CERNUSCO
GLI STUDENTI INCONTRANO SALVATORE BORSELLINO. ED E’ GRANDE EMOZIONE

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Incontrare e ascoltare la testimonianza di Salvatore Borsellino, è sempre una forte emozione per i ragazzi, che di mafia hanno solo sentito parlare, e lo è anche per i professori, che invece certi episodi magari li ricordano e si ricordano quei giorni di stragi, prima a Capaci con la morte del Giudice Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo, e degli agenti Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaroe, e poi in Via D’Amelio a Palermo, dove persero la vita il Giudice Paolo Borsellino e gli agenti Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina Claudio Traina.

Lo scorso 18 maggio, alla scuola Don Milani, i ragazzi dell’istituto insieme a quelli di Piazza Unità d’Italia, hanno trascorso la mattinata in compagnia di Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo, che ha portato anche a Cernusco la testimonianza che ormai da anni ha reso itinerante nelle scuole di tutta Italia, perché tutti i ragazzi abbiano la possibilità di ascoltare, riflettere e conoscere, e perché è giusto ricordare che la mafia non è realtà che tocca solo il sud del nostro paese.

E la mission di questo impegno di Salvatore Borsellino, pare proprio aver colpito nel segno se una ragazzina di 13 anni, Elisa Casiraghi della 3C dice: “Credo che questo incontro sia stato sia culturale, perché ci ha permesso di conoscere meglio la storia di Paolo, della sua famiglia e della sua scorta, ma anche molto formativo, perché secondo me ha aiutato noi ragazzi a scegliere che persone vorremo essere nel futuro! Le parole di Salvatore hanno stimolato in me il desiderio di approfondire sempre di più la conoscenza di associazioni come quella delle Agende Rosse, di cui vorrei tanto far parte”.

Ecco la vera buona scuola, ecco il progetto portato avanti dai professori di lettere e religione dei due istituti cittadini, prendere corpo nelle parole di una ragazzina, esempio tra i tanti di come certi progetti, come questo sulla legalità, arricchiscano il programma scolastico di valori aggiunti, e fissino i concetti come meglio non si potrebbe.

Dopo i saluti della Dirigente Scolastica Silvia Maniscalchi, Salvatore Borsellino ha parlato a braccio per due ore agli studenti, ripercorrendo gli anni in Sicilia, la figura del fratello, giudice ma soprattutto uomo e padre, l’attentato, gli sviluppi legati a quell’agenda rossa poi sparita, che da il nome al movimento Agende Rosse, nato “da cittadini che agiscono affinché sia fatta piena luce sulla strage di Via D’Amelio a Palermo del 19 luglio 1992 […] e sulla trattativa mafia-Stato, che ritengono essere all’origine di questa strage e delle successive stragi di via Dei Georgofili a Firenze e di via Palestro a Milano”, come si legge nella presentazione.

“Mi ha colpito -continua Elisa- il fatto che Salvatore abbia parlato tanto dei suoi errori, del suo senso di colpa per aver lasciato Palermo mentre il fratello era impegnato a lottare per una città che voleva cambiare ad ogni costo. Mi dispiace che lui senta così tanto il peso delle scelte che ha fatto nella sua vita, perché comunque svolge costantemente un lavoro impegnativo per la memoria di suo fratello Paolo, e solo per la passione che ci mette, deve essere, a mio parere, ammirato e ringraziato per tutte le cose che ci consente di capire e conoscere.”

La trattativa stato-mafia e la presenza della criminalità organizzata anche al nord, sono stati i due temi più attuali toccati dell’incontro, nel quale Salvatore Borsellino ha ricordato anche la figura di sua madre, una donna che non ha mai voluto si nomasse solo suo figlio parlando della strage di Via d’Amelio, ma che con lui fossero sempre ricordati anche tutti gli agenti morti al suo fianco; una donna che sentito il boato in strada, è corsa scalza per le scale piene di vetri, senza ferirsi, ritrovandosi in strada davanti al corpo dilaniato del figlio, senza però accorgersene, come se qualcuno le avesse voluto risparmiare, nel dolore, lo strazio. “Sono state testimonianze private e toccanti alcune che ci ha trasmesso Borsellino -ha raccontato il Professore di Religione della Don Milani, Silvio Rotondie credo che a giudicare dall’attenzione dei ragazzi, tutto questo sia servito molto per chiudere il percorso sulla legalità avviato tempo fa”.  

Proprio la 3C Don Milani infatti, era stata protagonista di un incredibile esperienza in terra siciliana, proprio sul percorso della legalità e della lotta alla mafia (qui).

“Vorrei tanto ringraziare la scuola e i miei professori, che danno a me e ai ragazzi della mia età la possibilità di partecipare a incontri come questo -ha concluso Elisae soprattutto ringrazio Salvatore Borsellino che è disposto a viaggiare in tutta Italia per offrire la possibilità ai giovani di ricordare e scoprire sempre di più la persona che era Paolo Borsellino”.

Salvatore Brosellino con uno studente della Don Milani
Salvatore Brosellino con uno studente della Don Milani