Si parla di cosiddetta “bufala“, quando una notizia è falsa.
Nel caso dell’avvistamento del ragno gigante nelle acque del parco Increa, non era la notizia ad essere falsa, perché effettivamente un avvistamento c’era stato, con tanto di testimonianze oculari e fotografie.
Ad essere finto era il ragno, e se ad occhi esperti poteva essere chiaro sin da subito, “chi non conosce i ragni ad un primo impatto avrebbe potuto confondersi, non tutti devono essere esperti in materia, ma chi ha un minimo di conoscenze zoologiche avrebbe dovuto dubitare” ci ha detto Carlo Legittimo, Direttore di Aracnofilia, il Centro Studi sugli aracnindi unico nel suo genere su suolo italiano, che ha poi precisato: ” 3 o 4 volte l’anno, veniamo contattati da signore e signori anziani, dai loro nipoti, da semplici cittadini che per strada trovano ragni giganti e neri di ogni fattura, sempre di gomma. Sono di solito modellini morbidi e differiscono notevolmente per forme e caratteri morfologici dai veri ragni. Probabilmente sono giochi abbandonati accidentalmente da bambini, o messi in posizioni strategiche con intento goliardico“.
UNO SCHERZO. O NO ?
E quest’ultima sembra l’ipotesi più accreditata per “il ragno d’Increa“, a giudicare da come era posizionato l’esemplare sul tronco. Uno scherzo che ha ingannato anche Lino Sala e Manolo Sala, testimoni dell’avvistamento, due pescatori che hanno sempre dimostrato in passato di avere conoscenze più che scientifiche in materia di flora e fauna del laghetto, come nel caso delle nutrie, delle tartarughe abbandonate e dell’alga rossa nelle acque. Ma questa volta pare dunque siano stati ingannati da un grosso ragno di gomma, che forse a causa di un movimento di un pesce sott’acqua, o di un rivolo di vento, è lentamente scivolato dal tronco su cui era stato abbandonato, dando loro l’illusione del movimento.
Nonostante questo, ieri mattina Lino Sala ribadiva ciò che aveva visto con convinzione: “Erano circa le 20.00 di lunedì 13 luglio, e insieme a me e mio figlio vi era una ragazza che passeggiava nei dintorni. Lo abbiamo visto con i nostri occhi scendere in acqua. Negli anni “60 la stampa riportò il caso di una Rana Toro di oltre un chilo, mai vista e a cui nessuno credeva. Solo dopo aver dragato l’area hanno scoperto che esisteva veramente. Non so che dire, a noi è sembrato reale quel movimento.”
ERA UN RAGNO FINTO, LO DICE LA SCIENZA
Carlo Legittimo però, ci ha spigato scientificamente perché quello ritratto in foto, non solo non è della specie presunta “ma non somiglia a nessuna delle oltre 45000 specie di ragni ad oggi note” ha detto Legittimo, che in riferimento alle foto arrivate da Increa, si è poi addentrato nel dettaglio scientifico: “L’addome di quella forma e con quella segmentazione è inesistente in natura. Gli unici ragni con addome segmentato sono i Mesothelae, un infraordine molto arcaico che presenta però addome circa-sferico e non ogivale. Quelle due protuberanze dorso-anteriori, che ricordano molto più gli occhi di un dittero (nda: esempio una mosca), sono assolutamente assenti nei ragni che, invece, presentano un cefalotorace generalmente piatto o poco bombato. Anteriormente sembrano esserci due piccoli cornetti al posto dei piu grandi e vistosi cheliceri che un ragno dovrebbe avere. Sono presenti 4 coppie di zampe ma mancano le due appendici boccali chiamate pedipalpi, strutture molto simili a zampe ma che hanno funzione strumentale e sensoria e non locomotoria. Le zampe, inoltre, sembrano formate da 3 grossolani segmenti quando invece dovrebbero essere 5 : femore, patella, tibia, metatarso e tarso. Mancano poi le filiere nella parte posteriore dell’addome, ovvero gli organi atti a tessere e posizionare la tela, che la specie Macrothele Calpeiana, presunta dai due pescatori, ha molto molto lunghe, e quindi vistose, essendo una gran tessitrice.”
Sempre a proposito della specie indicata nella testimonianza e nelle ricerche di Manolo e Lino Sala, il Direttore di Aracnofilia ha raccontato di come sia un esemplare del tutto estraneo all’acqua, ma avvezzo ad ambienti secchi e caldi del sud della Spagna, arrivato in Italia attraverso l’importazione nella penisola di uliveti iberici, che contenevano tra i cunicoli delle radici nodose, alcuni esemplari di questo particolare ragno “che abita per tutta la sua vita cunicoli scavati nel terreno, soprattutto tra le radici degli alberi” ha concluso Carlo Legittimo, che a conferma della sua spiegazione ci ha inoltrato le fotografie dell’esemplare citato dai due pescatori, che potete vedere a fondo articolo.
LA POLEMICA
Capitolo chiuso dunque, non fosse che restano due persone convinte di ciò che hanno visto. E a tal proposito, è montata anche una polemica su social network, dove i due Sala vengono accusati di ricercare spazi per poter attaccare l’amministrazione, con la quale sono in rotta da tempo per la questione del divieto di pesca nella cava, e per svariate situazioni legate al parco. A questa cosa è stato proprio Lino Sala a rispondere: “Se avessimo voluto attaccare l’amministrazione, avremmo avuto mille altre ragioni e modi per farlo -ha detto- noi abbiamo semplicemente comunicato ciò che abbiamo visto e che ci sembrava strano, e la colpa in questo caso l’abbiamo data a chi abbandona animali in acqua nonostante i divieti riportati sui cartelli, anche messi di recente proprio dall’amministrazione“.
E proprio l’Assessore all’Ambiente Marco Magni, che non ha commentato l’avvistamento o la veridicità del ragno in sé, ha però ribadito l’importanza di rispettare alcune indicazioni riportate proprio nella cartellonista del parco, per la quale è stato stanziato un importante investimento di modo che tutti possano conoscere e rispettare le regole del vivere civile ad Increa.
In conclusione, un’altra cosa vera della notizia riportata ieri, è che l’inciviltà è comunque di moda nonostante i divieti, dato che nelle acque del laghetto è stato abbandonato un grosso giocattolo di gomma come fosse una discarica.
La redazione ringrazia per la preziosa consulenza Carlo M. Legittimo e Aracnofilia – Centro Studi sugli Aracnidi, un progetto associativo autofinanziato che da tempo si è attestato come unica realtà italiana ad approfondire la ricerca sui ragni studiando, valorizzando e divulgando a vari livelli la conoscenza di questo mondo, attraverso un sito web, un forum tematico di discussione e una pagina Facebook.