SCUOLA
STORIA DELL’ARTE QUASI SCOMPARSA
VEDIAMO IN MARTESANA CHE SUCCEDE

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Italia Paese del sole, del mare. Terra di poeti, santi e navigatori, dicono.
E a guardare le code di turisti fuori dai musei delle principali città d’arte italiane, mai verrebbe in mente che la politica di questi anni sia stata tanto miope da ridimensionare drasticamente lo studio della storia dell’arte nelle scuole superiori.

UNA MATERIA (QUASI) SCOMPARSA
La bagarre che in questi giorni sta succedendo ha proprio come protagonista il Ministro Carrozza alle prese con la questione di riparare ad una scelta sconsiderata operata dal suo predecessore, Maria Stella Gelmini

E c’è molto da riparare, anche pensando a quanto producono le attività culturali in Italia: ben il 5,8% del Prodotto Interno Lordo. Un dato che stride con le dichiarazioni di un altro ex ministro, che a suo tempo dichiarò trionfante che “con la cultura non si mangia”.
Siamo convinti che con queste scelte a farne le spese non sia solo la preparazione nozionistica degli studenti. È ancor più pericolosa l’idea che per un adolescente non sia importante possedere delle nozioni di base di cultura generale per essere un cittadino consapevole.

Abbiamo analizzato le situazioni di due scuole della zona, l’ ITSOS di Cernusco e l’ ISIS Leonardo Da Vinci di Cologno.

Qui in Martesana, l’esempio di una scuola che ha posto l’accento sulla formazione di una cultura generale che formasse prima di tutto la persona, è l’ITSOS di Cernusco sul Naviglio. Un istituto fortemente danneggiato dalle riforme degli anni precedenti.

IL PARERE
Siamo andati direttamente a chiedere ad una docente che da vent’anni insegna proprio in questa scuola, Antonietta Scotto, la quale ha fornito un quadro molto lucido della situazione. “Le scelte sul piano nazionale hanno danneggiato terribilmente l’ITSOS, che era a statuto speciale. La politica della scuola era dare a tutti una preparazione di base i primi due anni e poi una specifica indirizzo per indirizzo. Questa preparazione di base comprendeva la storia dell’arte e il diritto anche per quelli che avrebbero scelto indirizzi tecnologici. C’era un’idea di dare una cultura di base molto forte. Le ore sono poi scese da 36 a 32. Ne ha fatto le spese anche la fisica. La storia dell’arte è stata cancellata e il diritto ridotto due ore”.

E I POSTI DI LAVORO?
Mentre il turismo italiano è fermo, lo scrive Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, noi non promuoviamo la cultura e non aiutiamo le imprese creative. Intanto la Corte dei Conti chiede alle agenzie di rating di valutare il patrimonio artistico nazionale: lo stesso che noi mandiamo serenamente a rotoli. E a rotoli mandiamo anche dei posti di lavoro della scuola, in quanto la scelta di ridurre le ore di storia dell’arte insieme ad altri insegnamenti ha avuto un impatto molto forte: “Hanno già perso la cattedra due persone e due l’anno prossimo” – continua la Scotto.

GIOVANI PIÙ COMPETENTI?
Speriamo almeno che l’idea di fondo dei “grandi riformatori” di questo Paese abbia un obiettivo ben preciso di miglioramento. Ma sembra che, almeno a sentire il parere della docente, non ci sia molto da sperare. “Girano queste voci delle competenze ma ho l’impressione che neanche gli esperti sappiano cosa sono, almeno a giudicare dai corsi di formazione che mi è toccato frequentare”. La politica delle tre I del governo Berlusconi (Impresa, Internet, Inglese) sembrava il futuro della scuola italiana ma pare invece che, secondo la Scotto, si voglia “un cittadino meno cosciente dei propri diritti e che conosca meno il suo passato”. Guarda caso proprio quelle competenze portate da due insegnamenti come il diritto e la storia dell’arte. Questa è la realtà nel nostro territorio, in una scuola che a partire dal 1974, iniziando con una sola classe sperimentale è arrivata ad avere più di sessanta classi con una formula unica nel suo genere.

L’ITSOS infatti era una delle cinque scuole su territorio nazionale che, con decreto del Presidente della Repubblica, permetteva agli adolescenti di poter scegliere il proprio indirizzo di studio a sedici anni dopo un biennio comune che forniva una preparazione culturale completa. Invece ora che il biennio propedeutico è stato cancellato “fa paura vedere arrivare a scuola ragazzi completamente inconsapevoli, e la scelta dell’abbandono scolastico è molto alta”, precisa la docente. A sentire queste dichiarazioni qualcuno dovrà quindi spiegarci quale idea di futuro prevede la politica, adesso che pure una scuola d’eccellenza ha perso, da qualche anno, la sua capacità di creare cittadini più consapevoli.

ISIS LEONARDO DA VINCI DI COLOGNO
Una docente dell’ ISIS Leonaro Da Vinci di Cologno, ci ha poi illustrato cosa accade nella sua scuola: “Storia dell’arte rimane in ordinamento nei corsi di liceo classico e nel tecnico economico a indirizzo turistico. Nello scientifico è unita a disegno tecnico e quindi perde specializzazione ; scompare dal professionale a indirizzo artistico, grafico e turistico, da tutte le sperimentazioni precedenti nate al posto dei corsi magistrali che non esistono più o sono ad indirizzo sociale. Nei tecnici era presente nel corso Erica, sorta di evoluzione dei periti aziendali che noi abbiamo avuto per diversi anni e che oggi diventa un corso tecnico economico a indirizzo “Relazioni internazionali” e perde dunque l’insegnamento di storia dell’arte”.