“Il Comune provvede a tutelare e sostenere le unioni civili, al fine di superare situazioni di discriminazione e favorirne l’integrazione nel contesto sociale, culturale ed economico del territorio”.
Così recita l’articolo 2 del regolamento per il riconoscimento delle Unioni Civili, approvato nel consiglio comunale dello scorso 6 luglio con 12 voti a favore (i 6 consiglieri PD, i 3 di Gorgonzola Bene Comune, l’ex sindaco Baldi, Fracassi di Insieme per Gorgonzola, Franco di M5S), 1 astenuto (Vallese di Città amica) 1 contrario (Radaelli di Progetto Gorgonzola), e il voto favorevole del Sindaco Stucchi.
Così, dopo Carugate (qui), anche Gorgonzola mette a disposizione dei suoi cittadini il Registro delle Unioni Civili, al quale potranno iscriversi “due persone maggiorenni, di sesso diverso o dello stesso sesso, residenti e coabitanti nel Comune di Gorgonzola”, come ben precisato al punto 1 dell’articolo 4 del documento.
Una scelta importante per la città, che si muove in una direzione di estensione dei diritti verso tutti i suoi residenti: “Il registro prevede l’equiparazione delle coppie registrate alle altre per le materie di competenza comunale -ha spiegato Gabriele Mandelli, capogruppo del PD locale- Penso alle graduatorie per le assegnazioni di abitazioni, o l’accesso ai servizi sociali del comune. Per esempio: se una coppia è registrata, allora il loro reddito dovrà essere considerato cumulativamente, e di conseguenza ci saranno anche risparmi per il comune, che alla coppia non eroga ciò che eroga al singolo. Ovviamente tutto resta sempre entro i limiti delle competenze e normative comunali”.
Proprio su questa ultima affermazione si è spesso innescata anche altrove la domanda: ma è utile un registro delle unioni civili locale, se a livello nazionale non esiste una legge ? Anche a Gorgonzola la risposta è stata forte e convinta: è utile, “al riconoscimento di diritti e benefici previsti da Atti e Disposizioni dell’Amministrazione Comunale” (punto 2 art. 3 del regolamento). Come dire: in attesa che lo stato prenda delle scelte, nella vita di città avviamo già dei percorsi ben precisi.
Ma non è solo una questione pratica e legislativa, è anche, e a tratti soprattutto, una questione politica: “Il comune si prende la responsabilità, per la propria limitata competenza, di mettere in pratica gli articoli 2, 3 e 117 della costituzione, come interpretati dalla corte costituzionale e dalla cassazione -ha sottolineato sempre Mandelli– parliamo quindi di libertà individuali del singolo come individuo e nel luogo della sua formazione sociale, e la coppia ne è emblema, e parliamo poi di uguaglianza sostanziale e formale degli individui, e ancora del rispetto di obblighi internazionali, trattati europei i quali riconoscono dal 2009 il diritto di tutti in età adulta di accedere al matrimonio, senza specificare la diversità tra uomo e donna”.
Dunque, sebbene il registro darà più diritti a livello locale alle coppie che si iscriveranno, è innegabile che la sua istituzione sia un monito lanciato a livelli più alti, che stando agli articoli citati da Mandelli e in particolare al 117, sono specchio di “uno stato che è in sostanza inadempiente della sua stessa costituzione e dei trattai comunitari” come ribadito in chiusura dal capogruppo PD.