per una delle più grandi aziende della martesana. Stiamo parlando della “Jabil” di Cassina de’ Pecchi”, leader mondiale nella fabbricazione di componenti hitech per le telecomunicazioni.
Da 3 mesi i 325 lavoratori della “jabil” erano in presidio permanente fuori dai cancelli della fabbrica quando l’altro ieri è arrivata la notizia dell’apertura della procedura di mobilità in una maniera alquanto insolita: via fax
Il fax è arrivato ai sindacati proprio mentre a Roma si stava discutendo proprio della “Jabil” tra azienda e Ministero dello Sviluppo Economico.
La chiusura delle unità avviene, secondo quanto dichiarato dall’impresa, a causa della riduzione degli ordinativi provenienti dal cliente Nokia.
Proprio la Nokia, a 100 metri di distanza, rischia di fare la stessa identica fine.
In poco tempo si cancellerebbero così più di 800 posti di lavoro con tutto ciò che ne consegue.
Per Marcello Scipioni di Fiom Cgil Milano la crisi della Jabil è da imputare a «scelte prive di un preciso piano industriale, utili solo ad aumentare i margini di guadagno sulla pelle degli operai»
Solidarietà espressa dal Sindaco Eugenio Comincini che si è recato ai cancelli della Nokia-Simens per un momento di conforto ai lavoratori e si è detto “seriamente preoccupato per le sorti dell’azienda e di molte famiglie, anche cernuschesi che hanno lavorato e lavorano a Cassina.
Ad oggi la certezza rimane che una delle fabbriche più importanti del territorio, con un immenso patrimonio e know-how sulle telecomunicazioni, chiude definitivamente i battenti, mettendo ulteriormente in crisi il tessuto industriale della martesana e la vita di 325 famiglie.