Chiunque conosca l’accesso alla stazione di Gorgonzola da entrambi i lati, può ben comprendere come i cittadini siano rimasti entusiasti di sapere che sei sindaci della zona si stavano battendo per risolvere la drammatica situazione legata alla mobilità e alle barriere architettoniche (qui). Ancora non a tutti è chiaro come la competenza e la responsabilità di questi interventi, siano completamente a carico del Comune di Milano e ATM, e anche ieri mattina 11 giugno, il volantinaggio dei primi cittadini di Gorgonzola, Bussero, Cassina, Vimodrone, e del Vicesindaco di Gessate (assente questa volta Cernusco) ha spiegato proprio questo.
Angelo Stucchi, Sindaco di Gorgonzola, ha posto più volte l’accento su come nel 2015, in un’ottica di Città Metropolitana in cui lui sente già fortemente inserita la sua città, “sia intollerabile non concedere a tutti i cittadini la possibilità di un accesso agile e dignitoso ai mezzi di trasporto” (vedi video intervista di copertina). Al suo fianco anche il Vicesindaco Leoni, gli assessori Balconi e Basile, il presidente del consiglio comunale Vallese, il segretario cittadino del PD Bianchi, e alcuni consiglieri.
A sostegno della protesta, è intervenuto un folto drappello di associazioni locali, tra cui Astrov ed Erba Matta. Piuttosto attivi nella manifestazione, gli iscritti del Sindacato Pensionati Italiani della CGIL: “Siamo qui senza bandiere perché non vogliamo strumentalizzare la protesta -ha precisato Dante De Ponti– ma siamo presenti perché siamo fortemente preoccupati per il nostro futuro. E’ inevitabile che saremo coloro i quali potrebbero avere a distanza di tempo, difficoltà di movimento, di deambulazione, e la presenza di barriere architettoniche come queste della metropolitana di Gorgonzola, ci fanno immaginare uno scenario dove non potremo più accedere a questo trasporto”.
Nel percorrere in prima persona le rampe di accesso alla stazione, contando in tutto oltre un centinaio di gradini, incontriamo una donna ferma a metà scala, dal lato che consente l’accesso verso Pessano: “E’ un incubo mi creda -racconta- ogni mattina è la stessa storia da anni, e ogni volta salgo sempre più lentamente a causa di problemi al ginocchio che mi trascino da anni. C’è spazio e predisposizione per le scale mobili, eppure niente, non le fanno, ma ci chiedono di pagare un biglietto carissimo. Assurdo!”.
Emblema della manifestazione di ieri, è stata la signora Silvana, accorsa alla stazione per protestare, e rimasta tutta la mattina seduta sul suo scooter elettrico per disabili alla base della scalinata. Da lei si sono recati i sindaci, per sentire le ragioni di una dolce e bella signora di una certa età, brillante e acuta: “Affinché cambino le cose, dovrebbe subentrare uno stato d’animo diverso nelle istituzioni e negli enti che hanno in carico queste strutture -ha raccontato Silvana- Trascorsi così tanti anni dalla creazione di queste stazioni, credo sia solo la mancanza di volontà a non aver portato migliorie e abbattimento delle barriere. A casa mia non vivo nell’oro, eppure ho dovuto costruire un ascensore per garantirmi una vita normale. Non capisco com’è possibile che in trent’anni, Comune di Milano e ATM non siano mai riusciti ad accantonare qualcosa per sistemare questa situazione, continuando invece a rimbalzarsi la responsabilità. La situazione in cui versano i mezzi di trasporto, l’inaccessibilità per chi ha problemi di deambulazione come me, ci toglie una cosa fondamentale, che è l’indipendenza“. La signora Silvana poi, lancia anche un appello alle amministrazioni, che invita ad avvalersi del consulto, in fase di progettazione della viabilità cittadina, di tutte quelle persone che lucide e brillanti di mente, sono purtroppo costrette ad una infermità fisica, e possono dare preziose indicazioni su come rendere una città a misura di tutti.
Ultima tappa della manifestazione oggi 12 giugno a Cassina De’ Pecchi dalle 7.30 alle 09.30.