Posare per uscire dalle difficoltà della vita, per reinserirsi in una società con cui si ha fatto a pugni, questa l’idea alla base del progetto della comunità Kayros, che martedì, proprio durante la settimana della moda, ha proposto come modelli per una nota marca di abbigliamento un gruppo di ragazzi che hanno appena concluso un percorso di recupero dopo storie difficile alle spalle.
Anima del progetto don Claudio Burgio, fondatore della comunità, cappellano del carcere minorile C.Beccaria e autore del libro “Non esistono ragazzi cattivi”, “ i ragazzi hanno storie complesse alle spalle, anche di grande sofferenza” – ha detto il don – “ con i loro comportamenti sbagliati hanno lanciato un grido d’aiuto, che kayros ha accolto. Oggi sono qui come modelli per raccogliere denaro per supportare le famiglie che necessitano di essere aiutate, soprattutto da un punto di vista psicologico”.
“Non esistono ragazzi cattivi” sarà anche il nome della collezione autunno/inverno della maison online di abbigliamento maschile Select Box, che ha preso parte a questo progetto, fornendo i vestiti e donando all’associazione una parte del ricavato delle vendite durante la settimana della moda, dei capi indossati dai ragazzi. “Proprio perché siamo giovani imprenditori sappiamo quanto sia facile commettere degli errore, siamo contenti di poter contribuire nel nostro piccolo a questo progetto”, ha detto Alberto Cavallini marketing manager di Select box.
I soldi raccolti serviranno per organizzare dei laboratori di auto aiuto dei genitori, che come ci spiega don Claudio, spesso si trovano ad affrontare i problemi da soli e per questo si sentono abbattuti e impotenti, “ i ragazzi di oggi sono complessi, hanno problemi complessi e sono difficili da intercettare, un genitore, soprattutto se solo, non sa cosa fare, come affrontare la situazione, per questo è fondamentale dargli dei luoghi dove si possano trovare a condividere le esperienze, in cui la presenza mia di psicologi e assistenti sociali sarà marginale, avremo solo il ruolo di ascoltarli e di condividere con loro determinate esperienze. Solo genitori che cercano insieme di trovare le migliori strategie per aiutare i propri ragazzi”.
Alessandro, Mimmo, Mattia, Karim, Anatoli e Dong sono i nomi dei ragazzi che hanno posato per il servizio fotografico, hanno tra 18 e i 22/23 anni e sono tutti ragazzi che hanno avuto delle vite difficili, alcuni di loro hanno scontato una pena al carcere minorile, altri sono usciti da poco da storie complesse. Kayros accoglie i ragazzi dopo questi periodi e li aiuta reinserirsi nella società, spesso dandogli una casa, aiutandogli prima nel loro percorso scolastico e poi a cercare lavoro. “Il peso degli adolescenti non può ricadere solo sui genitori” ha detto don Claudio “ abbiamo il dovere di supportarli con tutti i mezzi di cui disponiamo”.
di Davide Marasco