MARTESANA SOCIALE
CERTIFICATO PENALE PER LAVORARE CON MINORI… MA NON PER TUTTI.

categories="13381,12868,6030,12964,9217,13794,12762,12863,12742,12741,12743,12862,12744,12746,12745,12747,12748,12865,12866,12799,12749,12763,12750,12864,12751,12867,12752,6546,16899,12965,6542,3,12980,210,17281,17282,17283,17284,12962,6126,13798,12981,287,1,12966,12961,12976,2916,5857,9608,12505,14138,14139,13781,6544,13496,7153,6534,5184,12977,6031,9215,6523,10994,6522,1545,6421,10995,10993,13198,361,13290,12821,12800,6062,8672,16701,16702,16703,6,5856,12959,9216,9218,27,101,14566,13209,6511,12963,12816,427" random="1" limit="1"]

La polemica è già esplosa com’era prevedibile, ed è duplice.
Dallo scorso 6 aprile, ogni datore di lavoro che dovrà assumere personale per lavorare a contatto con minori, dovrà richiedere al dipendente un certificato penale.

L’imposizione per legge, è arrivata con il decreto legislativo n.39 dello scorso mese di marzo, con cui viene messa in atto concretamente la direttiva europea 2011/93/UE relativa alla lotta contro l’abuso, lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile.

IL DECRETO
Il Punto 1 dell’ Art. 2 del Decreto Legislativo n°39  (in G.U. n. 68 del 22 marzo 2014 – in vigore dal 6 aprile 2014) dichiara:
Il certificato penale del casellario giudiziale di cui all’articolo 25 deve essere richiesto dal soggetto che intenda impiegare al lavoro una persona per lo svolgimento di attività professionali o attività volontarie organizzate che comportino contatti diretti e regolari con minori, al fine di verificare l’esistenza di condanne per taluno dei reati di cui agli articoli 600-bis, 600-ter, 600-quater, 600- quinquies e 609-undecies del codice penale, ovvero l’irrogazione di sanzioni interdittive all’esercizio di attività che comportino contatti diretti e regolari con minori”.

Il certificato penale da consegnare obbligatoriamente ai datori di lavoro, conterrebbe dunque informazioni su eventuali osservazioni in merito al dipendente e ad eventuali passati divieti per lo stesso di lavorare a contatto con ragazzini. Le pene previste per i datori di lavoro e responsabili che si rifiuteranno di richiedere il certificato, sono quantificabili nell’ordine delle 10.000 euro sino ad un massimo di 15.000.

datori di lavoro che vogliano scaricare il modello per richiedere il certificato penale, possono farlo dal sito web dedicato (scarica qui il modello)

LA POLEMICA
L’obbligo di richiedere il certificato
penale, come chiarito in una nota del Ministero della Giustizia, “Sorge soltanto ove il soggetto che intenda avvalersi dell’opera di terzi, soggetto che può anche essere individuato in un ente o in un’associazione che svolga attività di volontariato, seppure in forma organizzata e non occasionale e sporadica, si appresti alla stipula di un contratto di lavoro. L’obbligo non sorge, invece, ove si avvalga di forme di collaborazione che non si strutturino all’interno di un definito rapporto di lavoro”.

E’ dunque facile intuire come all’interno delle società sportive, laddove allenatori e dirigenti non siano assunti da regolare contratto, o in altre realtà aggregative come ad esempio all’interno degli oratori, dove l’attività di animatore è tenuta viva dal volontariato gratuito, questo tipo di obbligo cessi di esistere, perché, come ribadito ancora dal Ministero di Giustizia, avvalendosi dell’opera di volontari “costoro esplicano un’attività che, all’evidenza, resta estranea ai confini del rapporto di lavoro“.

E’ su questo punto e su questo discrimine che è insorta la polemica, portata avanti soprattutto dagli insegnanti e dagli educatori delle Cooperative sociali, impegnati in ambito sociale in martesana. Ad affidare il suo sfogo sulla pagina Facebook proprio nel giorno in cui è stata approvata la norma, anche Nico Acampora, uno tra i più noti educatori della martesana,che provocatoriamente definisce la legge “un paradosso”. “E’ una cosa assurda, è come dire  indirettamente che gli educatori professionali sono maggiormente a rischio di commettere atti di pedofilia, o che tali atti possono essere commessi dai volontari perché non ricevono uno stipendio. Siamo all’assurdo ItalianoL’Italia recepisce la normativa sulla pedofilia, che impone ai datori di lavoro di verificare che i soggetti che prestano la loro opera con minori non abbiano precedenti penali per reati connessi alla pedofilia. Fin qui tutto corretto, anzi direi che è il minimo. La legge come recepita dall’Italia però esenta dall’obbligo di tale certificazione tutti gli educatori volontari, ed i volontari in genere che prestano il loro servizio con minori, come i catechisti, gli educatori degli oratori, gli scout e gli allenatori delle giovanili. Credo che tutti gli educatori professionali e gli insegnanti dovrebbero scrivere indignati ed offesi al nostro Parlamento, anzi, credo che dovrebbero farlo soprattutto i genitori che pretendono garanzie e che quindi devono pretendere che questa legge sia applicata a tutti gli adulti che operano con i minori, anche se lo fanno solo per pochi giorni alla settimana. Se la legge è una buona legge, lo è se applicata a tutti, altrimenti è demagogia, ipocrisia legislativa.