CERNUSCO
IL TALENTO DEL GIOVANE STEFANO PEREGO, FOTOGRAFO TRA I RUDERI DI EUROPA E GIAPPONE

categories="13381,12868,6030,12964,9217,13794,12762,12863,12742,12741,12743,12862,12744,12746,12745,12747,12748,12865,12866,12799,12749,12763,12750,12864,12751,12867,12752,6546,16899,12965,6542,3,12980,210,17281,17282,17283,17284,12962,6126,13798,12981,287,1,12966,12961,12976,2916,5857,9608,12505,14138,14139,13781,6544,13496,7153,6534,5184,12977,6031,9215,6523,10994,6522,1545,6421,10995,10993,13198,361,13290,12821,12800,6062,8672,16701,16702,16703,6,5856,12959,9216,9218,27,101,14566,13209,6511,12963,12816,427" random="1" limit="1"]

11056709_10153738543473636_543352402_n

Il sibilo del vento tra le rovine, l’odore della storia di quelle macerie, il ticchettio delle gocce d’acqua che colano dalle infiltrazioni, e un raggio di sole che arriva a far brillare edifici semi distrutti dandogli nuova vita.

E’ in quel momento che Stefano Perego scatta una foto, ferma il tempo, e riempie di poesia gli anfratti di edifici in macerie scoperti in Europa e Asia. Come quella volta che è stato sorpreso da un tramonto all’interno di un ex cementificio che “ha colorato gli interni di un arancione intenso per pochi secondi, il tempo di riuscire a scattare una foto prima che ritornasse grigio e cupo” racconta il giovane.

Stefano nel 2015 compirà 31 anni, ha frequentato l’ ITSOS Marie Curie e da sempre sente forte addosso la passione per il viaggio legata a quella per la macchina fotografica, che lo portano a riversare sul mondo il suo sguardo particolare sempre alla ricerca di mete inusuali, scorci insoliti, e vecchi ruderi cui ridare dignità e vita attraverso l’obiettivo della sua reflex.

Quello che più mi piace di questi edifici, oltre all’estetica, è l’atmosfera che si crea all’interno di essi. È un’atmosfera densa e pesante, nell’aria si sente l’odore delle rovine, il silenzio viene rotto dai fischi del vento che li attraversa -racconta il giovane fotografo di Cernusco Il tempo e le condizioni climatiche hanno cambiato le sembianze di questi posti, i buchi nei soffitti fanno filtrare bellissimi fasci di luce, le muffe si mischiano con le vernici scrostate delle pareti creando dei colori incredibili, le pozze d’acqua creano degli specchi dove le strutture si riflettono. Io la considero una fase della “vita” di un edificio, che a prima vista potrebbe sembrare triste e desolato, io invece ci vedo gloria, malinconia, potenza, fascino.

I viaggi fotografici di Stefano, lo hanno portato a scandagliare gli anfratti del vecchio continente, dall’ Italia al Belgio passando per la Svizzera e raggiungendo Islanda Germania e Polonia. Ma la sua macchina fotografica si è addentrata anche nelle rovine d’oriente, dove ha catturato le spoglie di edifici in Giappone, paese notoriamente combattuto tra il passato glorioso e la modernità, che lascia parecchio spazio alle macerie di ciò che fù.

“I luoghi che ho visitato sono di vario genere e molto diversi tra loro. Si tratta soprattutto di industrie, ma anche ospedali, colonie, collegi, ville e chiese -ha spiegato Stefano- Gli oggetti che si trovano all’interno raccontano storie romantiche, di disagio, di lavoro, di vita quotidiana, che esplorando sembra di aver vissuto in prima persona e di rivivere quei ricordi“.

Le foto di Stefano sono state recentemente selezionate anche da Repubblica.it, che gli ha dedicato una gallery proprio inerente a questo decadentismo fotografico denso di poesia.

Ma il giovane cernuschese non vive solo di scorci di rovine bagnate dai tramonti. Per guadagnarsi da vivere e ripartire per un nuovo viaggio, il fotografo classe “84 ha fatto della sua passione un lavoro, e per questo si occupa di servizi fotografici per matrimoni, book, ritratti e servizi per musicisti e band.  

Sul suo profilo ufficiale Facebook (qui) potrete contattarlo, fargli di persona i vostri complimenti e sapere di più del suo lavoro.

Noi vi mostriamo qui sotto una selezione delle sue foto prese da “Extinction” (foto di esterni) e “The other side of decadence” (foto di interni)