Negli anni ’60 veniva chiamato “il paese dei balocchi”. Oggi Consonno è una città fantasma, tra le più suggestive d’Italia. Ed è proprio qui che i Wet Floor, band formata dal carugatese Luca Erba e dai brugheresi Andrea Staglianò e Marco Ludovico Perego, hanno girato il loro ultimo video “Polaroid” presentato mercoledì sera al Bunda Linda di Brugherio. La band nasce 10 anni fa, nel 2005, ma la formazione attuale, dalla quale è nato l’ultimo disco “Profezia in 12 pezzi” si è confermata solo 2 anni fa.
“Consonno ci è venuta in mente perché cercavamo una location abbandonata, un po’ vintage, che rispecchiasse l’idea della polaroid– spiega Luca, il bassista del gruppo- Inoltre è perfetta per l’idea che avevamo del video, cioè la storia di una ragazza che si sveglia nel paese disabitato e piano piano vede riaffiorare i ricordi e i luoghi prima disabitati prendono vita nella sua mente. Poi secondo noi Consonno rispecchia bene anche l’atmosfera suscitata dalla musica della canzone”.
Mercoledì sera, dopo un primo momento dedicato alle letture di Marco Sangalli, tratte dal suo “Giogo di parole”(qui), e alla musica di Mattia Frenna in arte “Morning tea” (qui), i Wet Floor hanno suonato alcune canzoni del loro ultimo disco “Profezia in 12 pezzi”, insieme al loro produttore Simone Sproccati. Ultima della scaletta proprio “Polaroid”, di cui hanno poi mostrato il video ad amici e fan presenti.
“Polaroid è una canzone che racconta la fine. La fine di una vita, di un periodo, di una storia a seconda di come la si contestualizza. All’interno del concept dell’album assume il senso della fine del periodo in cui si è vissuti da “schiavi” di profezie e profeti (religiosi, massmediali, politici), che cercano di importi una verità dall’alto o forse da cui noi stessi decidiamo di dipendere per vivere più facilmente. Parlare della fine ha per noi un gran significato se la si considera un passo verso qualcosa di nuovo– ha spiegato Andrea Staglianò, cantante e autore dei testi delle canzoni– La canzone è nata ed ispirata dagli ultimi giorni di vita di mio nonno che è venuto a mancare qualche anno fa. Abbiamo scavato insieme nei suoi ricordi, aiutati da oggetti, fotografie e persone. In una memoria sempre più povera apparentemente. Come se fosse il fermo immagine di un istante. Un istante che però mi è sembrato rimanesse davvero impresso. Come una polaroid insomma!”.
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