CASSINA
EMOZIONE E RIFLESSIONE NELLA SERATA DEI GIOVANI, SULLA VIOLENZA DI GENERE

Foto di Giulia Vergani
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Decine, centinaia, migliaia di bambine, ragazze, donne hanno potuto far sentire le loro voci nella saletta al secondo piano del Circolo La Speranza. Sono riuscite a farsi sentire attraverso le parole e i gesti dei ragazzi del Cag Nautilus, che hanno realizzato dei cortometraggi significativi e molto forti contro la violenza sulle donne.

Giovedì 26 Marzo la Cooperativa La Speranza di Cassina de’ Pecchi ha portato alla luce il premiato cortometraggio realizzato dalle ragazze del Cag Nautilus, dopo due anni in cui era rimasto nascosto ai cittadini cassinesi. “E’ un peccato che ci siano voluti due anni per proiettare un video che, invece, dovrebbe essere l’orgoglio di Cassina de’ Pecchi.” ha detto il Presidente della cooperativa Roberto Bertolotti.

Durante la serata sono stati proiettati in totale tre cortometraggi realizzati dai Cag di Cernusco sul Naviglio, Carugate e Cassina e le ragazze protagoniste del corto cassinese “Family Fake” sono intervenute riportando storie, pensieri e esperienze personali.

L’educatore Nico Acampora, ha parlato così del processo creativo dei cortometraggi: “Sono dei video complessi realizzati a budget zero. Le uniche cose costose sono state l’impegno e l’energia dei ragazzi”.

Il tutto ha contribuito alla creazione di una serata emozionante e piena di momenti di riflessione in cui tutti i partecipanti hanno avuto modo di fermarsi per un istante e rendersi conto di quanto non sia mai sufficientemente sviscerato nella sua gravità, il drammatico problema della violenza sulle donne.

Presenti all’incontro il sindaco Massimo Mandelli e alcuni assessori, tra cui l’assessore alle Politiche Giovanili Tommaso Chiarella che ha commentato così l’iniziativa: “E’ stato un bellissimo incontro che cercheremo di riproporre anche nelle scuole. Siamo convinti che ci saranno altre avventure da vivere insieme ai ragazzi del Cag di Cassina”.

Se queste avventure danno frutti così intensi e importanti, sarebbe meglio che iniziassimo tutti a viverle insieme.

GIULIA M. VERGANI