Da circa un anno e mezzo, Giuseppe Penza è il Presidente dei Commercianti colognesi,
e da diverso tempo sta sollevando alcune questioni importanti ponendole all’attenzione dell’amministrazione.
Scopo di ogni ragionamento, è quello di agevolare l’attività commerciale della città, per sostenere concretamente il rilancio delle attività colognesi, spesso affondate da spese esorbitanti, dall’apertura di grandi distribuzioni, e da tasse imposte con poco criterio.
Lo abbiamo incontrato, e sono stati quattro gli argomenti cardine intorno ai quali è ruotata la sua analisi e la sua riflessione sul commercio colognese.
LE FESTE ISTITUZIONALI E LE SPESE ECCESSIVE A CARICO DEI COMMERCIANTI
“Esistono cose importanti in città, come le feste istituzionali di Cologno, di San Maurizio e di San Giuliano, ed esistono dei costi inerenti da sostenere -ha spiegato Penza– Tra le spese c’è quella per il corpo di Polizia Locale impegnato durante le feste. Abbiamo incontrato l’Assessore Angelico e abbiamo espresso la nostra ferma contrarietà rispetto al fatto che questi oneri, da tre anni a questa parte, siano a carico degli ambulanti che portano le bancarelle per le vie del paese. Non è corretto -ha continuato il Presidente– la festa è istituzionale e gli agenti sono impegnati anche per seguire i cortei dell’amministrazione e molte altre situazioni indipendenti dai commercianti, che già devono comunque pagare le spese per occupazione di suolo pubblico, per le marche da bollo e così via”.
LA TARES: IL PAGAMENTO NON E’ DISTRIBUITO EQUAMENTE
Sulla Tares non si è mosso certo solo Giuseppe Penza, ma da tempo ormai la tassa dei rifiuti ha scatenato vere e proprie prese di posizioni forti da parte dei commercianti.
Il problema sta nel fatto che alcuni tipi di esercizi commerciali che producono più rifiuti in relazione alla loro attività (ad esempio i fioristi), si trovano colpiti da una tassa spropositata che non tiene conto né delle dimensioni del negozio, né del fatto che certi tipi di rifiuti sono del tutto riciclabili e quindi non costituiscono vuoto a perdere.
“Ci sono così dei commercianti che rischiano di avere un negozio di 100 metriquadrati che produce rifiuti riutilizzabili -ha spiegato ancora Giuseppe Penza– e che viene colpito da qualcosa come 3400 euro di tassa sui rifiuti. L’assessore Piazza, con cui abbiamo parlato di recente, ha promesso un impegno per cercare di rimodulare le percentuali di pagamento che gravano su alcuni esercizi, e noi lo ringraziamo. Ma non possiamo non notare come sia mancato il coraggio di una scelta forte da parte dell’amministrazione, che andasse in contro davvero ai commercianti”.
Qual’è questa scelta ?
Penza parla del fatto che a Cologno la TARES ricade per il 61% sulle attività produttive, e per il 39% sulle famiglie e le attività domestiche quindi. In teoria però, chi produce più rifiuti dovrebbe sostenere spese più elevate, e normalmente un nucleo famigliare ha una mole di rifiuti organici e no decisamente più elevata.
“Oltre a questo -ha continuato Penza– un tempo le attività commerciali erano davvero molte in paese, mentre oggi si sono ridotte drasticamente. Questo significa che quel 61% prima veniva ripartito tra più esercizi, mentre oggi va a carico di pochi, ed facile capire cosa significhi, non a caso in alcuni comuni si è arrivati ad una ripartizione del 50 e 50 tra negozi e famiglie”. Questa ripartizione è la scelta che i commercianti di Cologno avrebbero voluto vedere.
Per migliorare la situazione, e consentire uno sgravio dei costi, la soluzione potrebbe essere quella di una maggiore e accurata raccolta differenziata: “Questo è l’invito rivolto a tutti, commercianti e non -chiude Penza– perché è l’unica via per abbassare notevolmente i costi”
LA MEDIA DISTRIBUZIONE IN ARRIVO A COLOGNO
E’ noto ormai da tempo che alcune zone della città vedranno sorgere dei centri per la media distribuzione. Uno di questi sorgerà accanto all’ingresso della Tangenziale a Cologno Nord, un altro nella zona vicina all’attuale Mc Donald, e inoltre riaprirà i battenti il vecchio mercato comunale, che avrà una nuova gestione.
“Su questa cosa purtroppo l’amministrazione non avrebbe potuto farci niente -ha sottolineato Penza– non ci son leggi a cui avrebbe potuto appellarsi per mettere delle restrizioni a queste aperture. Si tratta di medie distribuzioni per lo più alimentari, e non di grandi centri commerciali, quindi prendiamo atto del fatto che i grandi lavori viabilistici all’imbocco della tangenziale, sono stati pagati da questi futuri grandi centri, e che questo forse è l’unico lato positivo“.
LE APERTURE DOMENICALI
Ora come ora, se un commerciante volesse potrebbe tenere aperto il suo negozio tutte le domeniche, cosa che avviene per i centri commerciali, ma che non è fattibile per i piccoli negozi di città: “Noi non abbiamo certo personale da far ruotare -ha spiegato Penza– quindi mentre gli altri sono aperti, per noi è impossibile non chiudere”.
Per tanto, i commercianti si stanno organizzando per chiedere che siano almeno 12 le domeniche obbligatorie di chiusura durante l’anno, il doppio quindi rispetto alle 6 previste dalla legge al momento.
In conclusione,
parlare tanto di far ripartire l’economia senza tener conto del fatto che molti piccoli negozi chiudono ogni giorno, è un discorso sterile. E per questo Giuseppe Penza e i commercianti di Cologno stanno portando avanti queste diverse e importanti battaglie.