ATM
, Comune di Milano e Città Metropolitana, non si troveranno questa volta, davanti a delegati di associazioni o esponenti di movimenti convinti di portare avanti la loro personale battaglia per il diritto alla mobilità. Per sostenere questo causa infatti, scenderanno in piazza, o meglio nei piazzali delle rispettive stazioni della metropolitana, i sindaci in prima persona, quelli che sul loro territorio hanno strutture di accesso alla MM2 obsolete e inadatte ad accogliere persone con disabilità permanente e temporanea, stazioni che versano in queste condizioni da tempo nonostante i preesistenti accordi siglati, e che necessitano di riqualificazione e manutenzione, lavori di competenza del Comune di Milano, proprietario delle infrastrutture.
In estrema sintesi è questo il percorso di mobilitazione comune a più tappe, che i sindaci Rusnati di Bussero, Mandelli di Cassina, Sancini di Gessate, Stucchi di Gorgonzola e Brescianini di Vimodrone, con il sostegno convinto di Comincini per Cernusco, hanno presentato ieri 3 giugno, in presenza di Arianna Censi, Consigliera delegata alla mobilità e viabilità della Città metropolitana di Milano (nella foto insieme ai cinque sindaci, tra cui mancava Stucchi di Gorgonzola).
LE DATE DELLA MOBILITAZIONE
A partire dal 5 giugno presso la MM2 di Vimodrone, e poi in modo itinerante a Bussero l’8, a Gessate il 10, a Gorgonzola l’ 11 e a Cassina il 12, i sindaci si ritroveranno nei piazzali della metro dalle 7.30 alle 09.00, non tanto per convincere i cittadini della validità della loro protesta, “perché le persone sanno benissimo quali sono i grandi disagi che affrontano quotidianamente“, come ricordato dal sindaco cassinese Mandelli, ma per stare in mezzo alla gente, dare un riscontro dell’impegno preso in campagna elettorale proprio su questo tema, ed “essere rappresentanti e custodi della comunità che ci chiede risultati -ha precisato Rusnati– e che su quelli misurerà il nostro impegno. Per questo chiederemo di essere protagonisti nella definizione di un tavolo tecnico amministrativo con il Comune di Milano, ATM, istituzioni metropolitane e realtà locali, per individuare risorse economiche e modalità di spesa, interne ed esterne, e delineare una strada comune per raggiungere l’obiettivo. In questo senso costruiremo anche una rete di relazioni, già avviate, che va dai parlamentari delle nostre circoscrizioni, sino alle istituzioni territoriali e alle realtà associative”.
La settimana di manifestazioni è partita a Cernusco con la presentazione della mobilitazione, perché la città ha già visto importante interventi alla stazione centrale, e presto vedrà partire i lavori in quella di Villa Fiorita: “Ma non può essere che questo sia un caso isolato -ha spiegato il Sindaco Eugenio Comincini– soprattutto ora dove il contesto non é più quello di comuni indipendenti, ma di enti legati alla Città Metropolitana Milanese, all’interno della quale deve crescere questo spirito di progettazione comune, per trovare risorse e far partire progetti che consentano anche a questo braccio importante della MM2 che porta in Milano tantissime persone, di usufruire di strutture adeguate all’importanza che l’area in cui viviamo ricopre”.
LE RAGIONI DELLA PROTESTA
Se il punto dal quale parte la protesta è quello delle barriere architettoniche che impediscono l’accesso ai disabili, è pur vero che le problematiche sollevate dai sindaci toccheranno anche altri aspetti legati alla sicurezza di strutture fatiscenti che richiedono interventi e manutenzione. Nel chiedere al Comune di Milano un intervento coordinato con ATM e Città Metropolitana, i sindaci si dicono disposti anche a “pensare ad una forma di cofinanziamento, in cui noi amministrazioni possiamo mettere la nostra parte, partendo però dallo sblocco dei fondi che abbiamo in giacenza per via del patto di stabilità -ha spiegato il sindaco di Vimodrone Brescianini– C’era un accordo del 2007 siglato dall’allora Ministro Di Pietro nell’ambito delle compensazioni a carico di Teem e Brebemi, che prevedeva un finanziamento destinato a queste infrastrutture, ed è stato completamente disatteso. Ora non è più possibile avere stazioni della Metropolitana inaccessibili ai disabili, è una necessità che ha carattere di giustizia e dignità delle persone“.
Sul cofinanziamento è d’accordo il Sindaco di Gessate Sancini, che sui fondi da recuperare fa un ragionamento circolare: “Con EXPO sono aumentati i numeri di passaggi dai tornelli, e con questo è aumentato in proporzione il numero di persone che avrebbero bisogno di accessi facilitati. In questo senso, strutture ricettive consentirebbero un aumento dei flussi, che a loro volta andrebbero a generare introiti e quindi in estrema sintesi maggiori utili, che possono poi essere reinvestiti per un costante miglioramento del sistema, con strutture e tariffe accessibili. In questi 30 anni tutto questo è stato disatteso. Serve una progettazione comune, che ora non c’è”.
LA VOCE DELLA CITTA’ METROPOLITANA
Sulla progettazione ha insistito invece la Consigliera delegata alla mobilità della Città Metropolitana, Arianna Censi, che ha deciso di sostenere la mobilitazione dei sindaci, partendo dal fatto che il nuovo ente metropolitano ha già messo a capitolo il delicato argomento: “La richiesta dei sindaci è non solo giusta ma essenziale per fornire un servizio di trasporto pubblico per tutti -ha dichiarato la Censi- Il trasporto pubblico che è in grado di trasportare disabili o persone anche solo in momentanea difficoltà, è in grado di trasportare meglio tutti. Questi lavori richiesti, e non oltre differibili, vanno realizzati con una deroga al patto di stabilità o tramite fondi di progettualità europea. Il tema della programmazione, complessiva e a 360 gradi, deve riuscire a produrre una nuova “cultura” del trasporto pubblico locale, che superi i continui tagli annuali di Regione Lombardia in merito, con un’inversione di tendenza e un massiccio investimento strutturale nel settore”.
Per la prima volta dunque, assisteremo ad una mobilitazione di piazza dei Sindaci, fatto più unico che raro, che chiameranno a raccolta tutti i cittadini, per puntare a raggiungere un obiettivo comune, segno di civiltà e rispetto per la persona, oltre che semplice impegno economico di fondi, per la ristrutturazione di stazioni “del Metrò“.