PIOLTELLO ELEZIONI
UN CAFFE’ CON PAOLA BOCCIARELLI

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Questa volta all’appuntamento si presentano in tre: Paola, la candidata sindaco, Paolo, il suo addetto stampa, e Giampiero, lo sfidante alle primarie interne “secondo per un soffio”, dicono. Nei movimenti orizzontali funziona così: “Da noi veramente uno vale uno –spiega Paola- Sento la responsabilità ma sento anche tutta la forza del gruppo che mi sostiene.”

Una persona riservata, educata, lontana dai toni del movimento duro e puro. Dalle parole, però, trapela un senso di tradimento nei confronti di una classe politica costruita sulle promesse, promesse disattese nel modo peggiore, a suo dire. “Si va sempre a colpire il cittadino delle fasce più deboli, il pensionato, colui che fa fatica realmente a rimanere in questo sistema e si sente emarginato, nonostante ne sia la parte più importante.”  Di professione, Paola Bocciarelli fa la puericultrice: i problemi di mamme, donne, anziani e bambini li affronta quotidianamente anche attraverso la Onlus per la lotta alla sclerodermia di cui è volontaria. Conosce bene le realtà più difficili e a partire dal loro ascolto, dalla loro partecipazione ai processi decisionali, vuole amministrare la città di Pioltello. Sulla sua collocazione politica ha le idee molto chiare: “Non mi sento né di destra, né di sinistra. Mi sento cittadina e vorrei che passasse questo del mio profilo.”Le buone idee non hanno un colore politico. Le buone idee sono buone idee e basta” le fa eco Giampiero, il più radicale dei tre. E insiste: “Il cittadino non può essere preso per la giacchetta dalle lobby e dai sistemi di potere. Questo, in quanto cittadini, ci distingue dagli altri.”

Ma adesso che siete entrati dalla porta principale nelle istituzioni, non avete paura di contaminarvi?No -rispondono i tre all’unisono- Per statuto i nostri rappresentanti non possono rimanere in carica più di due mandati. In questo modo si evita il radicamento negli apparati, nelle burocrazie. Si evita di considerare le istituzioni qualcosa di proprietà.”

I tre provengono da storie ed esperienze diversissime che li hanno portati a far parte del Movimento. Storie accomunate dallo stesso finale di malcontento e ribellione, come quella di Paolo, tra i fondatori del Meetup di Pioltello: “Io provengo dai no global, militavo nei centri sociali. Sono uno di quelli che è andato a Genova a fare il G8. Nel Movimento 5 Stelle ritrovo i temi che discutevamo da Seattle in avanti: reddito di cittadinanza, l’attenzione all’ambiente, la democrazia partecipativa.Paola, invece, prima di lasciarsi conquistare dal Movimento, era talmente disillusa da non andare nemmeno più a votare: “Ho avuto un barlume di speranza quando la Lega nord è entrata in campo. Mi sembrava davvero che le loro fossero idee per i cittadini. Poi, quando ha seguito Berlusconi, mi sono detta che basta: sono davvero tutti uguali.
Non le piaceva nemmeno Di Pietro?

Di Pietro l’ho seguito molto nella sua battaglia da magistrato, ma la sua scelta di fondare un partito l’ho trovata un tradimento verso i cittadini.
Giampiero ha una storia ancora diversa, a rappresentare l’eterogeneità di chi ha seguito le parole e i valori di Grillo: “Io ho iniziato a votare con Tangentopoli. Sentendo tutto quel caos, mi sembrava che Berlusconi fosse l’unico a parlare di idee: mi ero fatto abbindolare. Subito dopo, però, mi sono ricreduto e ho cominciato a votare Di Pietro. Apprezzavo a livello concettuale anche i discorsi di Fini…poi, quando Grillo è sceso in campo, ho deciso di entrare a far parte del Movimento .”

Cominciamo dalle questioni più spinose delle ultime settimane. Cosa avete votato, se avete votato, e come giudicate le espulsioni dei quattro Senatori dissidenti del Movimento 5 Stelle?
Giampiero: “Io non ho votato perché mi sento certificato al blog di Grillo abbastanza recentemente, quindi non ho ancora diritto di votare questo tipo di proposte…quello che sono riuscito a capire è che queste persone, al momento della candidatura, avevano firmato un contratto col Movimento e poi si sono comportate esattamente al contrario di come avevano detto…”

Però queste persone hanno sempre votato in accordo col gruppo, hanno sempre versato quel che per Statuto era previsto che versassero del loro stipendio. In cosa hanno sbagliato tanto da meritarsi l’espulsione?
Paolo: “La verità è che queste persone stavano facendo opera di sabotaggio sin dal primo giorno. Ogni iniziativa che il Cinque Stelle faceva loro erano in disaccordo, ma non dall’ultimo periodo come hanno riferito i giornali: da sempre. E poi è anche vero che non facevano parte della vita del gruppo, a detta di chi sta dentro. Sono stati anche sfiduciati dai loro Meetup, dalla loro base: avevano perso il contatto col loro territorio. Non è stata solo una decisione di Grillo”.

