Tutti coloro che negli ultimi giorni si sono adoperati nella nobile arte degli acquisti natalizi, avranno riscontrato che purtroppo quest’anno i tristi bollettini di crisi con cui tv e giornali ci bombardano quotidianamente corrispondono ad effettiva realtà.
Molti negozi sono quasi del tutto vuoti quando anche sono affollati, le mani dei clienti non stringono niente, sono sparite quelle moltitudini di pacchetti e pacchettini che i passati natalidell’abbondanza ci avevano abituati.
Per la prima volta si vede la comparsa di una nuova e inquietante bestia commerciale, gli “sconti natalizi”, quando mai dicembre è stato periodo di sconti, in genere è proprio il momento in cui i prezzi lievitano e in cui molti negozianti riescono giustamente a fare scorta per i momenti difficili.
Insomma sembra che le previsioni del 30% di acquisti in meno siano vere se non riduttive,ma allora cosa scenderà questa notte dai camini degli italiani?
Passeggiando per corso Vittorio Emanuele e continuando a costatare, anche nel cuore della grande Milano, la “pigrizia” dei clienti, mi sono imbattuto casualmente nella soluzione. Le librerie.
Ho girato quattro librerie diverse negli ultimi giorni e tutte erano sovraffollate, in ognuna ho rivisto le care e vecchie code chilometriche alle casse che tanto mi erano mancate quest’anno, interi reparti in cui si faticava persino a trovare lo spazio per passare. Centinaia di retro
di copertine letteralmente divorati da avidi clienti in cerca del libro giusto per lo zio, il cugino, il papà o l’amico, librerie piene.
In effetti un libro costa poco, con 13 o 14 euro ti porti a casa un prodotto di enorme valore e soprattutto personalizzato per il ricevente, il libro si colloca in perfetto equilibrio tra l’eterno scontro tra le due principali correnti filosofiche degli acquisti natalizi, quella del “Basta il pensiero”, e quella del “regalo bello, personalizzato”.
In effetti il libro non ha per nulla prezzi proibitivi e scavando tra i vari scaffali puoi trovare un regalo ad hoc per colui che lo riceverà, qualcosa che veramente sarà apprezzato. Forse questo sarà il primo natale in cui i regali non saranno solo degli oggetti formali, un dovere. forse si ritornerà pensare al regalo come a qualcosa di personale, come a qualcosa di unico per chi lo riceve, cercandolo penseremo alla persona per cui lo stiamo prendendo, ai suoi gusti, ai suoi interesse, alle sue passioni e implicitamente saremo più vicini a lui. Forse sarà un natale un po’ più sincero di quelli passati. In fondo è noto, in periodo di crisi si è tutti più vicini.
di Davide Marasco