CARUGATE (gallery)
IL RITORNO DI ANNALISA FIORETTI, E’ UN TUMULTO DI RICORDI RECENTI E PROGETTI FUTURI

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Se non fosse stato per la nonna paterna, che in tempi di guerra se ne andava sola a scalar montagne, unica donna tra gli uomini, forse la passione profonda che Annalisa Fioretti sente per la montagna, non sarebbe cresciuta con così tanta caparbia e tenacia. Fatto sta che le cose sono andate così, e Annalisa quando guarda le montagne ne sente il richiamo, ed essendo medico, sente la stessa cosa quando guarda negli occhi persone che hanno bisogno di assistenza.

Per questo la pneumologa e alpinista carugatese, è tornata dal Nepal solamente sabato 16 maggio, dopo oltre 20 giorni dalle due tremende scosse di terremoto che hanno squarciato la terra attorno a Kathmandu (qui), provocando un’ecatombe che non ha risparmiato nemmeno il campo base dove Annalisa era accampata nel tentativo di risalire la cima del Lhotse. Seguendo questi due istinti vitali che si porta dentro, croce e delizia forse, ripartirà per il Nepal a settembre, per due settimane di viaggio esclusivamente medico e umanitario: “Ora là inizieranno le stagioni delle piogge, e questo unitamente ai disagi di adesso, porterà condizioni igieniche e salutari precarie e ci sarà bisogno di assistenza e aiuti, come ora se non di più” ha spiegato.

La incontriamo in un bar, è più magra di prima, sicuramente più stanca, e forse ha una costola rotta, ma ciò che non la fa dormire è altro: gli incubi, la mente che non segue il corpo e torna alle immagini di morte viste lassù, affrontate con forza e istinto sul momento, e rielaborate con fatica in questi giorni di rientro a casa, dove sta già programmando il futuro“Nell’immediato sto progettando serate ed eventi finalizzate alla raccolta fondi da consegnare all’Associazione Roby Piantoni Onlus, il canale più sicuro per evitare che i ricavati vadano persi chissà dove -ha spiegato Annalisa- e nel frattempo sto cercando una casa editrice interessata a pubblicare un libro fotografico su quei giorni in Nepal, dove ovviamente il ricavato andrà sempre a sostegno dei progetti“.

Ma i flash che passano negli occhi di Annalisa, non sono solo di distruzione e lamento, anzi, sorride ancora pensando alla forza placida dei nepalesi, e lancia anche una piccola frecciata alla nostra società: “Con calma, ma con un sorriso difficile da spiegare e anche da dimenticare, li ho visti rimettersi subito in piedi, ricompattare le macerie, ricostruire, rientrare nelle loro case ancora squarciate e proseguire la quotidianità -ha raccontato- non aspettano aiuti o interventi miracolosi di chissà che tipo, e spesso mi hanno fatto ridere certi sacchi di vestiti arrivati dall’occidente, con indumenti che sarebbero improponibili anche da noi, e che di sicuro non possono essere d’aiuto a persone che vivono in villaggi sperduti in quota. Ecco, approfittare di questa occasione per fare il cambio degli armadi e liberarsi dei vestiti in più senza un criterio e senza ragionare, è stato poco rispettoso di una popolazione che ha la sua cultura e una profonda dignità”.

Il modo in cui Annalisa e i compagni di viaggio della Roby Piantoni Onlus hanno deciso di essere utili, è stato quello di prestare cure mediche, assistenza sanitaria nei villaggi, anche i più sperduti, e distribuire alimenti per oltre 400 persone muovendosi su Jeep o a piedi.: “Chi non era potuto andare all’ospedale di Malekhu, si radunava nei villaggi dove sapeva che saremmo arrivati, e così il primo giorno di viaggio abbiamo visitato oltre 200 persone a Bhaktapur, uno dei distretti di Kathmandu più devastati dal sisma, quello dove hanno girato il film L’Ultimo Imperatore per intenderci, che ora è raso al suolo”. Il gruppo ha anche allestito una tendopoli, e visitato in un tempio Indù in condizioni precarie, oltre ad assistere una donna che aveva da pochi giorni partorito un bimbo. “In ogni villaggio trovavamo sempre oltre cento persone che avevano bisogno di cure, tra cui diversi bambini.”

Annalisa, come Luigi Napoli (qui e qui) infermiere carugatese in giro per zone di guerra con Emergency, ha una famiglia in paese, e ai più riesce difficile comprendere come le loro vite professionali e personali riescano a coincidere. Ma forse non è cosa che si può spiegare, si può solo constatare che il mondo in generale, ha bisogno anche di chi è disposto a partire per aiutare persone che altrimenti morirebbero, come ha intenzione di fare l’alpinista Fioretti a settembre, e come in parte era intenzionata già a fare ad aprile, quando parti per il Nepal con un progetto di tenda medica itinerante per sostenere gli abitanti di quelle vallate.

Chiunque volesse sostenere la raccolta fondi per il Nepal, può farlo facendo riferimento alle coordinate bancarie dell’Associazione Roby Piantoni Onlus e Insegnanti per il Nepal, cui si appoggia Annalisa, indicando nella causale che intendete sostenere i progetti post terremoto.

Intestazione c/c ASSOCIAZIONE ROBY PIANTONI – O.N.L.U.S.
Banca BANCA POPOLARE DI BERGAMO
Filiale FILIALE DI COLERE
Codice SWIFT/BIC BEPOIT21
Coordinate IBAN: IT56A0542853970000000000193