COLOGNO
IL GIUDICE GALLI IN CITTA’, A 35 ANNI DALLA MORTE DEL PADRE PER MANO TERRORISTA

categories="13381,12868,6030,12964,9217,13794,12762,12863,12742,12741,12743,12862,12744,12746,12745,12747,12748,12865,12866,12799,12749,12763,12750,12864,12751,12867,12752,6546,16899,12965,6542,3,12980,210,17281,17282,17283,17284,12962,6126,13798,12981,287,1,12966,12961,12976,2916,5857,9608,12505,14138,14139,13781,6544,13496,7153,6534,5184,12977,6031,9215,6523,10994,6522,1545,6421,10995,10993,13198,361,13290,12821,12800,6062,8672,16701,16702,16703,6,5856,12959,9216,9218,27,101,14566,13209,6511,12963,12816,427" random="1" limit="1"]

“Oggi 19 marzo 1980, alle ore 16 e 50 un gruppo di fuoco della organizzazione comunista Prima Linea ha giustiziato con tre colpi calibro 38 SPL il giudice Guido Galli dell’ufficio istruzione del tribunale di Milano…”

Iniziava così il comunicato con cui il gruppo terroristico di estrema sinistra, Prima Linea, rivendicava l’uccisione del giudice Guido Galli nel corridoio dell’ Università Statale di Milano dove Galli insegnava Criminologia. Oggi, chi ha frequentato l’ Università in Via Festa del Perdono a Milano, sa che l’aula 309 è dedicata proprio alla sua memoria.

Libera Casa contro le Mafie e ANPI di Cologno, ha organizzato per il prossimo martedì 17 marzo alle ore 21.00, una serata che avrà come ospite la figlia dei giudice, Alesandra Galli, oggi anche lei Magistrato e Presidente della Corte di Appello presso il Tribunale di Milano. A distanza di 35 anni dall’uccisione del padre per mano terrorista, la Dottoressa Galli interverrà nella Sala Pertini di Villa Casati, per discutere degli anni bui del terrorismo, resistendo uno spazio e un ricordo alla memoria delle vittime, e dei loro familiari cui sono stati strappati con brutalità.

Nella serata si intrecceranno molti spunti legati a quegli anni, al dolore, alla paura, e il Magistrato Alessandra Galli costruirà un profilo della figura del padre, che concluse la prima maxi inchiesta sul terrorismo del settembre 1978.

Qui sotto riportiamo invece il testo di una lettera scritta allora dalla moglie del Giudice Galli e dalle figlie, ripresa da una targa appesa nel Tribunale di Milano, su una parete vicina all’ingresso di Via Manara.

A quelli che hanno ucciso mio marito e nostro padre.
Abbiamo letto il vostro volantino: non l’abbiamo capito. Sentiamo ugualmente il dovere di scrivere queste righe, anche perché altri possano leggerle. Capiamo solo che il 19 marzo avete fatto di Guido un eroe e lui non avrebbe mai voluto esserlo, in alcun modo: voleva solo continuare a lavorare nell’anonimato, umilmente e onestamente come sempre ha fatto. Avete semplicemente annientato il suo corpo,
ma non riuscirete mai a distruggere quello che ha oramai dato per il lavoro, la famiglia, la società.

La luce del suo spirito brillerà sempre annientando le tenebre nelle quali vi dibattete.
Bianca Alessandra e Carlina Galli”