Distinguersi è una forma di autonomia, di sapere ragionare in modo critico…
Paolo: “Se lo fai continuamente diventa sabotaggio, però…e questi Senatori, tra l’altro, non erano nemmeno produttivi in termini di proposte e mozioni da presentare in Aula. Erano lì a schiacciare il bottoncino”. Gianpiero: “La guerra è guerra, se non combatti…se c’è qualcuno che spara addosso a te invece che al nemico…”

Quindi vi sentite in guerra? Contro chi?
Giampiero: “Certo, siamo contro il sistema della partitocrazia e delle lobby che ci ha governato fino ad adesso”.

Non c’è nessun politico né di centrodestra né di centrosinistra che apprezzate?
Paola: “Per quanto mi riguarda no, ma da tempo. Chi promette e non mantiene manca di coerenza e le persone che mancano di coerenza non possono ricoprire dei ruoli istituzionali così importanti. Ognuno può avere le proprie idee, ma non si possono manipolare le persone umili. E in Parlamento sono tutti manipolatori”.

Parliamo di Pioltello: in che cosa il Movimento Cinque Stelle può essere diverso rispetto agli altri partiti?
Paola: “La differenza starà nel coinvolgimento diretto di tutti i cittadini. Pensiamo al bilancio partecipato, comitati di quartiere, referendum introduttivi senza quorum. In questo siamo diversi rispetto a tutti gli altri: vogliamo che i cittadini si attivino e diventino protagonisti perché conoscono i problemi e sanno come risolverli”.

E se doveste perdere che opposizione sarà?
Paolo: “Sarà un’opposizione responsabile, sicuramente staremo col fiato sul collo alla giunta e alla maggioranza che vincerà le elezioni. Faremo uscire le notizie dai palazzi, dalle istituzioni, ma comunque saremo sempre responsabili. Se ci saranno delle proposte condivisibili non esiteremo a votarle”.

La percezione che si ha del Movimento Cinque Stelle, però, è che la vostra sia un’opposizione distruttiva, che contribuiate alzare i toni delle discussione. Ad esempio, con l’approvazione del decreto Imu-Bankitalia quando avete invaso i banchi del Governo e assaltato la presidenza..
Giampiero: “Questo è colpa dei giornali che fanno vedere che urliamo ma non spiegano perché urliamo. In quel caso specifico c’era appena stata la tagliola, ossia la Presidente Boldrini aveva posto in votazione il decreto, interrompendo la discussione..una cosa che non si era mai vista! In questo modo siamo riusciti a mettere luce su un decreto di cui nessuno avrebbe altrimenti parlato. Certo, poi la stampa ha dato risalto alla polemica e non al contenuto della protesta”.
Paola: “Quello che c’è da vedere in quella situazione è il fatto che la Presidente si sia approfittata del suo ruolo. Noi abbiamo rispecchiato la reazione che avrebbe avuto qualsiasi cittadino. Abbiamo portato nell’Aula quello che sarebbe accaduto fuori, nelle piazze: l’indignazione”.

Parlamento e piazza sono due cose diverse, però…se da una parte urlare e fischiare sono giustificati, le istituzioni sono un’altra cosa: sono il luogo della costruzione, della mediazione…
Paola: “Noi non siamo politici, siamo cittadini. E quindi esterniamo la nostra rabbia come la esternerebbe qualsiasi cittadino”.
Paolo: “E’ anche un po’ strategia comunicativa…altrimenti non verrebbe fuori quello che facciamo, sembreremmo quelli che stanno in Parlamento a non far nulla…”

Tornando a Pioltello: che voto date a questo ventennio di centrosinistra?
Paola: “Io dico non classificabile. Perchè anche le vicende del sindaco Concas che ne hanno fatto emergere una malefatta, mi fanno penare che sotto ce ne possano essere altre cento. Anche se si fosse fatto bene qualcosa, sorge il dubbio di come sia stato fatto quel bene. Questo è un giudizio mio personale…”
Paolo: “Sicuramente qualcosina è migliorato, non si può dire di no. Ma è indubbio che sia mancata la trasparenza, il coinvolgimento dei cittadini. L’amministrazione era diventata una casta proprio perchè sono rimasti per anni il gruppo dirigente di questa città. Io li chiamo il Clan dei Seggianesi perché vengono tutti da Seggiano…”

E in caso di vittoria, da chi sarà composta la Giunta?
Paola:
 “Non lo sappiamo, siamo aperti a qualsiasi competenza sia interna che esterna al Movimento”.

Concludiamo con la stessa domanda che abbiamo rivolto agli altri candidati: che pronostico fate rispetto al risultato delle elezioni?
Paolo: “Che non vinca nessuno al primo turno, quello è sicuro…”
Paola: “Io non mi sono ancora fatta un’idea vera e propria di dove arriveremo; a prescindere dal risultato, però, vorrei che ai cittadini arrivasse la speranza che noi saremo sempre dalla loro parte”.