Corsi di formazione, sportelli per i cittadini e contributi alle famiglie. Ecco in sintesi estrema i punti qualificanti della prima legge regionale sulle badanti, approvata all’unanimità lo scorso 19 maggio dal Consiglio Regionale lombardo come insieme di “Norme per la qualificazione e il sostegno del lavoro di cura degli assistenti familiari nell’ambito degli interventi a favore della non autosufficienze e dei programmi di vita indipendente”. Una prima legge sulle badanti appunto.
Questo significa che da ora l’assistenza familiare diventa un elemento della rete dei servizi alla persona, con la collaborazione dei Comuni, del Terzo Settore e della Regione. “È la fine del far west”, ha commentato il relatore Carlo Borghetti, del Partito Democratico, che è anche primo firmatario della proposta, mentre la seconda relatrice, Maria Teresa Baldini del Gruppo Misto-Fuxia People ha aggiunto: “Con questo provvedimento andiamo a regolare un settore nel quale oggi la confusione è totale. La ricerca di un assistente familiare infatti è lasciata al passaparola, così molto spesso nelle case dei nostri anziani finiscono persone che non sanno la lingua italiana e dunque non possono comunicare nel caso di un’emergenza e magari non sono in posizioni regolari”.
“Oggi le badanti in Lombardia sono circa 200mila, oltre la metà lavora tra Milano e provincia e i due terzi lavorano in nero –ha precisato Borghetti nelle sue dichiarazioni- Abbiamo finalmente messo alcune regole ma soprattutto abbiamo dato un aiuto alle famiglie a sentirsi meno sole nel momento in cui hanno bisogno di un’assistenza continuativa per i propri congiunti disabili o anziani non autosufficienti”.
La prima legge sulle badanti, approvata attraverso un percorso condiviso con operatori del settore, comuni, Terzo settore e sindacati, non è una bacchetta magica, ma di sicuro uno strumento importante per la qualificazione e il sostegno di un lavoro che potrà dare risposte sempre più puntuali e adeguate a un problema che vedrà arrivare a 500mila il numero di anziani non-autosufficienti in Lombardia, nei prossimi anni.
LE NOVITA’ PER LE FAMIGLIE E LE BANDATI, CHE SARANNO “ASSISTENTI FAMILIARI”
Nella sostanza, la Regione promuoverà corsi di formazione per aspiranti badanti di 150/200 ore, per rilasciare un attestato di competenza di assistente familiare, dando dignità e professionalità a questo lavoro, aprendo a nuove occasioni occupazionali anche per giovani italiani. Verranno inoltre istituiti gli sportelli territoriali per l’assistenza familiare, e creati i registri territoriali degli assistenti familiari, con l’introduzione di sostegni economici in favore delle famiglie che assumono con contratti regolari assistenti familiari iscritti nei registri.
Per iscriversi nei registri territoriali, oltre a conoscere l’italiano e a non aver pendenze penali, bisognerà aver conseguito l’attestato di competenza, o possedere un titolo di studio in campo assistenziale, socio-sanitario, o esperienze assistenziali specifiche di 12 mesi certificate da un contratto. I registri riporteranno il percorso formativo, le competenze, le disponibilità orarie e la storia lavorativa degli Assistenti Familiari iscritti.
Gli sportelli territoriali, che potranno essere gestiti in collaborazione tra i Comuni e le realtà già oggi competenti sul tema, avranno compiti di gestione dei registri, ma soprattutto dovranno garantire ascolto, valutazione dei bisogni e orientamento delle famiglie, aiutandole nella scelta più appropriata, e forniranno informazioni sulle procedure di assunzione gestite da patronati e organizzazioni sindacali, e informazioni su come accedere ai contributi regionali, che per le famiglie più fragili, saranno nell’ordine di 100/150 euro al mese per lo scorcio del 2015 rimanente.
Soddisfazione per l’approvazione all’unanimità del progetto di legge è stata espressa da Fabio Rizzi della Lega Nord, presidente della commissione: “Si tratta di una bella pagina scritta da tutti i membri della Commissione che hanno dato prova della qualità e della serietà con cui si è affrontato un problema gravoso e delicato per molte famiglie lombarde”.
L’aula ha approvato inoltre un ordine del giorno presentato da Antonio Saggese della Lista Maroni, che già nei percorsi formativi chiede l’acquisizione di conoscenze e abilità degli assistenti su diversi aspetti di conoscenza sanitaria affinché siano in grado di dare risposte qualificate ai bisogni di cura nell’ottica di mantenere i soggetti nell’ambito della famiglia.
FRANCA ANDREONI