Ci sono delle date che non si possono dimenticare e una di queste è il 26 Aprile 1986, giorno del tragico incidente alla centrale nucleare di Chernobyl.
L’evento catastrofico, di cui i segni si vedono ancora oggi, ha fatto più di 3 milioni di morti e migliaia di malati di tumore, specialmente alla tiroide.
Per molti ormai è un ricordo lontano, qualcosa di estraneo, soprattutto per i più giovani, che se ne vengono a conoscenza, lo fanno dalle pagine dei libri di storia; per altri, al contrario, la Bielorussia è più vicina di quanto si possa immaginare. Sono moltissimi, infatti, i bambini che ogni anno lasciano le aree contaminate per passare un periodo sereno, di vacanza nelle nostre città, case, e famiglie, con la certezza di un netto miglioramento delle condizioni fisiche e la speranza di un futuro migliore.
Una tradizione di amicizia e solidarietà che i cittadini carugatesi conoscono da 12 anni, grazie all’impegno dell’associazione “Carugate Progetto Chernobyl”, che ogni anno dal 2001, permette ad una ventina di bambini provenienti dal villaggio di Dobrush, situato in una delle zone più esposte alle radiazioni, di soggiornare in Italia per il mese di Giugno, facendo viver loro anche l’entusiasmante esperienza dell’oratorio estivo.
“È un grande miracolo che ogni anno si rinnova – hanno raccontato in più occasioni i volontari – bambini che non sono mai usciti dal loro paese, riescono ad integrarsi meravigliosamente, superando l’ostacolo della lingua e lasciando un ricordo indelebile nelle famiglie ospitanti e nell’intera comunità carugatese, le cui istituzioni hanno sostenuto fin dal principio l’iniziativa”.
Ma l’iniziativa di “Progetto Chernobyl” è andata ben oltre.
L’associazione ha avviato negli scorsi anni anche altri tipi di iniziative, quali il sostegno di attività sociali in loco, il finanziamento di borse di studio, che ha già prodotto i primi frutti, aiuto economico ad un centro disabili, una scuola materna ed un ospedale.
Azioni, quest’ultime, che non vengono condotte a distanza (come generalmente si può pensare) ma che ogni anno vedono protagonisti alcuni cittadini, spesso con quei genitori che accoglieranno i bambini, in un viaggio proprio in Bielorussia, per fare un’esperienza sul campo che permette di rendersi maggiormente conto della grave emergenza sanitaria, aggravata dalla povertà.
Quest’anno però la crisi economica colpisce persino il settore del sociale, della solidarietà tant’è che sono emerse alcune difficoltà nel trovare famiglie disposte ad accogliere i ragazzi.
Proprio per questo sabato 26 Gennaio si terrà presso l’oratorio S. Giuseppe di Brugherio una cena per raccogliere fondi e risolvere questo problema che rischia davvero di impedire a molti bambini di non portare il loro sorriso in città.
Si tratta del secondo evento organizzato negli ultimi mesi, dopo la buona riuscita della serata Polenta e cassoela, nel Novembre scorso e di certo non sarà l’ultimo, dato che nei mesi di Febbraio e Marzo i volontari venderanno primule nei centri commerciali Carosello e Ikea ed è proprio in questi luoghi, o forse bisogna dire in questi non luoghi della contemporaneità, che avviene il grande miracolo della solidarietà.
F.G.