CERNUSCO
IL GIORNALISTA REPORTER FABRIZIO GATTI OSPITE ALLA CASA DELLE ARTI

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Venerdì 4 aprile, dalle ore 21.00, lo scrittore e giornalista Fabrizio Gatti sarà ospite alla Casa delle Arti di Cernusco per una lettura scenica intitolata “La nostra mafia quotidiana: dai quartieri alla trattativa con lo Stato“.

L’evento è contenuto nella rassegna  di teatro sociale “Indignarsi non basta!”“Questa rassegna di teatro civile che potremmo chiamare anche teatro d’impegno e della memoria – ha dichiarato l’Assessore alle Culture Rita Zecchininasce dalla convinzione che il teatro possa e debba raccontare il nostro tempo con tutte le contraddizioni e le problematiche come ad esempio la crisi economica, la violenza contro le donne, i pregiudizi e gli stereotipi di genere, la lotta contro la mafia, l’etica della legalità, la difesa ambientale e così via. Attraverso il teatro – conclude l’Assessore – si può infatti far rivivere fatti ed emozioni risvegliando il desiderio di conoscere, riflettere e ricordare pensando al nostro vivere comune”.

Durante la serata, sarà possibile fare la conoscenza di Fabrizio Gatti, grande professionista e persona incredibile, ormai da tempo noto per i suoi reportage condotti da “infiltrato“, servendosi di travestimenti per poter denunciare attraverso le pagine del giornale per cui lavora, L’Espresso, le ingiustizie, le atrocità, le illegalità e i torti che si consumano nel nostro paese. Gatti ha fatto tutto ciò vivendo in prima persona le situazioni, facendole sue da “infiltrato” appunto, e la sua ultima esperienza, è stata quella di abbandonarsi in mare e fingersi immigrato, poi ripescato dagli abitanti di Lampedusa. In passato aveva vissuto come un rumeno assunto in Puglia nei campi di pomodori, ma molte sono state le esperienze che lo hanno visto in prima linea a denunciare gli aspetti nascosti della quotidianità italiana.

Nella lettura scenica presentata a Cernusco, la storia è quella del giornalista infiltrato che segue i traffici e i giri di eroina a Milano. Nel racconto anche le vicende di un killer che alla sua prima prova con la pistola in mano, non riesce a sparare e finisce tra i testimoni di un maxiprocesso contro la ‘ndrangheta al Nord.

Per maggiori informazioni sulla storia di Fabrizio Gatti, visitate il suo blog personale 

 

Chi invece fosse impaziente di legge qualcosa del giornalista, ecco un estratto del libro “Gli anni della peste”, che verrà presentato alla Casa delle Arti come Lettura scenica.

“Un giornalista infiltrato che si mette la tuta degli operai del gas per raccontare le follie di una banda di trafficanti di droga. Un killer della ’ndrangheta che al suo battesimo con la pistola non ha il coraggio di uccidere. Si guardano da lontano. Si studiano. Si incontrano. Due vite parallele. Un viaggio spietato. Dal Fortino della mala, il quartiere senza Stato di Milano, ai giorni della resa alla mafia, i nostri giorni. Il giornalista insegue la via dell’eroina in città e si ritrova al centro dell’estate atroce delle stragi di Cosa nostra. Rocco, vent’anni, il killer che rinuncia a uccidere, finisce in carcere. Con una sola ossessione: vendicare la morte di Luca, il suo capo, il suo compare fraterno, ammazzato su ordine dei clan. Il bisogno di vendetta di Rocco però si trasforma in desiderio di giustizia. Fino a convincerlo a testimoniare al maxiprocesso contro la ’ndrangheta al Nord. In cambio lo Stato gli offre la tutela e la possibilità di ricostruirsi una vita. Ma un mese prima dell’udienza, con un pretesto, gli toglie il programma di protezione. Rocco diventa così il primo pentito tradito dallo Stato. Il perché glielo rivela il giornalista che Rocco odiava fino al punto di volerlo gambizzare. Il perché è nelle confidenze di un funzionario di polizia che, già poche ore dopo le bombe di Cosa nostra a Milano e a Roma, parla di una trattativa in corso tra apparati dello Stato e boss. Il perché è nella realtà dei nostri giorni: dopo quell’estate atroce, l’Italia non è più la stessa. Rocco capisce così di essere una pedina sacrificata in nome della normalizzazione intorno a cui, da vent’anni ormai, convergono gli interessi di criminalità organizzata e apparati che si muovono trasversalmente nelle istituzioni”.