Che senso ha ancora, lavorare nel sociale ?
Se lo sono chiesti alcuni operatori del cosiddetto “terzo settore”, che a Milano hanno condiviso un’esperienza di socio-analisi narrativa, nella quale sondare e analizzare il loro operato, il loro ruolo all’interno di una società che sottoposta a continui mutamenti, fa traballare i cardini attorno ai quali si era fissato alle sue origini il lavoro degli operatori sociali.
Tutto questo, partendo da un piccolo evento all’interno di un centro diurno per ragazzini, è raccolto nel libro “La Rivolta del Riso“, edito da Sensibili Alle Foglie, e scritto da Renato Curcio, che sarà presente alle 18.00 di domani 29 marzo in Via Neruda 5 alla Casa in Movimento, per presentare l’opera e discorrere del tema legato ad essa.
Sul curioso titolo del libro, e sula sua genesi, si legge: “Dovendo dare un titolo all’esplorazione compiuta, si è scelto di utilizzare una delle storie raccontate: la piccola rivolta di un gruppo di ragazzini ai quali, in un Centro diurno, era stato dato da mangiare del riso immangiabile. In quel caso, l’operatore sociale è stato indotto a sedare la rivolta, ruolo di controllo che non era previsto esplicitamente nel suo mandato, rivolto piuttosto all’aiuto dei ragazzini. I “non detti” che determinano il lavoro nel sociale emergono qui, insieme alla necessità di ridefinire il ruolo effettivo che le imprese sociali, al di là dei loro miti originari, svolgono effettivamente dopo la liquidazione dello Stato sociale.”
Al termine dell’incontro saranno proprio alcuni operatori del Terzo Settore, riuniti nella Rete Operatrici e Operatori Sociali Milano, a gestire un aperitivo di finanziamento.