SEGRATE
CASSANESE BIS, STRADA SENZA FINE. IL SINDACO ALESSANDRINI RASSICURA

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L’area est della provincia di Milano, il territorio che va dall’estremo est del comune di Melzo fino ai confini sud-ovest verso l’aeroporto di Linate e il “mare dei milanesi” – l’Idroscalo, è tutta un cantiere.

A farle da padrone, da qualche tempo, sono i mezzi cingolati delle aziende dell’edilizia che, unitamente ai camion del movimento terra e alle betumiere per il getto del cemento, hanno trasformato un’area di tranquilla “vivibilità milanese” in un vero “avamposto di battaglia”, almeno per la mobilità. La costruzione delle infrastrutture di trasporto “essenziali e connesse” ad Expo 2015 (quelle inserite nel Dossier di candidatura di Milano per l’Esposizione) – TEEM, Brebemi, Metro 4 ma anche Cassanese bis – è entrata nel vivo e il 2014, a quasi 400 giorni dall’avvio dell’Evento Universale, si prospetta l’anno clou per i grandi preparativi del 2015.

Quando finirà tutto questo? O meglio: riusciranno le imprese a finire i lavori in tempo per il “grande slam” dell’Esposizione Universale (1° maggio 2015)?

A domandarselo è il consigliere regionale del Patto Civico per Ambrosoli e capogruppo della lista Segrate Nostra, Paolo Micheli che dal suo blog ha rilanciato l’attenzione sulla condizione di sofferenza in cui verte il sistema infrastrutturale dell’est Martesana. La polemica di Micheli si concentra soprattutto sull’immobilismo dei lavori per la Cassanese bis, l’opera di collegamento tra la BreBeMi – in arrivo a Liscate e collegata all’arco Tem – e la città di Milano, già inserita nel 2003 nella Legge Obiettivo ma arenata da anni per mancanza di fondi.

Senza il completamento della Cassanese bis – sostiene Micheli – l’apertura della nuova autostrada BreBeMi proveniente da Brescia – che dovrebbe chiudere i battenti in estate, in attesa del completamento dell’arco Tem (prevista per l’avvio dell’Esposizione di Milano) – porterebbe alla completa paralisi del traffico intorno a Segrate, con un contraccolpo pericoloso per la mobilità dei segratesi e di tutti i lavoratori che ogni giorno attraversano quest’area verso i luoghi di lavoro e verso Milano.

Le origini della Cassanse bis, però, hanno radici profonde, ci spiega l’Amministrazione comunale di Segrate, interpellata dalla redazione di Fuori dal Comune.

Inserita in un Accordo di programma tra Regione Lombardia, Provincia di Milano, Comune di Segrate e l’australiana Westfield per la realizzazione di un centro polifunzionale sull’area ex Dogana, la Cassanese bis prende quota nel tempo come opera di completamento della BreBeMi verso la città di Milano. Accordo questo che definisce nel dettaglio la copertura finanziaria: il tratto A, quello più prossimo al centro polifunzionale, realizzato a spese di Westfield, mentre il tratto B, approvato dal CIPE l’8 agosto 2013 (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), il cui costo stimato è pari a 123,5 milioni di euro, è garantito da 85 milioni del privato, 10,5 milioni del Comune di Segrate, 14 milioni di Regione Lombardia e 14 milioni della Provincia di Milano.

Ma allora, definito il quadro e le risorse, perché l’immobilismo dei cantieri – si chiede Micheli?

Le origini di quest’opera – continua a spiegarci l’Amministrazione di Segrate – data alcuni decenni fa, quando ancora si parlava di dogane in Europa e quando la strada attualmente interrata era pensata per portare il traffico pesante all’interno dell’area della Dogana stessa – che col tempo si è persa per strada.

Quell’area, in centro a Segrate, è stata abbandonata e lasciata in degrado per lunghi anni finché alla fine degli anni ’90 Regione Lombardia, in un’area attigua, decise di attivare uno scalo Intermodale, raccogliendo il benestare di Segrate a fronte della costruzione, però, della Cassanese bis.

