All’assemblea della scorsa settimana indetta dal Comitato Salviamo La Maternità, c’erano quasi tutti al tavolo dei relatori:
il Sindaco di Carugate Gravina, presidente dell’assemblea dei sindaci dell’ASL 2 Milano, il Dottor Luvaro, Presidente del Comitato dell’ Uboldo, il Sindaco cernuschese Eugenio Comincini, la consigliera regionale Gruppo Misto e coordinatrice Popolari per l’Italia Regione Lombardia, Maria Teresa Baldini, il direttore generale dell’ASL, Dott. Mobilia, e il Sindaco di Liscate Fulgione, uno dei quattro saggi della commissione che stenderà la proposta sulla riorganizzazione dell’ azienda ospedaliera.
Molti, ma non tutti. Con rammarico del Dottor Luvaro infatti, in parecchi non hanno accolto l’invito al confronto, che durante la serata si è rivelato a tratti acceso, infuocato, con i dipendenti dell’ Uboldo e i cittadini, che chiedevano gran voce chiarezza. Una chiarezza che si è presto capito non sarebbe arrivata, nemmeno dal Direttore Mobilia.
Alla fine della serata, l’unica cosa concreta è una, come ribadito dal Sindaco Gravina: il 27 novembre arriverà un analisi dei quattro saggi chiamati a formulare un progetto di riorganizzazione dell’azienda ospedaliera di Melegnano; da lì a dieci giorni verrà formulata la proposta vera e propria, e a quel punto la parola finale spetterà alla Regione, che pare discuterà la questione il 2 dicembre prossimo.
L’INTERVENTO DEL DOTTOR MOBILIA
Con sorpresa della platea, Mobilia ha affrontato la questione introducendo criteri differenti da quelli sino ad ora noti ai più, parlando di indice di qualità del servizio, del tasso di fuga, ovvero il numero delle donne cernuschesi che vanno a partorire fuori città (sarebbe del 56% secondo il Direttore di AL Mi2) e del tasso di attrattività, che dovrebbe riguardare teoricamente la fruibilità maggiore da un punto di vista viabilistico.
Entrando nel merito del criterio che per primo è stato indicato come quello da seguire per l’accorpamento, il numero di parti, il Direttore ha ribadito il concetto secondo cui Melzo, anche a causa della sua favorevole posizione, è in assoluto il polo più adatto per poter raggiungere i 1000 parti, traguardo fissato dalla Regione per procedere con un’ulteriore razionalizzazione delle spese e dei reparti nell’arco di pochi anni.
“ORA CHIUDE CERNUSCO, MA ALLA FINE CHIUDERA’ ANCHE MELZO”
Proprio il target futuro dei 1000 parti, fa scattare sulle sedie dipendenti di Cernusco, medici, ostetriche, e amministrazione, tutti concordi su un’idea comune: l’attuale scelta di spostare la maternità in un unico reparto al Santa Maria delle Stelle è, secondo loro, il primo passo verso il vero obiettivo della Regione, cioè favorire una sanità della zona che graviti attorno al presidio del San Raffaele. Analizzando la dislocazione degli ospedali di Cernusco e Melzo, appare effettivamente chiaro come l’utenza proveniente da Pioltello, Brugherio e Cologno, sia più portata a spostarsi dall’Uboldo al San Raffaele o al San Gerardo a Monza piuttosto che a Melzo, per una questione prettamente viabilistica e di vicinanza, non certo in termini qualitativi.
(qui la possibilità di vedere graficamente la dislocazione, presentata ottimamente dal sito “Nascereancorainmartesana“)
A tal proposito, proprio il Dotto Luvaro ha fatto notare come “Cernusco faceva 1200 parti nel 1980, ma ora ne fa oltre 600 nonostante il S.Raffaele!“. Ma a domanda diretta: “Pensa che chiudendo Cernusco le donne della zona andranno a Melzo o al San Raffaele?“, il Dottor Mobilia si è ritirato nel silenzio di un “non posso rispondervi a questa cosa“.
GLI APPLAUSI PER MARIA TERESA BALDINI E LA QUESTIONE “MOZIONE”
In tutta questa discussione, ha strappato applausi a scena aperta l’intervento della consigliera regionale Gruppo Misto Maria Teresa Baldini (nella foto di copertina la quarta da sinistra, insieme a cittadini e dipendenti dell’Ubaldo): “Il momento della nascita deve essere legato al territorio dove una donna ha anche piena fiducia in professionisti eccellenti -ha affermato la Baldini, che poi rivolta al Direttore Mobilia ha continuato- Bisogna ascoltare i medici che sono coloro che hanno la responsabilità diretta. Bisogna togliere il surplus ma non possiamo ignorare un medico come il dottor Luvaro che ci sta dicendo che la gente vuole che il reparto rimanga a Cernusco: questa è la vera politica. Ci sono voluti tanti anni per dare credibilità a questa eccellente struttura. Se c’è la volontà politica di chiudere diciamolo chiaramente alle persone, non le prendiamo in giro.”
Rispetto alla volontà politica di chiudere l’Uboldo, la Baldini rincara la dose raccontando di come una sua mozione presentata in Regione per chiedere il ritiro della delibera sull’accorpamento, mozione appoggiata anche da De Corato di Fratelli D’Italia, non abbia ottenuto carattere d’urgenza perché senza le dieci firme necessarie a presentarla in tali termini (qui il comunicato stampa sulla mozione).
In conclusione, dal Direttore di ASL 2 Mobilia, sono arrivate delle spiegazioni che sembrano non aver lasciato per nulla contenti cittadini e dipendenti dell’ Uboldo riuniti nel Comitato Salviamo la Maternità. La questione della mozione presentata dalla Consigliera Baldini inoltre, ha amareggiato i presenti, che si aspettavano, dopo molte parole spese a favore dell’Uboldo da più parti, un riscontro diverso.
E’ importante notare comunque, come ha ribadito il Sindaco Comincini, che non sono grida di campanilismo, ma oggettive osservazioni su ciò che sta avvenendo a livello regionale rispetto alla sanità in Martesana, che non colpisce solo l’Uboldo adesso, ma che probabilmente colpirà anche Melzo a breve, in un’ottica di accentramento dei servizi verso Milano.