A Segrate è arrivato il momento di fare chiarezza sulla TASI,
l’odiatissima tassa sui servizi indivisibili (sicurezza, verde urbano, manutenzione stradale e illuminazione pubblica) il cui pagamento della prima rata, per molti comuni, è scaduto proprio l’altro ieri.
A parlare è il sindaco Alessandrini che non si fa scivolare le critiche da più parti piovute su di lui e sull’amministrazione comunale.
“Il Comune di Segrate –sottolinea il sindaco- recependo le disposizioni di Legge vigenti al tempo dell’approvazione del Bilancio, avvenuta all’inizio dell’anno, aveva stabilito che le scadenze per il pagamento della TASI fossero fissate per l’anno 2014 in 3 rate: luglio, settembre e novembre.” Una tassa che avrebbe dovuto riguardare soltanto le abitazioni principali, azzerandola per tutte le altre fattispecie (seconde case, case locate, capannoni, uffici, negozi), tenendo fermo il principio di non far pagare di più alle prime case di quanto non si pagasse con la vecchia IMU.
Ma l’inghippo è dietro l’angolo. “Durante l’iter di conversione della legge, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 6 maggio 2014 – continua Alessandrini – si apprese con stupore da parte di tutti gli operatori ed Enti interessati, che il Governo aveva stabilito che per gli Enti che avessero già deliberato le aliquote TASI entro maggio, le relative scadenze dovessero essere il 16 giugno per la prima rata e il 16 dicembre per il saldo.”
Per Alessandrini, dunque, la colpa dell’assalto agli sportelli del comune per il calcolo della TASI è tutta del Governo che ha cambiato in corsa le regole del gioco. Una situazione al limite del tollerabile per i moltissimi cittadini accorsi che il comune ha dovuto fronteggiare, aumentando a 30 il numero di posti a sedere disponibili nella sala. “Dal 5 all’ 11 giugno si è dunque registrata un’affluenza pari a circa 2000 utenti, una media di oltre 250 al giorno, con calcoli TASI per più di 6000 posizioni. Dal 12 giugno l’affluenza si è ridotta a poco più di 100 utenti.” spiega Alessandrini.
“La considerazione finale è dunque semplice -chiude Alessandrini– Segrate aveva ben fatto il suo dovere, aveva fatto un Bilancio nei tempi giusti e previsto l’invio a casa dei moduli di pagamento per tempo, ma come spesso accade purtroppo il nostro Governo ha deciso di cambiare le regole in corsa e penalizzare chi ben aveva programmato tutto”.