“La Martesana per il lavoro”, è questo il leitmotif della manifestazione pacifica che si è svolta sabato 14 dicembre tra Cassina de Pecchi e Cernusco sul Naviglio, due delle aree industriali più significative dell’Est milanese – Adda Martesana.
A guidare la protesta, i lavoratori e gli ex-impiegati di realtà importanti per il settore delle telecomunicazioni in Lombardia: Jabil, Nokia, Ingersoll Rand, Vodafone e molte altre.
Un corteo di centinaia di persone è partito alle 10.00 dalla piazzetta della metropolitana di Cassina de Pecchi, e dopo una breve sosta con applauso di fronte alla Jabil, quartier generale della lotta, ha proseguito lungo la Padana superiore terminando la manifestazione, colorata e pacifica, alle 12 in piazza Unità d’Italia, a Cernusco sul Naviglio.
A rinforzare la protesta, oltre agli RSU delle imprese, anche i sindaci dei territori dell’Adda Martesana: Eugenio Comincini per Cernusco, Angelo Stucchi per Gorgonzola, Antonio Brescianini per Vimodrone, Roberto Maviglia per Cassano e Curzio Rusnati per Bussero. Tutti uniti per reclamare un diritto al motto di: “giù le mani dalle fabbriche e più lavoro per la Martesana”.
Il periodo di crisi che , come noto, sta colpendo l’Italia trascinando nel caos famiglie e imprese, interessa anche la Martesana: “Solo nell’ultimo anno hanno chiuso i battenti 63 aziende –come hanno riportato i promotori della manifestazione- ed è molto preoccupante il trend delle imprese artigiane. Tra queste, 324 operatori hanno chiuso bottega e l’andamento dell’artigianato sconta un trend negativo del 4,7% ai dati del 2008. Tutto ciò ha portato conseguenze sull’occupazione, che si è contratta ai livelli di 5 anni fa, il periodo immediatamente pre-crisi”.
“Perché il Governo non interviene anche in Martesana e a sostegno di quelle realtà industriali qui presenti, come ad esempio la Jabil”? Si sono chiesti in corteo.
In una breve dichiarazione, Roberto Malanca dell’ RSU della Jabil, ha detto: “La Jabil era un’azienda strategica che impiegava personale locale. Ora è tutto chiuso. Siamo alla ricerca di uno o più investitori che abbiano volontà di preservare l’area industriale ormai vuota, creare occupazione e nuovo lavoro sul nostro territorio, anche a costo di riconvertire la produzione e di cambiare settore industriale”.
Alla RSU di Jabil si è unito il Sindaco di Cernusco, Eugenio Comincini, che ha dichiarato: “Nel nostro territorio un settore strategico è lasciato a sé stesso. E’ bene che il Governo scelga con accuratezza cos’è strategico per lo sviluppo dell’impresa e del lavoro in Italia e su che cosa è opportuno investire. Non bastano le start up innovative o le applicazioni bisogna anche pensare alla manifattura e alle cose tradizionali. E per noi, le Telecomunicazioni sono un settore di primaria importanza”.
A fargli eco è intervenuto il Sindaco di Gorgonzola Angelo Stucchi, interrogato sui possibili impegni concreti che i Comuni possono mettere in atto per l’industria e la manifattura in Martesana, e per arginare il fenomeno della disoccupazione. “I sindaci promotori del corteo devono marciare uniti contro la disoccupazione per tre motivi -ha dichiarato Stucchi- uno economico, perché senza lavoro non c’è cittadinanza; uno antropologico, perché senza lavoro la costruzione di una persona non trova senso; uno generazionale, poiché è oggi un obbligo nei confronti delle nuove generazioni garantire un percorso di futuro e fiducia contro il fenomeno dei cosiddetti giovani né né, (né lavoro, né più alla ricerca del lavoro). I Comuni stanno intervenendo concretamente in questo senso, per aumentare l’appetibilità imprenditoriale dei territori, anche attraverso le scuole”. Anche il Sindaco di Cernusco, Eugenio Comincini, è intervenuto in merito alla quesitone disoccupazione: “Occorre lavorare insieme, in rete, perché solo in questo modo si riuscirà ad accedere ai vari fondi stanziati dall’Unione Europea, e da qui costruire progetti in grado di alleviare la disoccupazione. La buona volontà per metterci al tavolo c’è, le proposte sono tante, speriamo di riuscire a realizzarle tutte.”
Proprio in tema di giovani e lavoro, al corteo è emerso un dato significativo e sconcertante: in Martesana il calo dell’occupazione perdura senza tregua ormai dal 2009 e tocca più da vicino i giovani di fascia compresa tra i 19 e i 29 anni. A questo proposito è intervenuto il rappresentante FIM Monzani, della Ingressol il quale ha chiosato: ”Siamo qui a manifestare in quanto solidali con i lavoratoti meno fortunati di noi. La nostra è una realtà sana e produttiva, l’unica in attivo fra tutte le imprese che si estendono da Lambrate a Cassano. Abbiamo 260 dipendenti, 2 giovani neo-assunti nell’ultimo anno, pronti a manifestare per una maggior sensibilizzazione verso il problema della disoccupazione giovanile.”
Il corteo di sabato 14 ha infine mandato un appello chiaro a Roma e al Ministero dello Sviluppo economico: non si abbassi la guardia sulle realtà industriali della Martesana e si mettano le imprese qui presenti, spesso sedi di multinazionali importanti, nelle condizioni economico-finanziarie di non fuggire dall’Italia. Un fisco spesso aggressivo, una giustizia non sempre certa o un’eccessiva rigidità sindacale, di certo non aiutano l’industria a crescere.
La Martesana per il lavoro dunque c’è, ed è una bella realtà che ci crede.
Veronica Cambria