Ma ecco il primo intoppo: una volta avviato l’Accordo, il secondo tratto della Cassanese bis – cioè dal Centro Intermodale fino a Pioltello – sparì dalla programmazione strategica, senza ovviamente il consenso del Comune di Segrate. In quella fase, quindi, partì soltanto la gara d’appalto per la opere del nuovo svincolo di Lambrate e del primo tratto di strada.

La svolta arrivò soltanto nel 2006, nell’ambito delle discussioni sulla costruzione di un Centro Polifunzionale che sarebbe dovuto sorgere di fronte a San Felice. Qui si rispolverò l’idea di sfruttare l’area dell’ex Dogana.

L’idea ebbe la meglio, il Centro si sarebbe realizzato nell’area dell’ex Dogana, riqualificando così una zona degradata, eliminando i disagi che il Centro Polifunzionale avrebbe creato ai cittadini e chiedendo inoltre all’operatore che lo avrebbe costruito, le risorse per terminare la viabilità alternativa alla Cassanese.

Sembrava dunque l’uovo di Colombo: in una sola mossa la soluzione di tutti i problemi. Il tutto però si basava sull’assunto che Milano Serravalle Tangenziali, società della Provincia di Milano attiva per la gestione delle infrastrutture della viabilità – oggi impegnata nelle opere per Expo 2015 – avrebbe completato i lavori del primo tratto di Cassanese bis, cioè quelli dallo svincolo di Lambrate fino a Segrate, nel giugno 2009, così come da appalto in corso.

Così non è stato – rammenda l’Amministrazione – e una serie di problemi al cantiere, non ultimo la presenza di acqua sul fondo dello scavo (cosa abbastanza normale a Segrate, ma forse non prevista) ne hanno turbato il regolare avvio e la cantierizzazione definitiva.

Risultato: il cantiere di Serravalle immobile fino ad oggi. E con essa, anche la realizzazione del secondo tratto della Cassanese bis, quello cioè fino a Pioltello, in ritardo sulla tabella di marcia.

Il Sindaco di Segrate, Adriano Alessandrini, raggiunto da Fuori dal Comune, rassicura che ora, dopo tanto tempo speso in riunioni in Regione Lombardia e al Ministero delle Infrastrutture, grazie soprattutto all’azione del nuovo Assessore regionale alle Infrastrutture Maurizio Del Tenno, sembra che la situazione della Cassanese bis si sia sbloccata e che Milano Serravalle – ormai in fase di gara per aggiudicare i lavori – abbia davvero aperto la partita. Non appena inizierà il tratto di competenza di Milano Serravalle – dicono ancora dall’Amministrazione – anche il secondo lotto, finanziato dai privati, sarà realizzato, con l’obiettivo di chiudere i lavori se non in contemporanea con la BreBeMi, non più tardi di pochi mesi dopo. Il Sindaco Alessandrini, rincara la dose:”Abbiamo sempre spinto a tutti i livelli per proteggere la Città di Segrate e grazie anche al ruolo interno al Collegio di Vigilanza della BreBeMi siamo riusciti a ottenere modifiche sostanziali al progetto e grandi vantaggi per Segrate. Regione Lombardia ha poi seguito il nostro pensiero: la Cassanese bis non è un capriccio segratese ma serve al Centro Intermodale, alla BreBeMi e al Centro Polifunzionale, che tanto di positivo porterà alla Città, tra cui più di 8.000 posti di lavoro. Cosa fondamentale, inoltre, permetterà la definitiva trasformazione della Cassanese in una bella strada cittadina, con poco traffico, con le ciclabili a nord e sud già realizzate e i relativi ponti ciclopedonali e tanto verde al suo interno e lungo i lati.”

Sembra dunque che l’interrogazione pubblica di Micheli e la “questione Cassanese bis” abbiano trovato terreno aperto su cui giocare. Un’operazione di infrastrutture che, complice l’Esposizione Universale del 2015 e “l’urgenza straordinaria” delle opere – tipica del modello all’italiana – sia arrivata a un dunque.

Il cantiere si aprirà a breve. E se i fondi sono realmente arrivati e la gara è prossima ad uscire, non ci resta che aspettare l’avvio dei lavori e l’arrivo delle gru sui camion del trasporto eccezionale.

L’Avamposto dell’est milanese continua.

Veronica Cambria