Quello di sabato scorso è stato un pomeriggio dedicato agli amanti della poesia all’Atrio di Carugate.
Con il ricorrere della Giornata mondiale della Poesia, e per la prima volta nell’ambito degli “Aperitivi letterari”, si è infatti svolto un reading a cui hanno partecipato Alberto Figliolia e l’esordiente Manuela Bonò, accompagnati nelle letture dalla “voce” a 6 corde di Sergio Prada. Figliolia, già autore di diverse raccolte poetiche, e non solo, che spaziano dalla metrica ferrea degli haiku alla prosa lirica, e Bonò, terza classificata nel ’97 al concorso “Galleria” presso Rizzoli, hanno presentato i loro libri, La semina dei ricordi (edito da Alba libri) e Nel costato della voragine (autofinanziato).
A introdurre i due ospiti, come di consueto, c’era Corrado Alberti, Bibliotecario di Carugate, nonché membro del gruppo di lettura “IncrociArti”. Proprio Alberti ha rotto il ghiaccio, chiedendo ai due autori quale fosse la loro idea di poesia e in che cosa differisce dalla prosa. Per Bonò “la poesia sta alla fotografia come il romanzo al filmato, nel senso che la poesia, dal più intenso potere evocativo, cerca di catturare in qualche modo il tempo. Inoltre -aggiunge- ognuno può prendere qualcosa da essa senza per forza dover giungere al fondo di quello che intende l’autore”. Per Figliolia invece “La forza della scrittura poetica risiede nella sua capacità produttiva infinitamente maggiore rispetto agli altri mezzi espressivi, e attraverso la parola poetica si tenta di ricondurre all’ordine il caos del mondo».
Il reading, durato circa 45 minuti, è stato alternato e alternativo. Le due voci infatti, per molti aspetti affini, si sono anche alternate, intrecciando i propri versi “quasi fosse un’unica parola un unico fluire”. Ciò è accaduto per quei testi dove si presentava una tematica comune, come ad esempio: Milano, Il viaggio in metro, Il limite, Natale, Il futuro apocalittico.
Le impressioni suscitate sono state molto intense ed hanno ben delineato gli orientamenti dei due autori. Per la Bonò si può dire che si tratti per certi versi di una poesia da dietro la finestra, ossia di un procedere molto soggettivo, che cerca in modi rapidi e molto condensati di creare un immagine netta ed evocativa. Quella di Figliolia, che si autodefinisce “un surrealista metropolitano“, è invece, al contrario, una poesia che scende in strada, euforica e sarcastica, forse più narrativa ma altrettanto potente per quanto riguardo la resa immaginifica.
Al termine della sessione Figliolia si è esibito in una performance poetica dal titolo sarcastico “O my generation beat generation bit generation”, che è possibile riguardare qui.
Vi segnaliamo due testi degli autori: A Mia Nonna di A.Figliolia, ed Esternazione, di M.Bonò
Gli appuntamenti degli “Aperitivi letterari” riprenderanno il 12 aprile con il nuovo romanzo di Lello Gurrado.
Articolo di: Matteo Zavaglio