La tragedia si è consumata lo scorso lunedì a San Felice, frazione di Segrate, quando Umberto Donda, 76 anni, titolare di un’azienda nel settore della termoidraulica ha deciso di farla finita, trascinando con se anche la la moglie Egidia Mamoli, 67 anni.
Una famiglia per bene, e apparentemente molto tranquilla – dicono i vicini di casa – ma a cui il destino ha riservato una tragica fine.
All’origine del folle gesto, probabilmente le forti difficoltà economiche in cui versava l’azienda dell’imprenditore segratese.
Ad accorgersi dell’accaduto, e a dare l’allarme, il domestico filippino, che come ogni giorno si recava nell’abitazione per prestare servizio.
«Non entrare, avvisa i carabinieri e Matteo» (il figlio): questo il contenuto del’ ultimo messaggio lasciato appeso alla porta della camera da letto da Umberto Donda.
All’interno dell’appartamento, oltre all’arma del delitto, regolarmente posseduta dall’anziano, i carabinieri hanno trovato il testamento e altre due lettere in cui l'”omicida-suicida”, si definisce un “vigliacco” e chiede scusa.
Una vicenda che a quanto pare è ancora avvolta dal mistero. Il figlio della coppia, ancora sotto shock per l’accaduto, avrebbe ammesso “le difficoltà economiche della famiglia, che tuttavia – secondo lui – non erano poi così drammatiche”.