Certe questioni
non passano mai di moda, forse perché colpiscono l’opinione pubblica, forse perché non sono mai state chiarite abbastanza.
E’ questo il caso carugatese del cantiere edilizio aperto nel parco Molgora, e della struttura che ne sta nascendo. In paese se ne è parlato molto, e di recente la Lega Nord ha rilanciato la questione attraverso Facebook, sottolineando come “Alla nipote del Sindaco sia permesso costruire su suolo agricolo” (qui il post della Lega Nord). Di fatto, la costruzione nascente è di proprietà di un parente del primo cittadino Umberto Gravina.
LA LEGGE
La legge Regionale n° 12/2005, votata dalla Lega Nord in regione, chiarisce senza dubbio i casi in cui è possibile edificare in un terreno adibito all’agricoltura e all’interno di una zona naturale. Nello specifico, l’art. 59, comma 1 l.r. n. 12/2005, sentenzia che: “nelle aree destinate all’agricoltura dal piano delle regole sono ammesse esclusivamente le opere realizzate in funzione della conduzione del fondo e destinate alla residenza dell’imprenditore agricolo e dei dipendenti dell’azienda, nonché alle attrezzature e infrastrutture produttive necessarie per lo svolgimento delle attività di cui all’articolo 2135 del codice civile quali stalle, silos, serre, magazzini, locali per la lavorazione e la conservazione e vendita dei prodotti agricoli secondo i criteri e le modalità previste dall’articolo 60 “.
LA STRUTTURA IN COSTRUZIONE
Stando agli atti presentati per il progetto di edificazione, si tratterebbe di una casa colonica agricola, di cui una parte minore adibita a residenza, e il resto destinato a floricultura, serre e vivai, che verranno poi rivenduti ai commercianti al dettaglio. E’ previsto inoltre un piccolo allevamento di 4 cavalli. Proprietaria dell’impresa, è la giovane parente del sindaco, associata alla Coldiretti, già attiva nella sua attività con sede a Vaprio D’Adda e presto con succursale carugatese appunto. Si parla al futuro dunque, perché al momento le attività non sono ancora partite, e da qui parte la polemica.
I DUBBI
Nella documentazione, rispetto al maneggio si dice: “E un’attività nuova da sviluppare nel tempo“. Una frase che ha alimentato i dubbi sollevati tempo addietro: “L’attività dovrà arrivare più avanti -ha commentato su Facebook Roberta Ronchi, capogruppo della sezione leghista locale- altrimenti avranno avuto ragione coloro che hanno sollevato dubbi, pensando che sia stato tutto un escamotage per costruire una villa nel verde, versando zero euro di oneri“.
LA LETTERA DI COLDIRETTI DA RAGIONE AL SINDACO E NON SOLO
Il Sindaco Gravina ha più volte ribadito con convinzione la sua posizione: “C’è una legge votata dalla Lega, che elenca i criteri per poter edificare, e in questo caso ogni criterio è rispettato. Questa ormai è una storia vecchia, ma che non sta in piedi. Basti pensare che la Coldiretti, storicamente parallela alla Lega Nord, ci ha sollecitato ad allentare i vincoli che abbiamo imposto alla costruzione, chiedendoci di rendere i lavori più facili all’imprenditore agricolo“.
Negli effetti, nella lettera che Coldiretti ha spedito al Primo Cittadino nel dicembre 2013, in riferimento alla legge regionale già citata, si legge: “Questa norma indica con precisione i soggetti che possono effettuare gli interventi, ponendo dei forti limiti, indica le volumetrie massime ponendo forti limitazioni e di fatto stabilisce che può costruire ed in qual misura. Porre ulteriori limiti rispetto alla normativa regionale, penalizza l’imprenditore agricolo“. Quindi da un lato il Sindaco è stato accusato di essere troppo permissivo con una parente, e dall’altro di essere stato troppo severo con l’imprenditore.
Dunque, in molti restano convinti che “Basta avere i soldi o essere nipote di qualcuno e nel parco Molgora ci puoi costruire eccome..” come recita un commento lasciato su Facebook da D.B.C. Quella del nepotismo è un’altra storia, ma va detto che questa concessione a edificare, è avvenuta nel rispetto della legge e rispettando ogni criterio imposto dalla normativa.