E’ un settembre rovente quello della DIELLE, dove ieri 12 settembre sono tornati gli scontri e la violenza davanti ai cancelli della fabbrica,
in quel presidio che molti operai portano avanti ormai da 115 giorni: “una vertenza tra le più lunghe che ricordiamo” hanno scritto in un comunicato gli esponenti di Si Cobas Lavoratori Autorganizzati.
Dopo gli scontri di pochi giorni fa e il ferimento di cinque persone,
si è arrivati nuovamente allo scontro tra i militari in servizio per presidiare il picchetto, e una decina di lavoratori. Il caos pare sia esploso quando gli operai hanno tentato di impedire ai loro colleghi di entrare nell’azienda, nel tentativo di convincerli ad unirsi al presidio. A quel punto la Compagnia dei Carabinieri di Cassano D’Adda, si è frapposta tra le due parti, cercando di evitare il contatto, ed è allora che si è arrivati allo scontro.
Il risultato dei tafferugli riporta 13 feriti lievi, 8 tra i carabinieri e 5 tra i manifestanti, di cui 2 sono poi stati arrestati con per resistenza e danneggiamento, e con queste accuse saranno processati per direttissima stamattina 13 settembre alle 9.00 presso il Tribunale di Milano.
Nonostante questa accusa, il comunicato sul profilo ufficiale Faacebook di Si Cobas Lavoratori Autorganizzati, fa sapere che uno degli arrestati, sarebbe riuscito a lanciare il suo cellulare agli altri lavoratori presenti, cellulare che conterrebbe, secondo i Cobas, dei video a testimonianza del fatto che sarebbero stati i militari ad attaccare i lavoratori: “Uno di essi (nda: gli arrestati), delegato conosciuto col nome di ‘marco’, con una mossa da cestista fa giusto in tempo a lanciare il cellulare con cui ha girato le scene qui descritte e che, a breve, verrà divulgato in rete”.
Gli operai non cessano la loro lotta che ormai dura da mesi, e sono sempre più convinti del loro percorso da quando l’accordo del giugno scorso (ve ne avevamo parlato qui) pare essere stato ignorato dall’azienda.
Sembra davvero lontana la possibilità di soluzione per questa situazione che ormai ha portato allo stremo delle forze tutti i soggetti coinvolti,
lasciando gli operai comunque senza una soluzione lavorativa.
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