Un quadrato di verde e ortaggi,
proprio al centro del paese, nel suo cuore pulsante tra la Piazza della Chiesa, l’acquedotto che tanto è amato dai carugatesi, e la storica scuola elementare di Via Roma, con il Comune a due passi.
Nato con lo scopo di riunire le energie del paese, fare gruppo attorno ad un progetto di coltivazione comunitaria e impegno sociale, l’oro carugatese non poteva trovare location migliore in paese.
LE ORIGINI DEL PROGETTO
Tutto ha inizio circa un anno fa, con un bando della Fondazione Cariplo attraverso Fondazione Idra, cui il comune di Carugate partecipa insieme a Caponago, e che successivamente vince portando a casa la somma segnata di 80.000 euro, da destinare proprio ad un progetto di orto biologico comunitario.
Da lì in poi è iniziato un percorso invernale di formazione sui temi dell’ orticoltura ma soprattutto su come sia fondamentale fare gruppo, costruire una sinergia di equipe per poter portare avanti un progetto così ambizioso che mira a coinvolgere la comunità.
Nel caso carugatese, l’assessore Giovanni Villa aveva inizialmente pensato di affidare la gestione dell’orto ad alcune associazioni del paese, tra le più rappresentative in termini di attenzione ai temi sociali: la Cooperativa Il Sorriso, l’Associazione Milleusi, il Forum Giovani Principio Attivo e il WWF Martesana. Alla fine, la convenzione è stata firmata per 5 anni dalla Cooperativa Il Sorriso e da Milleusi, mentre le altre due realtà saranno presenti in collaborazione.
“La collaborazione non è un fattore minore in questo progetto, anzi -spiega Barbara Caprotti, della Cooperativa Il Sorriso– nessuno è in una posizione di minor importanza nella gestione e nelle decisioni prese riguardo l’orto. Proprio sulle sinergie si fonda questo progetto, quindi la partecipazione a sostegno di Principio Attivo e WWF è molto importante“.
L’ORTO E LE SUE CARATTERISTICHE
Il percorso verso questo speciale spazio agricolo carugatese, è partito come detto da un momento invernale dedicato all’approccio al gruppo, al lavoro di equipe, cui è seguita una fase di costruzione e progettazione dello spazio. I lavori veri e propri sono iniziati di buona lena ai primi di marzo del 2014, con una prima attività di pulizia dello spazio dalle erbacce e dai rifiuti, dopo la quale è arrivato il momento dedicato alla concreta lavorazione della terra in preparazione delle semine e della creazione del tanto particolare orto sinergico, uno spazio minore ricavato all’interno dell’orto vero e proprio.
L’orto sinergico, un piccolo orto nell’orto:
Già il nome fa capire come diverse componenti concorrano alla crescita del raccolto.
Nello specifico, si tratta della particolare forma di coltivazione, che permette ad alcune piante seminate vicine, di aiutarsi e scambiarsi alimenti durante la crescita, sostenendo l’una la fioritura dell’altra.
“Questo tipo di orto segue i criteri del biologico, quindi l’assenza di pesticidi e il risparmio e riciclo dell’acqua attraverso l’irrigazione goccia a goccia, dove l’acqua esce dal tubo una goccia alla volta -ha spiegato Martina Cellamare della Cooperativa Il Sorriso, che tempo fa ha seguito un corso specifico su questa particolare attività- Con questo sistema, la prosa, cioè la parte rialzata dove si coltiva, che in questo orto si chiama bancale ed è molto alta, consente una semina specifica sia sui lati obliqui che sulla parte piana, così che si possano seminare le piante più bisognose di acqua vicino al tubo d’irrigazione, e quelle che ne necessitano meno anche più distanti”.
Un altro elemento che concorre sinergicamente alla creazione di questo aspetto dell’orto, è l’utilizzo di compost e paglia per la costituzione del bancale. “la paglia sfavorite la crescita di erbacce e mantiene umida la terra -ha precisato Martina- anche per questo si riesce a risparmiare acqua“.
