MARTESANA – Crisi nera. In un anno tre grosse aziende chiudono i battenti, la protesta arriva al Pirellone

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Sono diverse le aziende colpite dalla crisi in Martesana.

Da alcune settimana ormai, i lavoratori della Jabil, storica azienda di Cassina, sono in attesa di conoscere il proprio futuro fatto ormai più di ombre che di luci. L’azienda ha infatti ormai deciso da tempo di chiudere l’area produttiva portando tutto il lavoro nell’altro plesso industriale a Marcianise, nel casertano, lasciando così a casa ben 325 lavoratori della zona.

Una decisione che suscita molta rabbia da parte di chi ha lavorato per anni nell’azienda soprattutto per il modo in cui è nata, le commesse per continuare la produzione infatti non sono mancate in questo ultimo periodo così come il Ministero ha rifiutato più volte il piano di dismissione della fabbrica e l’azienda abbia rifiutato il piano di crisi proposto dalla regione che prevede il mantenimento della cassa integrazione per i lavoratori per i prossimi due anni.

Pochi chilometri più là, in direzione Milano, altre situazioni critiche riguardano le aziende della Martesana. E’ passato poco meno di un anno infatti dalla chiusura della Rapisarda di Cernusco sul Naviglio che a suo tempo lasciò a casa 109 lavoratori. Spostandoci ancora sulla stessa strada che collega Milano all’Hinterland dell’Est, rimane calda la situazione della Thales Alenia, di Vimodrone.

E’ infatti degli ultimi giorni la decisione dell’Amministrazione di spostare tutto il compartimento produttivo all’Aquila, in Abruzzo. Una scelta che lascerebbe a casa altri 290 lavoratori della zona, decisi a tutto pur di non perdere il posto.

Una crisi pesante dunque, in un periodo globale già di per poco roseo. Tra chiusure già eseguite, Rapisarda, ed annunciate Jabil e Thales, sono ben 724 i lavoratori della zona che rischiano di perdere il lavoro. Qualcosa di più sul futuro delle aziende potrebbe arrivare nelle prossime ore. E’ previsto per lunedì mattina infatti un incontro tra i rappresentanti della Jabil e l’Amministrazione di Cassina dé Pecchi per discutere del futuro dell’azienda. Inoltre proprio ieri, davanti al palazzo della Regione Lombardia, un’importante manifestazione dei metalmeccanici, con rappresentanze anche delle aziende della zona, ha ottenuto la discussione della situazione di crisi e lavoro nel milanese al prossimo consiglio regionale che si terrà il 25 ottobre.

Particolarmente “caldi” i momenti di fronte al Pirellone dove i lavoratori si sono dati appuntamento bloccando la strada per qualche ora e i consiglieri, tra cui il figlio del senatur leghista, Renzo Bossi ha dovuto utilizzare l’ingresso di servizio posto sul retro del palazzo per evitare il contatto con i manifestanti

 

Luca Cordini