Gaia Gandini
è una danzatrice, ma sin da quando era alle medie ha dimostrato talento per la scrittura, e non è nuova ai concorsi letterari. Pedro Delia gioca a pallanuoto, suona la chitarra, ama la storia e il rock.
Hanno entrambi quindici anni e frequentano la 2A Liceo Classico all’ ITSOS Marie Curie di Cernusco, classe che dopo un primo anno instabile in Italiano a causa di una prolungata supplenza, grazie alla Professoressa Palatucci ha ripreso in mano le redini dell’importante materia umanistica, partendo dall’iscrizione al concorso letterario organizzato dall’istituto di formazione Galdus di Milano.
E’ proprio in questo concorso, con circa 4000 finalisti da tutt’Italia, che i due talentuosi ragazzi del classico si sono messi in mostra, arrivando tra i primi dieci della classifica finale, e nel caso di Gaia, salendo sul terzo gradino del podio.
“Dopo un primo anno senza quasi fare italiano, non ci aspettavamo davvero di poter essere pronti per un concorso letterario -hanno raccontato i due ragazzi- a dicembre 2014 abbiamo svolto delle lezioni di scrittura creativa, e già a marzo abbiamo dovuto consegnare i testi, quattro pagine in Word sul tema del Cibo per l’Anima, giusto per restare legati anche in questo caso ad EXPO”.
Lo scorso 21 maggio nella sala Verdi del Conservatorio di Milano, i due studenti sono stati ufficialmente premiati davanti a riflettori dei fotografi, alle televisioni, ad un pubblico folto di genitori e ragazzi da tutte le regioni partecipanti al concorso, ma soprattutto davanti ai giurati di prestigio che hanno ritenuto i loro racconti meritevoli di entrare nella lista dei 10 migliori testi: Beatrice Masini, scrittrice e traduttrice in italiano dei libri di Harry Potter, Franco Loi, autore dialettale di testi su Milano e Milo De Angeli, poeta e traduttore di testi in lingue antiche.
“Nel mio racconto il cibo per l’anima è la danza -ha spiegato Gaia, autrice di “Sorridere”– una passione che ho sin da piccolina e che ad un certo punto ho pensato potesse diventare un lavoro. Così’ nel testo ci sono elementi che mi appartengono ma proiettati nel futuro, dove i nomi dei personaggi hanno ognuno un significato preciso, e dove ho cercato di inserire anche altre cose che adoro, come i quadri e l’arte in genere, che sono presenti attraverso una serie di metafore.” Oltre alla danza quindi, Gaia ha una fortissima passione per la scrittura, che manifesta nei suoi diari privati, ma anche in un blog e su un gruppo Facebook “le fan fiction di Gà“.
“Il racconto con cui ho partecipato nemmeno mi piace, e se lo rileggo mi piace ancora di meno, non è così piacevole e cambierei tutto. Davvero non so come ho fatto ad arrivare nei primi dieci“. Ecco Pedro, piuttosto critico con il suo “La Storia Eterna”, racconto premiato tra i migliori 10 su 4000 finalisti e migliaia di partecipanti da tutt’Italia. “E’ una storia ambientata nel I° secolo a.C. a Roma, che vede intrecciarsi le vicende di due ragazzini, amici all’inizio, che vedono le loro vite allontanarsi durante la crescita, per poi reintrecciarsi vent’anni dopo per svariate vicende. Il cibo per l’anima di questo testo, è fatto di diversi ingredienti: l’amore per una donna, la passione per l’arte, quella per la letteratura e la poesia o arte oratoria, che sono inserite attraverso dei rimandi”. Anche Pedro ha dunque parlato in parte di sé stesso, introducendo nel suo racconto alcune delle sue passioni, su cui spunta in primis quella per la storia e i libri.
Entrambi accaniti lettori, Gaia ha da poco terminato di leggere “Il rumore dei tuoi passi” di Valentina D’Urbano e “Fuori piove, dentro pure. Passo a presenti?” di Antonio Dikele Distefano; Pedro invece, che già alle elementari affrontava la storia con “Quando Hitler rubò il coniglio rosa” di Judith Kerr, dice: “in questo periodo, a parte il libretto delle istruzioni della Playstation, ho letto molto volentieri il primo volume di Passaggio a Nord Ovest di Kenneth Roberts”.
Dunque un’esperienza che conferma come gli indirizzi umanistici e classici non siano così in fin di vita, ma come invece stiano alimentando anche nei giovanissimi, passioni e cultura, non proprio ornamenti in una società come la nostra, ma appigli concreti cui fare affidamento per affrontare le sfide del quotidiano. E questi ragazzi sono già ad un ottimo punto, anche grazie alla scuola, dalla quale rispetto alla scrittura, vorrebbero qualcosa di più: “Un po’ più libertà nei temi proposti, non solo argomentativi, non solo chiusi a discussioni, ma anche aperti appunto all scrittura creativa”.