Foto di copertina presa dal sito web di Claudio Gargantini
L’accusa lanciata dal Capogruppo di Persona e Città Claudio Gargantini, è di quelle che fanno scattare i genitori sulle sedie: “Le scuole del paese sono sprovviste di C.P.I.“, i Certificati di Prevenzione Incendi che certificano la conformità degli edifici e il rispetto dei requisiti antincendio.
La risposta del Sindaco Eugenio Comincini è stata per tanto una lunga e articolata spiegazione che tra i dettagli sullo stato delle cose, non ha nascosto toni molto forti.
L’ accusa di Persona e Città e la richiesta di controlli
Il caso è stato portato alla luce venerdì 9 gennaio, quando Gargantini ha riportato quanto avvenuto alla nuova Dirigente dell’ Istituto Comprensivo Don Milani-Buonarroti, che richiedendo i C.P.I. agli uffici comunali, ha rilevato come l’ultima certificazione fosse del 1997, e quindi non più valida e a norma.
Sulla scia di quanto avvenuto di recente a Sesto San Giovanni, Persona e Città ha ritenuto quindi che l’allarme fosse giustificato, e per tanto ha fatto richiesta al comando dei Vigili del Fuoco di “verificare la situazione degli edifici scolastici della città e chiesto con Pec protocollata la documentazione di tutte le C.P.I. degli edifici scolastici insieme al carteggio tra i Dirigenti Scolastici e l’ Amministrazione comunale -scrive Gargantini- per comprendere di chi siano le responsabilità delle mancate richieste in tal senso”.
E’ proprio il capogruppo stesso infine, a chiedere esplicitamente Sindaco, di chiarire la situazione in cui versano le scuole, di spiegare “quali sono i percorsi che intende intraprendere per renderle sicure e segnalare chi siano i responsabili delle precedenti omissioni”
La risposta di Comincini
E il Primo Cittadino non se lo fa ripetere due volte, e in una lunga risposta mette sul tavolo responsabilità del passato, priorità del presente, pareri dei Vigili del Fuoco sulla sicurezza degli edifici scolastici, e percorsi già intrapresi dall’ amministrazione stessa da diverso tempo proprio per ottenere i C.P.I.
“Una legge del 1984 imponeva agli edifici sorti prima di quel tempo e senza C.P.I., di dotarsi entro la fine del 1991 di un Nulla Osta Provvisorio, il Nop -ha spiegato Comincini– le amministrazioni dell’epoca non lo hanno fato sino al 1997, e alla scadenza di quella documentazione ottennero delle proroghe. Quindi i C.P.I. il nostro comune non li ha mai avuti e nessuno nel recente passato ne ha mai fatto un problema, perché si avevano garanzie di sicurezza in altro modo. Chiedo se nella verifica delle responsabilità devo partire dal 1984… ”
Dunque le scuole cernuschesi sono effettivamente sprovviste di questi certificati… da sempre, salvo aver avuto un nulla osta per un periodo di tempo.
Ma ciò nonostante, la sicurezza degli edifici non è mai stata messa in discussione pare, soprattutto da quando i Vigili del Fuoco, intervenuti al nido di Via Buonarroti per un piccolo incendio, avevano poi confermato una situazione di sicurezza: “notarono che la C.P.I. non c’era , ma appurarono che era già stato depositato l’esame di progetto, sul quale era anche già stato ottenuto il parere favorevole del loro stesso comando“.
Risulta infatti, che l’amministrazione abbia avviato un processo di monitoraggio di tutti gli edifici pubblici in merito ad agibilità e sicurezza, e un censimento delle opere da eseguire sugli stessi, per le quali sono stati stanziati 964.000 euro, che consentiranno accorgimenti e migliorie che porteranno proprio al rilascio dei Certificati di Prevenzione Incendi:
“Se il consigliere Gargantini avesse letto la documentazione di bilancio 2015 che gli è stata consegnata a fine novembre scorso in vista del Consiglio comunale del 18 dicembre lo saprebbe -continua Comincini– Ma oltre a non essersi presentato al Consiglio che ha votato il bilancio 2015, evidentemente non ha neppure letto la documentazione, altrimenti avrebbe già trovato una parte delle risposte alle sue domande”.
In conclusione
Ha dunque ragione Gargantini quando dice che il comune non è provvisto di C.P.I., ma è altrettanto vero da quanto confermato dai Vigili del Fuoco, che il percorso per ottenerle è già stato avviato e approvato.
E’ da qui che muove l’affermazione conclusiva di Comincini, che non usa toni morbidi per chiudere la polemica: “Perché dover procurare inutilmente allarme? Ricordo, salutando cordialmente, che il procurato allarme è un reato penalmente perseguibile“.