Un filo conduttore ha legato i ragazzi del cag di Bussero ai 2 big dell’antimafia Borsellino e Cavalli che martedì sera hanno incantato le 150 persone presenti all’auditorium di Bussero.
Un estate trascorsa nei campi di lavoro di “Libera” a Cutro per ridare alla terra ciò che la mafia ha tolto.
Una esperienza forte che ha sedimentato nei giovani il desiderio di avere una società senza la mafia ma che allo stesso tempo ha reso i ragazzi ancora di più consapevoli della sua potenza e del radicamento nella società civile da Sud a Nord, nessuno escluso.
Questo il senso della serata organizzata da Cag “Geko” di Bussero e Amministrazione Comunale.
Sguardi tesi, rabbia e amarezza; qualcuno non riesce proprio a trattenere le lacrime durante il racconto molto coinvolgente di Salvatore Borsellino che ricorda anche e soprattutto che Paolo allo Stato e alla lotta alla mafia ha dato la vita .
Un intenso racconto fatto di aneddoti, emozioni, della vita del fratello e di riflessioni sul fenomeno della mafia e delle sue ramificazioni nella società civile e in alcuni apparati dello Stato.
Sapeva che il tritolo per lui era arrivato, ma nonostante questo è andato avanti.
“Devo fare in fretta, devo fare in fretta”, diceva il giudice negli ultimi giorni di vita prima della terribile strage di Via D’amelio.
Sul palco al fianco di Borsellino c’è anche Giulio Cavalli, un altro illustre esponente dell’antimafia a livello nazionale.
Cavalli è un esperto conoscitore della criminalità organizzata soprattutto nel Nord Italia e durante la serata non ha perso occasione di dire la sua sul “caso infinito” che proprio in questi giorni a portato alla condanna di oltre 150 persone della ‘Ndrangheta lombarda, tra cui il capo della locale di Pioltello Alessandro Manno. “C’è poco da essere contenti – ha dichiarato Cavalli – gli arresti sono l’ultimo atto di un lungo processo che ha da molto tempo prima, radicato la criminalità organizzata nella nostra società”
La mafia al Nord non è più da parecchio tempo una novità, spiega Cavalli, e la cultura dell’antimafia si costruisce con i fatti , le denunce, gli atti delle Amministrazioni Pubbliche.
Ci vogliono momenti come questi, conclude l’autore dello spettacolo “A 100 passi dal duomo” ma non bisogna dimenticarsi che la criminalità organizzata si annida al giorno d’oggi proprio nel circuito legale e citando una intercettazione tra padre e figlio ndranghetisti, racconta. “Papà ma noi siamo di destra o di sinistra? Il Papà risponde: Noi siamo di destra e di sinistra basta che ci fanno fare le rotonde”