E’ di pochi giorni fa l’accusa lanciata dal PD di Segrate, che accusa il nuovo “Codice integrativo di Comportamento dei Dipendenti” adottato dal Comune di Segrate.
L’ARTICOLO 4 DEL CODICE:
Il PD contesta in modo particolare l’articolo 4 del codice stesso:
– Integrazione del codice generale in materia di partecipazione ad associazioni e organizzazioni –
1. I dipendenti del Comune di Segrate e delle società/altri organismi dallo stesso integralmente partecipati comunicano al responsabile dell’ufficio di appartenenza o al datore di lavoro di riferimento la propria adesione o appartenenza ad associazioni od organizzazioni operanti sul territorio comunale, diverse dai partiti/movimenti politico – sindacali, entro n. 30 giorni.
“Tra le pieghe di questo codice – si legge in uno scritto della sezione PD di Segrate– il Comune ha inserito un articolo estremamente pericoloso, andando oltre le necessità di legge, il cui scopo pare proprio quello di schedare tutta la pianta organica, come nei peggiori regimi totalitari”. Sempre nel comunicato PD segratese, si annota: “Alcuni dipendenti avevano sollevato questa questione, ma la loro richiesta è stata rigettata. Non si tratta quindi di un errore: ma di una vera e propria volontà politica che ci induce nel sospetto di celare qualche altra intenzione“.
L’inquietante domanda che il partito di opposizione pone in conclusione, è la seguente:
“Una volta che gli Amministratori avranno queste informazioni, saranno in grado di trattare tutti i dipendenti nello stesso modo o, anche inconsciamente, li discrimineranno?”
LA RISPOSTA DELL’AMMINISTRAZIONE
Non tarda ad arrivare una puntigliosa replica di Roberto Maria Carbonara, Responsabile della Prevenzione della Corruzione, della Trasparenza e dell’Integrità nel Comune di Segrate, che specifica come non esista un rischio di violazione della vita privata dei dipendenti, e come, sebbene rigoroso, il Codice Integrativo non possa, e non debba essere associato a nessun tipo di politica di regime.
“Avverto l’esigenza, di fornire alcune delucidazioni sulla disciplina degli obblighi di comunicazione ricadenti sui dipendenti in materia di iscrizione ad Associazioni -ha fatto sapere Carbonara in una nota- L’approvazione del codice integrativo è stata preceduta da una robusta procedura di consultazione pubblica preventiva, con le associazioni operanti sul territorio; con ogni Singolo Dipendente con le Rappresentanze Interne dei Lavoratori (R.S.U.) e con le Rappresentanze Territoriali dei Lavoratori”.
Nel proseguire della nota, il Responsabile sottolinea come, soprattutto nel confronto sindacale, seppur non in totale accordo tra le parti, si sia arrivati ad un compromesso che ha accolto alcune delle richieste del sindacato stesso a riguardo. Inoltre, viene specificato che “Il codice integrativo di comportamento ha conseguito la validazione di conformità dell’Organismo Indipendente di Valutazione“.
Due punti fondamentali per illustrare la posizione del comune, che rifiuta categoricamente qualsiasi accostamento, anche solo paventato, a politiche di gestione di stampo totalitario, sono sottolineati ancora da Roberto Maria Carbonara:
“La circoscrizione dell’obbligo di comunicazione, alle sole associazioni operanti sul territorio comunale, costituisce di per se un rilevante temperamento dell’obbligo -ha sottolineato il responsabile comunale- Inoltre, comunicare l’iscrizione non significa divieto di iscrizione o divieto di partecipazione alla vita associativa”
All’inquietante domanda posta dunque dal PD, l’amministrazione ha risposto con un’altrettanta lapidaria conclusione, affidata sempre alla nota di Carbonara: “Si accetta la critica, si monitora la situazione sollecitata; ci si impegna, in caso di disfunzioni, ad apportare subitanei cambiamenti, MA si respinge con fermezza l’illazione di praticare metodi da O.V.R.A. (Polizia Segreta del Periodo Fascista)”