Doveva essere il lieto fine, il “..e tutti vissero felici e contenenti senza fumi e senza odori”, e invece la giunta di Segrate riunitasi in un consiglio straordinario lunedì 10, respingendo la mozione, ha infranto i sogni delle decine di cittadini che tanto bramavano di non dover più convivere con problemi respiratori, odori insopportabili e paesaggi industriali nel cuore della loro città.
La mozione, presentata dall’opposizione, chiedeva il ricollocamento in un’area più consona della fabbrica Lucchini Artoni che ormai da più di cinque anni fa discutere cittadini e politici. Dopo un lungo dibattito sull’argomento, che ha visto maggioranza e opposizione confrontarsi con toni piuttosto accesi, con 15 NO, 2 astenuti e 11 SI, la mozione è stata definitivamente respinta. Secondo Lega e Pdl, infatti, la politica non si può assumere la responsabilità di far chiudere un’azienda storica della città, in cui lavorano un centinaio di dipendenti, soprattutto in un momento difficile come quello di oggi.
Il tema è da lungo discusso, e il comune ha già richiesto e ottenuto delle verifiche dell’Arpa, l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e l’ambiente, la quale ha stabilito che le emissioni della fabbrica non sono in alcun modo nocive. Lo stesso verdetto è stato sentenziato anche dall’Asl che dopo diversi controlli ha dichiarato pienamente a norma, la fabbrica. Lo stesso Vincenzo Bianchi, proprietario della Lucchini Artoni, ha più volte garantito la sicurezza della fabbrica, Lasciando la porta aperta per chi volesse a effettuare ulteriori rilevamenti. I cittadini però continuano a lamentare malori e fastidi.
Il problema del cementificio coinvolge più di 300 famiglie segratesi che vivono nel quartiere di Rugacesio e nel centro della città, che oltre agli odori insopportabili e ai paesaggi industriali, contestano anche i centinaia di passaggi giornalieri dei Tir della fabbrica nei pressi delle loro case. Molti di loro accusano problemi respiratori, bruciore alla gola e agli occhi e altre patologie dovute alla vicinanza con l’azienda, e si dicono esasperati da una situazione che va avanti ormai da troppo tempo. Le decine di cittadini venuti ad assistere al consiglio di lunedì sera, dopo le proteste durante il voto, hanno annunciato di voler creare un gruppo civico, <<sudditi no, cittadini si>>, per denunciare il problema, anche organizzando imponenti manifestazioni. Il portavoce dei cittadini, Giovanni Vanoli, laureato in scienze naturali e giornalista nel campo medico sanitario, ha dichiarato che i controlli fatti non sono sufficienti, poiché non sono state valutate tutte le emissioni prodotte dalla fabbrica, ecco il suo commento dopo il consiglio.