Il tribunale sportivo antidpoping ha scagionato lo sprinter delle Fiamme Gialle Simone Collio, cancellando le ombre che aleggiavano sul suo capo da alcuni mesi, quando sulla base di alcuni articoli di stampa, la Procura Antidoping del Coni lo aveva deferito per falsa dichiarazione sul verbale di prelievo antidloping effettuato a Barcellona dopo la finale della staffetta 4×100 il primo agosto 2010.
Alla prova dei fatti le argomentazioni dell’accusa si sono dimostrate un flop, prive del benchè minimo supporto, che non fosse una semplice congettura. Davvero poco per il tribunale che non ha impiegato molto a convincersi che, partendo dagli atti dell’inchesta di Bolzano, dove il Collio era stato sentito come persona informata dei fatti, contro l’atleta cernuschese, stabilitosi a Rieti, si era praticamente montato un castello di supposizioni basate sul nulla.
Con Collio sono stati assolti anche due suoi compagni della staffetta, che vinse l’argento e stabilì il nuovo record italiano, Roberto Donati e Maurizio Checcucci.
Alla lettura della sentenza Simone, che ora è in città dai genitori per qualche giorno di riposo, è stato vinto dalla commozione in lacrime abbracciandosi al padre Dario presente in aula.
All’uscita non ha mancato di rimarcare ai media quanto danno alla sua immagine abbia creato questa drammatica vicenda, scorrettamente alimentata da alcuni giornalisti in malafede, che ora saranno chiamati a rispondere delle loro azione di diffamazione.