone un tetto massimo invalicabile per le spese del personale a tempo determinato, un confine che il comune avrebbe superato perché ha già dalla sua spese per l’acquisto di voucer per le persone in difficoltà, per l’assunzione di sette persone provenienti dalle liste di mobilità che lavorano in comune, e per la presenza di altro personale già assunto a tempo determinato, comprese le stesse educatrici dei nidi.

FRANCA ANDREONI