Cosa si coltiva nell’orto comunitario (vedi galleria foto sotto):
“In questo terreno si può coltivare più o meno di tutto e biologicamente al 100%. Di sicuro si raccoglie ogni tipo di ortaggio, e fragole e meloni tra la frutta. Se poi si vuole sapere di preciso quali raccolti specifici potrebbero essere più fruttuosi, si devono compiere analisi specifiche sul terreno all’incirca ad inizio autunno. C’è da dire che le colture hanno grande adattabilità quindi crescono bene anche in zone dove non sarebbero così tipiche“.
A spiegarci queste particolarità, e a coordinare alcune attività di semina, trapianto e coltura del piccolo orto comunitario, c’è Sara Petrucci, agronoma residente a Carugate e specializzata in agricoltura biologica e orticoltura. “Al momento l’orto è coltivato con ortaggi primaverili estivi, ma stiamo risistemando le aiuole e trapiantando verdure invernali come le diverse qualità di cavolo, i finocchi e l’ insalata, che vanno comunque seminati ora”.
La dottoressa Petrucci terrà a Carugate a partire da ottobre, 12 incontri teorici e pratici sull’orto, aperti a tutta la cittadinanza che vorrà saperne di più su queste attività e partecipare più attivamente e consapevolmente. A tal proposito… come si fa partecipare ?
Come si fa a coltivare e come è gestita la divisione e la raccolta dei prodotti dell’orto:
“Davvero vorremmo che partecipassero i giovani, che ci fossero forze nuove in campo per prendersi cura di questo spazio. Noi abbiamo fatto molto negli anni ma ora vediamo questo progetto come un passaggio di testimone alle nuove generazione che si vogliono occupare del paese“.
A lanciare l’invito è Roberto Guzzi, dell’ Associazione Milleusi, che fa appello alle nuove leve carugatesi affinché si avvicinino al progetto e diano continuità ad un percorso sociale e comunitario.
Per prendere parte attivamente ai lavori dell‘orto comune, è sufficiente prendere contatti con la Cooperativa Il Sorriso (02/9252429 – info@ilsorriso.net), scrivere al gruppo Facebook (clicca qui) o recarsi direttamente all’orto ogni week end, dove c’è sempre qualcuno intento a vangare, seminare o strappare erbacce, perché l’orto è nato da poco e ha bisogno di molte cure e molti lavori per prendere davvero forma.
“La partecipazione è assolutamente libera a seconda delle disponibilità di ognuno -ha spiegato Martina Cellamare– chi può venire un’ora alla settimana viene un’ora, chi vuole venire ogni sabato tutto il giorno può farlo… insomma è libero, e poi il raccolto lo si porta a casa in modo direttamente proporzionale al lavoro svolto“
Chi sono per ora gli agricoltori carugatesi ?
Tra gli appassionati amanti dell’orto, ci sono cittadini comuni come Liliana Pelanda, membri delle associazioni già nominate,
e anche i ragazzi disabili della Cooperativa Il Sorriso, che tengono aperto l’orto lavorandoci con entusiasmo 3 giorni alla settimana: “L’idea di un orto l’avevamo da tempo come cooperativa -ha spiegato Barbara- ma purtroppo non avremmo saputo come portarla avanti. Questa possibilità l’abbiamo colta al volo e i ragazzi sono entusiasti, vivono il raccolto come una grande gratificazione degli sforzi e seguono con emozione tutto il periodo della semina e della crescita“
La signora Liliana invece, vede nell’orto una liberazione da un lavoro di routine e ufficio: “Ho sempre fatto l’impiegata e avevo davvero voglia di un lavoro naturale, di sporcarmi le mani a contatto con l’aria aperta e la terra per far vivere un po’ del mio spirito ambientalista. In più qui ho trovato un ambiente trasversale, dove si incontrano generazioni diverse, persone con storie e abilità differenti… insomma, un bel mix”.
L’invito dunque, è a partecipare numerosi per rendere l’orto un bene davvero comunitario e aggregante.
Intanto godetevi un po’ di foto scattate in questi giorni …