“Nulla si vuol togliere all’Ospedale di Melzo, che certamente offre anch’esso professionisti di prim’ordine, riteniamo però che una decisione di tale importanza per il nostro territorio andasse presa dopo valutazioni più accurate. Ad oggi, si resta perplessi di fronte a una scelta che non offre motivazioni che risultino valide”.
Con queste parole del suo segretario Fabio Scalvini, il gruppo politico Polo Per Pioltello prende pubblicamente posizione in merito alla vicenda sanitaria che tanto sta facendo discutere in questi giorni. (leggi qui e qui).
Chiudere il reparto di maternità di Cernusco pare dunque una cosa inaccettabile non solo per i dipendenti dell’ Uboldo e per il Sindaco di Cernusco Comincini, ma gran parte della popolazione si sta mobilitando e ora la solidarietà e il sostegno arrivano anche dai comuni limitrofi.
Rispetto al criterio predefinito dalla Regione per scegliere quale reparto smantellare, ovvero il numero di parti annui superiore a 500, anche il Polo per Pioltello sottolinea l’incongruenza tra il criterio e la scelta presa: “L’Ospedale Uboldo non solo rispetta il requisito superando la cifra, ma nel periodo 2011/2013, ha avuto un numero di bambini nati sempre superiore al nosocomio di Melzo, sono mediamente 605 le nascite annue a Cernusco e 457 quelle a Melzo, che non raggiunge la soglia minima in nessun anno preso in considerazione”.
Anche rispetto alla riduzione dei parti cesarei (altro criterio stabilito dalla Regione Lombardia) i dati presentati a luglio dal Direttore Generale dell’Asl Milano Due Antonio Mobilia, paiono propendere comunque dalla parte dell’Uboldo di Cernusco Sul Naviglio: “Anche in questo caso la struttura ospedaliera cernuschese ha un dato statisticamente migliore rispetto alla melzese –hanno evidenziato dal Polo Per Pioltello– nel triennio in esame, i parti cesarei all’Uboldo sono stati il 26,9% contro il 36,9% del Santa Maria delle Stelle”.
In attesa della manifestazione prevista per sabato davanti all’ospedale cernuschese e organizzata spontaneamente da un gruppo di infermiere, ostetriche e cittadini, la solidarietà all’Ubaldo inizia dunque ad arrivare anche dalla politica locale.